EconomyUp ha lanciato un sondaggio-bilancio del 2014 sulle nuove imprese e sull’innovazione in Italia coinvolgendo un panel di esperti e opinion leader (in basso la lista dei partecipanti). Abbiamo posto ai nostri “giurati” cinque domande:
►Qual è la startup dell’anno? (Tre risposte in ordine di importanza)
►Qual è l’exit dell’anno? (Tre risposte in ordine di importanza)
►Qual è la buona notizia dell’anno?
►Qual è il bluff dell’anno?
►Qual è il personaggio dell’anno, ovvero la figura che più si è distinta sul fronte dell’innovazione e dell’imprenditoria?
Ecco le buone notizie dell’anno…
Un numero e una persona. Le startup innovative italiane che nel 2014 sono raddoppiate e Fabiola Gianotti che è stata nominata nuovo direttore generale del CERN di Ginevra: sono queste le buone notizie del 2014 più votate dal nostro panel di esperti, chiamato per fare un bilancio dell’anno appena chiuso per l’ecosistema innovazione in Italia.
La prima delle due belle notizie è molto più che un dato puramente numerico. Secondo la fotografia del The Italian Startup ecosystem: Who’s Who, presentato a ottobre da Italia Startup e Osservatorio Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, le startup innovative nel nostro paese sono passate dalle 1227 del 2013 alle 2716 del 2014.
Al 22 dicembre il loro numero ha addirittura superato quota 3000, attestandosi a 3087, secondo il registro tenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. A riprova della vitalità del sistema c’è anche il fatto che le startup finanziate sono cresciute del 74% (da 113 a 197). Vuol dire che in Italia sta crescendo la voglia di fare impresa, e stanno aumentando le risorse per finanziarla, portarla avanti e renderla competitiva.
Ha invece il volto della 52enne italiana Fabiola Gianotti la seconda buona notizia più votata del 2014. Fisica, nata a Roma, cresciuta a Milano, dove si è laureata all’Università Statale, sarà lei il nuovo direttore generale del CERN, nel quale era entrata nel 1987. Gianotti è la prima donna di sempre ad avere questo incarico (in 60 anni di storia). Era stata proprio lei, insieme a Joseph Incandela, a dare al mondo la notizia storica di una prima osservazione del bosone di Higgs, la «particella di Dio» e in quell’anno, il 2012, era stata inserita da Time tra le cinque persone dell’anno. La sua nomina sarà operativa dal 1 gennaio 2016, guiderà il centro di ricerca fino al 2020. «Lavorerò al servizio della scienza e della pace», ha detto dopo aver ricevuto l’incarico.
A ruotare intorno al raddoppio delle startup e alla nomina di Gianotti ci sono diverse buone notizie. Innanzitutto, quelle di sistema: come gli investimenti diretti (come quello di Unicredit in Qurami) e i prestiti a medio-lungo termine (come nel caso di Barcheyacht e di Up) delle banche nelle imprese innovative, l’incremento degli investitori privati nell’ecosistema, l’aumento generale dell’attenzione nei confronti delle startup o la grande quantità di imprese che hanno fatto reshoring, riportando la loro produzione in Italia dopo aver delocalizzato.
Sono stati colti dal nostro panel anche segnali di una maggiore attenzione istituzionale in Italia e in Europa ai temi dell’innovazione, come la nomina di Alessandra Poggiani a nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), il regolamento di Bankitalia e Consob per l’equity crowdfunding (che però alcuni hanno anche votato come bluff dell’anno), il Fondo dei fondi costituito dal Fondo Italiano di investimento a favore delle startup o la creazione della rete dei digital champion italiani, a cominciare da nomina di Riccardo Luna da parte della Commissione europea per l’attuazione dell’Agenda digitale.
Ci sono poi le decise aperture del sistema italiano verso l’estero, che passano dalle 14 startup italiane che per la prima volta hanno varcato la soglia del trading floor a Wall Street, la nascita di Startup Europe Partnership o la scelta di Milano per ospitare il Global Entrepreneurship Congress nel 2015.
E poi, per chiudere, c’è anche una storia piccola e significativa, come quella di Verrua Savoia, 1.477 abitanti a 60 chilometri da Torino, il primo comune italiano a essere un provider, un fornitore di servizi Internet, attraverso un’associazione di cittadini: ogni abitante di Verrua Savoia avrà una connessione Internet a 20 Mb/s a in cambio della quota d’iscrizione annuale all’associazione: 50 euro. Internet ad alta velocità che arriva dove nessun’altra compagnia telefonica avrebbe saputo portarlo, in un comune isolato e collinare. Una di quelle belle notizie che fanno ben sperare in un’Italia che riparte.
Hanno partecipato al sondaggio:Anna Amati (vicepresidente di Meta Group e coordinatrice responsabile del Global Entrepreneurship Congress 2015 a Milano), Emil Abirascid (giornalista, fondatore di Startupbusiness), Federico Barilli (segretario generale di Italia Startup), Marco Bicocchi Pichi (business angel e consigliere di Italia Startup con delega all’internazionalizzazione), Luigi Capello (ceo di LVenture Group e fondatore di Luiss Enlabs), Gianmarco Carnovale (presidente di Roma Startup), Ermanno Cece (blogger, fondatore di FinSMEs), Davide Dattoli (co-fondatore di Talent Garden), Andrea Di Camillo (managing director di P101), Enrico Gasperini (fondatore e ceo di Digital Magics), Massimiliano Magrini (co-fondatore e managing partner di United Ventures), Salvo Mizzi (amministratore delegato di Tim Ventures), Alberto Onetti (presidente della Fondazione Mind the Bridge e coordinatore di Startup Europe Partnership), Pierluigi Paracchi (partner di Medixea Capital, presidente e ceo di Genenta Science), Massimo Russo (direttore di Wired Italia), Fabrizio Sammarco (amministratore delegato di ItaliaCamp), Chiara Spinelli (esperta di crowdfunding e digital champion).