È passata la proposta di prorogare la vita delle startup innovative da 4 a 5 anni. Era uno degli emendamenti presentati meno di due settimane fa nelle Commissioni Finanze e Attività Produttive al cosiddetto Investment Compact, il decreto nell’ambito del quale si propone di introdurre la nuova categoria aziendale delle pmi innovative, attribuendo loro gran parte delle agevolazioni finora riservate alle startup innovative.
Giovedì notte gli emendamenti al decreto legge “recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti A. C. 2844” sono stati votati nelle Commissioni. In tutto quelli all’articolo 4, riguardante nello specifico le startup, erano circa 150. Di questi, una parte sono stati approvati. Oggi alle 12.00 scadeva il tempo per presentare eventuali altri emendamenti da sottoporre all’esame dell’aula.
Inizia infatti domani a partire dalle 9.30 la discussione del decreto in aula. Naturalmente si inizierà con l’articolo 1, quello riguardante il sistema bancario. È probabile che la discussione sull’articolo 4, quello incentrato sulle startup, slitti intorno a metà settimana, forse giovedì.
Nel frattempo è stato appunto approvato l’emendamento per garantire le agevolazioni alle startup innovative fino a 5 anni di vita. Lo aveva proposto il deputato del Movimento 5 Stelle, Ivan Della Valle.
Un altro emendamento presentato da Della Valle, e ugualmente approvato, prevede che l’atto costitutivo e le successive modificazioni di startup innovative possano essere vidimati o per atto pubblico, attraverso il ricorso a un notaio, o per firma digitale: una semplificazione ulteriore per la costituzione di un’impresa.
Sono stati approvati anche emendamenti a firma di Stefano Quintarelli (Sc), Paolo Coppola (Pd) e Antonio Palmieri (Forza Italia), tutti membri dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione. Sono tre emendamenti distinti ma coincidono per contenuti. Nel testo, tra le altre cose, viene proposta una modalità di accelerazione della procedura di cancellazione delle pmi innovative dal registro delle imprese. Si chiede inoltre di posticipare al primo settembre di ogni anno la relazione annuale del Mise sulle startup innovative, oggi prevista per il primo marzo di ogni anno. “Questo perché – spiega Quintarelli – facendola il primo marzo si finivano per presentare i dati di due anni prima, non dell’anno precedente”. Anche in questi emendamenti si prevede la possibilità di redazione e aggiornamento dell’atto costitutivo delle startup innovative con firma digitale. Un altro punto all’interno dei tre emendamenti riguarda le partecipazioni nel capitale delle imprese. “Attualmente – dice ancora Quintarelli – quando ci sono finanziamenti pubblici da fondi pubblici in matching con fondi privati, l’obbligo di disinvestimento non corre in parallelo: per esempio il pubblico deve disinvestire dopo 5 anni e il privato dopo 7. Noi abbiamo proposto che la cessione delle azioni o delle quote acquisite debba in ogni caso avvenire entro un periodo massimo di dieci anni dalla data di acquisizione. E che questo avvenga in parallelo per il pubblico e il privato”.
Questi però non sono gli unici emendamenti approvati. Qui la lista.
Uno dei punti sui quali, secondo alcuni parlamentari, si tornerà a discutere in aula è la possibilità di modificare il contributo minimale Inps in capo ai soci lavoratori, cioè quello che devono versare le imprese appena nate e che al momento è appunto un minimale, cioè un fisso. Alcuni propongono di passare al calcolo attraverso un sistema proporzionale. E un’altra questione ancora in ballo è la riforma dell’equity crowdfunding.