Innovazione ellenica

L’era Tsipras parte con una good news: nel 2014 più startup che imprese chiuse

L’anno scorso in Grecia sono state fondate 33.954 nuove aziende, a fronte di 30.427 che hanno serrato i battenti. Il quotidiano Kathimerini: recessione economica giunta al limite. E il neoeletto premier promette risorse per ricerca e nuove tecnologie

Pubblicato il 28 Gen 2015

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Il neo premier della Grecia, Alexis Tsipras

Il ritratto della Grecia pronta a gettarsi alle spalle gli anni di crisi e dell’austerità ed a sperare in una ripresa non troppo lontana è apparso sui giornali di tutto il mondo negli ultimi giorni. “Il nostro obiettivo è ridare una dignità alla Grecia”, ha promesso il Primo ministro neoeletto, Alexis Tsipras. E il programma del suo partito, Syriza, parla non soltanto di welfare e pubblici investimenti, ma anche di risorse per ricerca, conoscenza e nuove tecnologie, lanciando un buon segnare al settore tecnologico.

Le premesse per una timida ripresa ci sono, come dimostra anche l’indagine del Registro del Commercio (General Commercial Registry, GEMI) che ha evidenziato un saldo positivo nel 2014 tra le imprese costrette a chiudere e quelle nate nel corso dell’anno. Nel 2014, infatti, sono state fondate 33.954 nuove aziende, a fronte di 30.427 che hanno chiuso i battenti, secondo quanto riportato dal Greek Reporter. Secondo un altro quotidiano greco, Kathimerini, c’è stata una doppia spinta: da una parte la recessione economica è giunta al limite, dall’altra i prestiti bancari ed azionari per poter finanziare nuovi business si sono ridotti.

Questo saldo positivo è sicuramente un ottimo segnale per la Grecia, anche se bisognerà adottare misure mirate a sostenere le società neo-nate e riflettere sulla riduzione della forbice tra startup e imprese ormai fuori dal mercato. Mentre in passato questa differenza era del 27 per cento e del 26,7 per cento (rispettivamente nel 2012 e nel 2013), nel 2014 si è avuto l’11,6 per cento in più di nuove imprese rispetto a quelle chiuse. Il Governo Tsipras dovrà, quindi, da una parte arginare la crisi che costringe molti imprenditori ad abbandonare l’attività e dall’altra incentivare nuove iniziative attraverso misure finanziarie e programmi dedicati a sostenere l’imprenditorialità.

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