“Siamo alla ricerca di idee brillanti, ma soprattutto delle persone che ci sono dietro”. Stefano Mainetti, Ceo PoliHub, riassume così il profilo del perfetto candidato per Switch2Product, la call for ideas dell’incubatore del Politecnico di Milano aperta fino al 2 aprile. L’occasione è l’evento di promozione del concorso, il 4 marzo nei locali in via Durando 39, che per la sua settima edizione si presenta rinnovato e arricchito di contenuti.
Innanzitutto una sola edizione annuale, poi, per i 10 finalisti selezionati, due mesi gratuiti di Innovation Camp, il programma di empowerment imprenditoriale gestito da PoliHub in collaborazione con il MIP, la Business School del Politecnico di Milano. I tre/cinque progetti migliori accederanno poi a quattro mesi di incubazione gratuita finalizzati a portare l’idea sul mercato.
“Serve determinazione, coraggio e tantissimo impegno – continua Mainetti – dovete essere i primi a essere entusiasti della vostra idea, a investirci tempo e risorse”, dice Mainetti alla platea di giovani che ha riempito fino all’ultimo posto l’arena PoliHub.
È poi stata Rasha Mozil, startup Tutor e Project Manager PoliHub, a spiegare nel dettaglio i requisiti per presentare il proprio progetto. “Gli ambiti sono tantissimi: tutti quelli nel quale in Politecnico ha competenza ed esperienza. Si va dall’architettura, al design, all’ingegneria, al tech, alla robotica: l’importante è che non abbia già ricevuto un finanziamento da esterni. Non si deve necessariamente “inventare” una nuova tecnologia, basta applicarla in modo o a un campo diverso. E, soprattutto, in fase di application non siamo interessati a sapere le specifiche tecniche: vogliamo capire cosa fa il vostro prodotto/servizio, non come”. Un punto importante, sul quale Mainetti e Mozul insistono, è propria la necessità di aprirsi, non chiudersi agli altri. “Alcuni hanno paura che presentando e chiedendo pareri sul proprio progetto qualcuno possa rubarglielo. La verità è che un’idea, senza la persona che l’ha pensata, non vale nulla”.
E proprio sull’importanza del network e del tutoring si è focalizzato anche Mario Maschio del MIP, che per la prima volta apre gratis il suo programma ai finalisti della Switch2Product. (solitamente il costo è di 2500 euro). “È uno degli aspetti sul quale si punta di più all’innovation camp – spiega – il nostro obiettivo è non farvi perdere tempo, mettere subito alla prova il vostro progetto, se necessario smontarvelo. Lo facciamo con imprenditori e venture capitalist del calibro di Roberto Bonanzinga di Balderton Capital, uno dei maggiori fondi di investimento europei, Gianluca Dettori di Dpixel, Federico Marchetti, Founder e Ceo di Yoox”.
Ma se è vero il mantra “show don’t tell”, è stato importante ascoltare chi ha partecipato e vinto la call negli anni scorsi, è riuscito a farsi conoscere e lanciarsi sul mercato. Lucio Pinzoni, COO di Beast Technologies, Edoardo Tosetti, CEO di Poip, e Domenico Cosentino, CTO di Thingk, (leggi qui la storia della startup) hanno raccontato la loro esperienza e messo in luce i punti di forza della call.
“In PoliHub ho trovato libera collaborazione e aiuto reciproco, anche con gli altri finalisti e il network di studenti e persone che gravitano intorno all’incubatore. Io stesso, che nasco come ingegnere aerospaziale, sono diventato man mano un manager”, spiega Pinzoni, che tra i clienti ha anche la nazionale italiana di calcio.
“Confrontarci con gli altri ci ha fatto mettere in luce e poi correggere tutti i difetti degli oggetti che stavamo realizzando – continua Cosentino di Thingk, che presto diventerà spinoff del Politecnico.
Chi pensa che per partecipare alla call sia fondamentale avere in testa già un prodotto si sbaglia “Noi siamo arrivati solo con un’idea – racconta Tosetti di Poip – e grazie a un mentor di Polihub siamo riusciti a far interessare IBM alla nostra piattaforma, che presto sarà disponibile sul loro marketplace”.