Fintech

WalletSaver, l’app compara-tariffe in cui l’utente non deve inserire dati

La startup confronta gli operatori telefonici basandosi sulle informazioni dello smartphone. L’idea è venuta a Giacomo Putignano in Cina (“dovevo acquistare una sim ma non mi orientavo con le scritte in cinese”). Dopo vari percorsi di accelerazione (tra cui Unicredit Fintech), punta a nuovi finanziamenti

Pubblicato il 19 Gen 2015

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Messaggi, chiamate, traffico dati. Tariffe e proposte di ogni genere si sono moltiplicate negli ultimi anni e per i clienti è sempre più difficile scegliere quelle giuste per le proprie esigenze. Ci sono tanti siti di comparazione tra i vari operatori telefonici, ma richiedono l’inserimento di dati da parte dell’utente.

WalletSaver è l’app che effettua l’operazione di confronto tra le tariffe telefoniche, prendendo direttamente i dati dal telefono. L’idea è venuta a Giacomo Putignano, 25 anni, quando per motivi di studio si trovava in Cina e doveva scegliere la sim da acquistare. “Avevano tutte le scritte in cinese – racconta l’ideatore e co-founder di WalletSaver – e orientarsi era praticamente impossibile. Se si pensa che è una delle prime cose che si fa quando si va all’estero si capisce come sia utile un’applicazione che non richiede nessuno sforzo da parte dell’utente”.

L’idea è stata messa nero su bianco quando, sempre a Shanghai, ha dovuto sostenere un esame per il master. Anche in Italia, Giacomo ha riscontrato i primi interessi verso la sua applicazione da parte di Luigi Capello, fondatore di Luiss Enlabs e suo professore universitario, che gli ha permesso di parlare dell’iniziativa in diversi eventi di startup.

Pian piano l’idea embrionale ha preso forma e, insieme con il suo primo co-founder, Giacomo ha sviluppato il business model. “Studiavamo entrambi finanza – racconta il ceo di WalletSaver – perciò ci servivano i programmatori per sviluppare l’app ma senza fondi era impossibile. Per questo motivo abbiamo partecipato a InnovAction Lab e siamo arrivati secondi nella competizione finale. Alcuni giornali hanno parlato di noi e la notizia ha raggiunto persino il mio datore di lavoro di una società farmaceutica italiana con sede a Shanghai, presso la quale avevo svolto una summer internship. Mi ha contattato su LinkedIn e mi ha detto che era interessato a investire nella nostra impresa”.

Trovati i fondi, Giacomo ha perso il team di partenza e ha dovuto fondarne uno nuovo con un amico di vecchia data e compagno di studi, Jacopo

Giacomo Putignano, co-fondatore di WalletSaver

Soria, ora chief marketing officer di WalletSaver, e con Antonio Davoli, mente tecnica e chief technology officer, conosciuto a Shanghai. La data ufficiale di partenza è stata il 19 dicembre 2013, ma i tre fondatori hanno prima dovuto terminare gli studi e poi si sono dedicati a tempo piano a WalletSaver.

Il lancio dell’applicazione per Android è avvenuto lo scorso mese e finora ci sono stati 5000 download. “Con la piattaforma implementata – spiega Giacomo – estrapoliamo i dati di consumo dell’utente (traffico dati, chiamate, sms) direttamente dal telefono, sia in base allo storico sia in base al flusso giornaliero. Più tempo l’utente installa WalletSaver, più precisa è la nostra analisi. Il primo vantaggio competitivo rispetto ad alcuni siti di comparazione orizzontale, come SOS tariffe, Facile.it, è che l’utente in questo caso non deve fare nulla, non deve immettere dati. Nessuno sa bene i suoi dati di consumo e questi siti non tengono in considerazione alcune variabili importanti, ad esempio la nostra app guarda anche l’operatore telefonico dei numeri che vengono chiamati più spesso, ed effettua l’analisi della copertura di rete. WalletSaver non aiuta a scoprire soltanto la tariffa più conveniente ma anche l’operatore telefonico con la migliore copertura”.

Il team si è allargato e, oltre ai tre soci e all’investitore, ora lavorano anche altre sette persone di provenienza internazionale, due delle quali conosciute durante l’ultimo programma di accelerazione, il Lisbon Challenge. “Usciamo da un periodo intenso – dice Giacomo – con parte del team che ha seguito il programma di UniCredit FinTech Accelerator a Milano e un’altra parte quello in Portogallo. Abbiamo avuto non pochi problemi legati alla distanza ma dagli errori si impara. In compenso sono state due esperienze molto proficue a livello di contatti. A Milano abbiamo avuto un ufficio a Corso Sempione, abbiamo frequentato il programma di mentorship, workshop, abbiamo fatto una market exploration nel settore B2B e avuto l’opportunità di accedere a una rete di contatti con operatori telefonici. A Lisbona, siamo arrivati secondi nel contest finale e abbiamo vinto un viaggio a San Francisco-Silicon Valley. La partenza è fissata per il 18 gennaio, insieme con alcuni mentor”.

I progetti in cantiere per il 2015 sono tanti: a febbraio verrà lanciata la versione iOS, sarà avviata la partnership con un’associazione consumatori (“Che per noi è strategica perché ci dà affidabilità verso il cliente”, dice Giacomo), entro giugno vogliono coprire altri due Stati europei, hanno fattol’application per partecipare a Seedcamp, 500Startups e Incense (focalizzato su energia elettrica).

“La nostra vision è più ampia – spiega il ceo di WalletSaver – e vogliamo realizzare il primo comparatore al mondo di tariffe che effettua analisi di dati estrapolati alla fonte. Ci sono mille comparatori orizzontali per energia, telefonia, gas, ma richiedono la partecipazione dell’utente. Noi invece vorremmo realizzare un prototipo in grado di estrapolare i dati direttamente dal contatore. WalletSaver rappresenterà il cruscotto dei consumi quotidiani degli utenti, un dashboard aggiornato in tempo reale, che permetterà poi di scegliere le tariffe più convenienti. In questo modo anche gli utenti diventeranno più consapevoli dei loro consumi”.

La “macchina” ben avviata ha soltanto bisogno di carburante. “Abbiamo ricevuto due round di finanziamento da un business angel – conclude Giacomo – e alcuni fondi di investimento in Italia e in Portogallo hanno manifestato interesse per la nostra app. Abbiamo anche vinto un bando Filas, messo a disposizione dalla Regione Lazio per le imprese innovative, e ci hanno riconosciuto 100 mila euro a fondo perduto. Anche se sono fondi a rimborso che coprono l’80 per cento della spesa anticipata, ma non avendo una liquidità di 150 mila euro, abbiamo dovuto chiedere un prestito con mille difficoltà. È un peccato perché si sta facendo molto a livello di ecosistema Italia ma questi passaggi sbagliati rischiano di vanificare tutto”.

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