Esperienze

#MissioneCile, quanto è importante per una startup avere “social impact” sul territorio

I co-fondatori di Lectios raccontano le attività che fanno per “ripagare” il Paese che li ospita: talk motivazionali, corsi, workshop, eventi per startup e supporto a imprenditori cileni. Chi non le svolge non ha diritto al grant di 20 milioni di pesos forniti da Start-Up Chile. E perde una “strepitosa esperienza”

Pubblicato il 06 Giu 2015

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Il team di Lectios a un workshop con un gruppo di giovani studenti cileni

Partecipare a Start-Up Chile significa trasferirsi per sei mesi e tuffarsi in una full immersion nel mondo startup ma anche dare “qualcosa” in cambio al territorio cileno: la propria preparazione, l’entusiasmo e la possibilità di stimolare altre persone all’imprenditorialità.

Sviluppare un progetto è un lavoro, una fonte di soddisfazione e di conoscenza e ci rendiamo conto di questo ogni giorno che passa

Quando siamo arrivati a Santiago lo staff di Start-Up Chile ci ha presentato una lista scadenze, attività formative, deadline, appuntamenti… e obblighi.

Tra questi, oltre alla rendicontazione e al raggiungimento di milestone ogni team deve eseguire delle attività di RVA (return value agenda) che lascino un “social impact” sul territorio.

Tutte le startup partecipanti devono mettere a disposizione le proprie abilità per “ripagare” il Paese dell’ospitalità con talk motivazionali, corsi, workshop, organizzazione di eventi per startup e supporto a imprenditori cileni. Chi non svolge le attività di social impact non ha diritto al grant di 20 milioni di pesos forniti dal programma di accelerazione.

Noi di Lectios abbiamo iniziato qualche settimana fa qui a Santiago con un talk per studenti universitari e imprenditori sull’importanza del web marketing per essere competitivi ai giorni d’oggi.

Il 26 e 27 maggio ci siamo recati a Coinco, un paesino di 6.000 persone a 100 km da Santiago dove abbiamo tenuto diverse attività con gli studenti di un liceo.

Per due giorni siamo stati con i ragazzi del cuarto medio (la classe corrispondente alla quinta superiore italiana) ai quali abbiamo raccontato la nostra esperienza e l’importanza di credere nei propri progetti, di eseguire dei test, di non avere paura di sbagliare, cogliendo sempre un insegnamento dagli errori, senza vergogna o timore.

Attraverso i concetti tanto cari agli startupper del metodo Lean abbiamo illustrato come è possibile realizzare un progetto con risorse limitate.

Abbiamo ideato e realizzato un vero e proprio workshop di startup project che partendo dall’individuazione di un problema arriva alla sua risoluzione con un progetto organico con tanto di team, metodo di validazione delle ipotesi… e pitch finale! Il nostro pubblico ricettivo e brillante ha apprezzato le nostre proposte e lavorato in modo brillante!

Preparare un workshop per teenager, affrontare teoria e pratica dividendoli in team, parlare una lingua che non è la nostra (lo spagnolo!) far passare il nostro entusiasmo non è una cosa che siamo abituati a fare.

A giudicare dai feedback e dai risultati veramente interessanti, però il messaggio è passato! E dobbiamo ammettere che fare attività di questo tipo, trasmettere la nostra passione, confrontarsi con ragazzi che vivono in un contesto completamente diverso dal nostro è un’esperienza strepitosa.

Essere startupper non significa soltanto realizzare un progetto innovativo da zero ma anche stimolare le persone che ci stanno intorno all’innovazione.

Un saluto agli amici di EconomyUp e ai suoi lettori.

*il team di Lectios è formato da Jacopo Penso, Tommaso Cardone e Francesco Pra Levis

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