Bene l’equity crowdfunding, ma bisogna consentirne l’accesso a tutte le imprese – non solo le startup, anche le pmi – e sciogliere i nodi che ne ostacolano l’attuazione: a sostenerlo sono Stefano Venturi, membro del Comitato di presidenza di Assolombarda e amministratore delegato di HP Italia, e Umberto Piattelli, partner di Osborne Clarke, che insieme hanno elaborato un’analisi su MF-Milano Finanza a proposito di questa innovativa forma di raccolta di capitali di rischio attraverso la quale l’investitore diventa azionista della società emittente.
È l’ultimo di una serie di interventi sull’argomento, tornato di attualità dopo che il 10 luglio è scaduta la consultazione preliminare pubblicata sul sito della Consob per la revisione del regolamento in materia risalente a luglio 2013, e dopo che la stessa Consob ha annunciato la stesura di un nuovo testo normativo mirato ad emendare il regolamento vigente. Questa stesura verrà sottoposta a pubblica consultazione presumibilmente dopo la pausa estiva, tra settembre ed ottobre. Cambiamenti in vista, dunque per l’equity crowdfunding all’italiana, primo ad essere normato in Europa ma mai decollato. I numeri parlano chiaro: ad oggi sui portali operativi sono apparsi 24 progetti ma soltanto 6 si sono conclusi con il buon esito dell’operazione e i finanziamenti complessivi in quasi due anni di operatività hanno toccato i 2.168.356 euro. Per questo Venturi e Piattelli sollecitano una serie di modifiche operative.
Dopo aver descritto le varie forme di crowdfunding (reward-based, donation-based-lending-based), i due si soffermano sull’equity crowdfunding che, a loro parere, “potrebbe essere un valido strumento di aiuto per le imprese che vogliano reperire i fondi necessari a promuovere la propria idea imprenditoriale; soprattutto in questa difficile congiuntura – sottolineano – lo strumento potrebbe essere una boccata d’ossigeno e un’alternativa al credito bancario, in un Paese in cui tale risorsa è stata usata in misura eccessiva rispetto al resto dell’Europa”.
Il problema è che lo strumento è ancora scarsamente conosciuto e utilizzato: “Poca conoscenza e ristrettezze normative limitano gli addetti ai lavori di questo tipo di raccolta”.
Il primo limite indicato dal membro del Comitato di presidenza di Assolombarda e dal partner di Osborne Clarke è il fatto che lo strumento di raccolta sia stato finora circoscritto alle sole startup innovative. Vero è che con la Legge Investment Compact del marzo scorso è stato consentito l’accesso all’equity crowdfunding anche alle pmi innovative (categoria imprenditoriale introdotta proprio con questo provvedimento), le cui azioni siano già negoziate su un mercato di capitali come l’Aim. Modifiche “utili e apprezzabili”, a detta dei due esperti, che però affermano: “Ai fini dell’effettivo sviluppo dell’equity crowdfunding è necessario che tutte le startup e pmi vi accedano liberamente”.
Piattelli e Venturi ricordano poi gli altri nodi da sciogliere per semplificare e rendere più attraente questa innovativa raccolta fondi: l’eliminazione dell’obbligo di sottoscrizione del 5% delle offerte da parte degli investitori istituzionali e l’esenzione dell’applicazione della Mifid a investimenti di modesta entità. Attualmente, infatti, è pari a 500 euro la cosiddetta soglia di rilevanza che impone al gestore autorizzato la trasmissione di un ordine ad una banca o una impresa di investimento per la valutazione di adeguatezza e/o appropriatezza dell’investimento secondo la disciplina Mifid. In pratica, se solo si investe più di 500 euro, bisogna giocoforza sottoporsi a trafila di controlli di tipo finanziario.
Infine l’Ad di HP Italia e il consulente suggeriscono di “obbligare gli intermediari finanziari e le banche a collaborare tra loro per evitare di duplicare gli adempimenti relativi alle normative antiriciclaggio e Mifid sullo stesso investimento da parte di più intermediari”.
Per promuovere il crowdfunding in Italia, facendo della Lombardia il role-model della sua adozione, Assolombarda ha dato vita a un advisory board al quale sono stati invitati operatori ed esperti del settore. (L.M.)