“Ma quali rimpianti, mi dicono tutti che sono ringiovanita!”. Serena Errico, 39 anni, farebbe la stessa scelta se potesse tornare indietro: lasciare un lavoro fisso e sicuro per fare una startup. Del resto, lo spirito imprenditoriale fa parte della sua personalità, ma questa volta a convincerla è Leonardo, un pupetto di tre anni e mezzo che ha fatto pensare alla sua mamma che due giorni a settimana non era un tempo sufficiente da passare insieme.
“Ha prevalso lo spirito materno” dice Serena, founder di BabyGuest, la prima piattaforma per il noleggio e l’acquisto di attrezzature per l’infanzia che facilita la vita dei genitori in viaggio e aiuta gli alberghi a diventare kid friendly. E lo spirito materno porta sempre lontano. Perché con BabyGuest, Serena Errico si è appena aggiudicata il Premio Speciale UniCredit Start Lab, nell’ultima edizione del premio Marzotto.
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Origini pugliesi, una laurea in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Lecce, Serena fonda la sua prima startup a 20 anni. Si tratta di Freecom, un’agenzia di servizi specializzata nell’ambito delle telecomunicazioni. Nel 2001 viene assunta da Vodafone, due anni dopo si trasferisce a Milano e lì ha inizio la sua carriera: si specializza in gestione, negoziazioni e intermediazioni nel canale retail, poi passa in WPP per sviluppare new business, diventa partner di Done! Group, fino ad accettare una nuova sfida professionale partecipando al lancio di Mediaset Premium.
E qui si apre una nuova parentesi nella sua vita: la nascita di suo figlio Leonardo. “Diciamoci la verità: in Italia la maternità è ancora vista con sospetto dalle aziende, da quando lo comunichi al tuo capo a quando vai via a quando poi rientri” spiega la mamma-imprenditrice. “Quando sono rientrata in Mediaset avevano affidato il progetto che io avevo lanciato a un’altra persona, e io ero stata spostata su un altro settore, diventando capo delle partnership e del canale di vendita diretta Mediaset Premium. Opportunità interessante e sfida niente male se solo non avessi avuto un figlio… perché ero sempre fuori per viaggi di lavoro, vedevo Leonardo solo due giorni a settimana. Non mi bastavano e ho detto basta” spiega.
Insomma, quando si dice che una mamma è pronta a tutto per il proprio figlio non sono parole buttate al vento. Ma come è arrivata l’idea di BabyGuest? “Da un bisogno personale – racconta ancora Serena -. Dopo il licenziamento ho deciso di dedicarmi alla famiglia. All’inizio dell’anno mio marito era a New York per lavoro. Volevo raggiungerlo con Leonardo, saremmo rimasti in America un mesetto. Sono partita con una valigia di 20 chili, ma ovviamente non potevo portarmi dietro lettino, scaldabiberon, seggiolone e compagnia bella. Così, prima del viaggio, ho frequentato alcuni forum di mamme americane, alle quali ho chiesto tutta l’attrezzatura per il bimbo in prestito. Alla fine è andata così: dopo la prima passeggiata è partita la ruota del passeggino, le lenzuola del lettino sono arrivate nel sacchetto della spesa, il seggiolone non era pulitissimo… Insomma non è stato il massimo. Così, a marzo, quando sono rientrata in Italia ho pensato di lanciare BabyGuest, la piattaforma professionale su cui è possibile noleggiare tutte le attrezzature per l’infanzia e acquistare i prodotti di prima necessità avendo la certezza di ricevere tutto a destinazione il giorno e all’ora stabiliti”.
I prodotti presenti a catalogo rispettano tutti gli standard di sicurezza internazionali e sono accuratamente puliti, igienizzati e imballati dopo ogni utilizzo. Sono inoltre regolarmente revisionati e rinnovati. E, grazie a una logistica centralizzata, BabyGuest consegna in tutti i paesi dell’Unione europea. “La crisi ha messo a dura prova le famiglie, e da parte delle mamme c’è un’attenzione crescente verso l’e-commerce e l’usato. Ecco perché questa piattaforma può essere di grande aiuto” spiega.
Ma non è tutto. BabyGuest non dialoga solo con i consumatori finali. Ha infatti un canale di noleggio/vendita dedicato agli operatori qualificati del segmento turismo. Primi fra tutti gli albergatori. “L’obiettivo è permettere agli hotel di attrezzarsi al meglio per accogliere le famiglie, fornendo loro tutto ciò che serve per soddisfare le esigenze dei piccoli ospiti. Con BabyGuest tutti gli alberghi hanno la possibilità di diventare realmente kid friendly” spiega Serena.
Le attrezzature noleggiate, sia quelle a disposizione dei consumatori finali sia quelle in uso negli alberghi, hanno un ciclo di vita non superiore ai sei mesi. “Siamo convinti che tale limite sia fondamentale perché il servizio offerto rimanga sempre ai massimi livelli e i prodotti messi a disposizione siano sempre in linea con le tendenze di mercato. Così è nata l’idea di donare le nostre attrezzature alla Casa dei Bambini di CasAmica Onlus, una organizzazione di volontariato che accoglie a Milano i malati e i loro familiari in difficoltà provenienti da tutta Italia per curarsi negli ospedali della città” continua l’imprenditrice che ha già in mente le prossime sfide: Expo 2015 e il Giubileo. “Il flusso turistico atteso per Expo è di 24 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo con una permanenza media nella sola Milano di due giorni. Le ultime stime dicono che il 43% arriverà con famiglia e figli al seguito. BabyGuest rappresenta una opportunità unica per le decine di migliaia di persone che saranno accompagnate dai figli più piccoli. Ma è un’occasione preziosa anche per l’intero tessuto di accoglienza lombardo abituato perlopiù alla clientela business e dunque impreparato nell’affrontare un simile boom di presenze di piccoli ospiti. Ora possono attrezzarsi al meglio senza il minimo sforzo. E lo stesso discorso vale per Roma e per il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco”.
La chiarezza delle idee, la determinazione, la completezza del progetto sono tipici di chi ha un background imprenditoriale proprio come nel caso di Serena. Lei sa come si fa impresa e sa perfettamente quali sono i punti di forza di questa startup: “un’idea che deve essere un must ho have, cioè utile e necessaria; una progettazione sostenibile, cioè con punti chiari e realizzabili; un mercato che può accogliere l’idea, come Expo e Giubileo. Questi sono l’ABC per qualsiasi impresa”.