Per gli startupper europei questo è il migliore momento della Storia per fare l’imprenditore in Europa: è quanto emerge dal rapporto sullo stato di salute dell’ecosistema tecnologico europeo redatto da Slush (una tra le maggiori conferenze europee, svoltasi pochi giorni fa a Helsinki, su startup e innovazione) e Atomico Ventures. Secondo il documento, basato sulle risposte fornite da 844 startupper, gli imprenditori hanno sempre più fiducia, anche perché il settore in Europa è in grande crescita, sia nell’ambito B2B sia in quello B2C: negli ultimi due anni sono sbarcate in Borsa più startup nel Vecchio Continente che negli Stati Uniti e in Cina, e le exit hanno raggiunto livelli paragonabili a quelli del resto del mondo. Ciononostante, le startup europee raccolgono un quinto dei finanziamenti rispetto a quelle americane, mentre gli investimenti tendono a concentrarsi intorno a cinque poli: Londra, Stoccolma, Mosca, Berlino e Parigi ne raccolgono quasi il 50%.
L’Italia, invece, è praticamente assente nel report: oltre a non essere tra i poli di attrazione degli investimenti, nel documento viene citata solo per la presenza dello Startup Visa (il permesso di soggiorno agevolato) e per il numero di sviluppatori di applicazioni per dispositivi mobili (il nostro Paese si piazza a metà classifica). Un triste ritratto del nostro Paese. E un paradosso se si pensa che durante lo stesso evento a Helsinki è stato premiato come miglior giovane imprenditore digitale proprio un italiano, il 26enne Domenico Colucci, founder della startup Nextome.
Ecco il report in versione completa