La Cassa depositi e prestiti (Cdp) punta a diventare il primo operatore di venture capital in Italia, favorendo la nascita di startup e potenziando l’azione a sostegno dell’innovazione e dello sviluppo delle imprese. I fondi che il nuovo piano industriale conta di mobilitare per i prossimi 5 anni a favore delle imprese sono 117 miliardi di euro (+ 73% rispetto al quinquennio precedente), nell’ambito di un piano complessivo che, oltre alle imprese, intende concentrarsi su altre tre aree ritenute prioritarie: enti locali, infrastrutture e immobiliare. Cdp intende mettere sul piatto autonomamente per tutte e quattro le aree, dal 2016 al 2020, 160 miliardi di euro. Ma, grazie a co-finanziamenti, capitali di altri investitori e accesso a fondi Ue, le risorse dovrebbero lievitare fino ad arrivare a una mobilitazione complessiva di 265 miliardi di euro.
Ieri 17 dicembre il Cda della Cassa Depositi e Prestiti – Spa finanziaria partecipata per l’80,1% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per il 18,4% da varie fondazioni bancarie e per il restante 1,5% in azioni proprie – ha approvato all’unanimità il nuovo piano industriale 2016-2020, mettendo in campo “una forte azione di stimolo allo sviluppo dell’economia italiana secondo criteri di sostenibilità e logica di lungo periodo”. L’intervento punta a supportare la crescita del Paese mettendo a disposizione risorse per 160 miliardi di euro in un arco temporale quinquennale. In aggiunta, anche grazie allo status di Istituto Nazionale di Promozione attribuitogli dal governo italiano e dall’Unione europea, il Gruppo Cdp sarà in grado di attrarre oltre 100 miliardi di euro di ulteriori fondi, nazionali ed esteri, pubblici e privati. L’attribuzione di questo status le consente infatti di diventare regista delle iniziative legate ai fondi previsti dal piano Juncker di investimenti europei e di avere anche la gestione dei fondi pubblici regionali e strutturali della Ue. L’ulteriore dotazione prevista di oltre 100 miliardi sarà principalmente generata da tre fonti: l’accesso alle risorse messe a disposizione da Ue e Bei (Banca europea degli investimenti), anche nel quadro del piano Juncker; i co-finanziamenti con altri intermediari finanziari, incluse le altre “National Promotional Institution”; l’attrazione di capitali di investitori istituzionali privati internazionali e italiani sotto forma d’interventi stabili.
“Col piano 2020 verranno mobilitate risorse complessive per 265 miliardi di euro” ha sottolineato l’amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia, nel corso della presentazione del piano quinquennale. Piano che è parte di “una strategia importante, essenziale, dell’Italia in termini di politica economica”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, convinto che l’Italia stia entrando in una nuova fase “fortemente positiva”. Che, con il piano della Cassa, “accelererà”.
Il piano prevede un’azione organica finalizzata a indirizzare la crescita dell’Italia su quattro aree di sviluppo chiave: supporto alle istituzioni governative e agli enti locali, potenziamento delle infrastrutture, sostegno alle imprese, sviluppo del patrimonio immobiliare. L’insieme di questi interventi, assicura Cdp, sarà realizzato assicurando l’equilibrio economico-patrimoniale e un adeguato livello di redditività dell’istituzione. Già a partire da gennaio 2016 il Gruppo Cdp avvierà profondi e complessi interventi nelle aree a maggior potenziale di sviluppo del Territorio italiano.
♦ Imprese – Il Piano mobilita 117 miliardi di euro (+ 73% rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente) e prevede un intervento a supporto di tutte le fasi del ciclo di vita delle imprese.
♦ Venture Capital – Cdp consoliderà il proprio ruolo di primario operatore italiano di venture capital, favorendo la nascita di startup, e potenzierà l’azione a sostegno dell’innovazione e dello sviluppo delle imprese. Sono previsti ulteriori investimenti in Fund of Funds Venture Capital promossi e gestiti dal Fondo Italiano d’Investimento ed investimenti “late-stage” venture capital tramite piattaforme con altri partner europei. È inoltre prevista l’adesione a piattaforme di co-finanziamento o di stimolo allo sviluppo della partnership pubblico/privata.
♦ Innovazione e sviluppo – Verrà facilitato l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese attraverso strumenti di risk sharing con istituzioni finanziarie italiane e internazionali e il supporto allo sviluppo di mercati alternativi (es. Abs, Credit funds). Verranno fornite provvista e finanza per imprese e progetti innovativi. Sarà offerto un supporto diretto allo sviluppo dimensionale delle filiere. Un ulteriore strumento operativo sarà rappresentato da un nuovo veicolo di investimento a supporto della crescita delle aziende di medio-grande dimensione attraverso growth capital.
♦ Government e PA – Il supporto agli enti pubblici avverrà mobilitando 15 miliardi di risorse (+ 22% rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente) e attraverso il rafforzamento della rete territoriale. Per contrastare i limiti posti dal Patto di stabilità interno, Cdp da un lato confermerà il proprio ruolo di primo finanziatore degli enti, dall’altro svilupperà strumenti complementari ai classici mutui, quali la valorizzazione degli asset immobiliari e delle partecipazioni nelle utilities e l’ottimizzazione della gestione e dell’utilizzo dei fondi strutturali UE. Il Gruppo, infine, supporterà il rilancio della cooperazione internazionale.
♦ Infrastrutture – Il Piano promuove un “cambio di passo” per colmare il gap che separa l’Italia dagli altri paesi europei, causato anche dai lunghi tempi di avvio e di realizzazione delle opere. A tal fine Cdp intende avere un ruolo proattivo attraverso un’attività di advisory e mobilitare risorse per 24 miliardi (+23% rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente) a supporto della realizzazione di reti (fisiche e digitali), di nodi infrastrutturali strategici (porti, aeroporti) e dell’ammodernamento delle infrastrutture esistenti, incentivando l’utilizzo del partenariato pubblico privato. Inoltre sarà ampliato l’accesso al mercato dei capitali attraverso il credit enhancement per le grandi infrastrutture, l’avvio di nuovi strumenti, sia equity sia debito, per lo sviluppo delle piccole infrastrutture e la partecipazione a fondi infrastrutturali nazionali e internazionali. Infine un’attenzione particolare sarà posta alla tutela ambientale, anche attraverso investimenti nel waste-to-energy e in fondi che promuovano l’efficienza energetica.
♦ Partecipazioni di rilevanza nazionale – Gli asset posseduti attualmente dal Fondo Strategico Italiano verranno riorganizzati tramite la costituzione di un portafoglio con focus sugli investimenti di rilevanza sistemica con orizzonte di lungo periodo.
♦Internazionalizzazione – Verrà rafforzato e ottimizzato il sostegno all’internazionalizzazione e all’export attraverso la creazione di un presidio unico, costituito presso Sace, in cui saranno integrate tutte le attività del Gruppo dedicate al settore. Saranno inoltre previsti specifici interventi volti a massimizzare l’accesso da parte delle imprese, anche di medie dimensioni, all’offerta di prodotti finanziari/assicurativi del Gruppo.
♦Rilancio delle imprese – Il Gruppo interverrà anche nelle operazioni di ristrutturazione aziendale, rivestendo il ruolo di anchor investor nella cosiddetta “società di turnaround”, che sarà controllata da investitori privati, con l’obiettivo di favorire il rilancio di imprese italiane che nonostante temporanei squilibri patrimoniali e/o finanziari siano caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato.
♦Real Estate – Oltre all’attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, il Piano prevede che il Gruppo contribuisca allo sviluppo del mercato immobiliare italiano attraverso il ruolo di principale operatore del social and affordable housing e la realizzazione di processi di riqualificazione e sviluppo in aree strategiche per il Paese. L’azione riguarderà anche un settore chiave dell’economia qual è il turismo, attraverso la valorizzazione delle strutture recettive da realizzare con la creazione di un veicolo di investimento ad hoc. Complessivamente sono previste risorse per 3,8 miliardi di euro (+110% rispetto al quinquennio precedente).
♦Governance di Gruppo – In coerenza con questo Piano, Cdp rafforzerà la governance di Gruppo, arricchirà le competenze interne (per allinearle ai nuovi ambiti operativi) e promuoverà una maggiore presenza sul territorio sviluppando ulteriormente la rete territoriale di Gruppo. (L.M.)