Politica economica

Italia Restarts Up comincia dai piccoli investitori stranieri

All’evento organizzato dall’ITA (ex Ice) sono mancati del tutto i grandi nomi del venture capital. E le startup hanno avuto l’elenco degli interlocutori poco prima dell’incontro. Ma è un primo passo. «Siamo pronti ad accogliere suggerimenti» dice il presidente Riccardo Maria Monti

Pubblicato il 10 Dic 2014

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L’evento Italia Restarts Up, organizzato dall’Italian Trade Agency (ITA nota anche come ICE), può essere rubricato come investimento a sostegno delle startup italiane. Un investimento che è stato apprezzato dalle startup che vi hanno partecipato e che pur con ancora qualche dettaglio da sistemare può essere considerato un successo.

Buona la scelta di coinvolgere solo startup che sono alla ricerca di un secondo round di investimento, su 220 application ne sono state selezionate 69, cercando di puntare sui progetti migliori nei settori soprattutto dell’Information technology e delle Lifescience : “abbiamo definito i settori solo dopo avere selezionato le startup – affermano i responsabili dell’organizzazione – e abbiamo cercato anche di rispettare i parametri della definizione di startup secondo il decreto anche se a volte appaiono effettivamente ancora troppo limitanti”.

Portare investitori stranieri in Italia non è facile, a questo giro ne sono arrivati 57 da ogni angolo del mondo anche se, come anche molte startup hanno rilevato, mancano del tutto i grandi nomi.

Qui puoi leggere l’elenco completo degli investitori internazionali che hanno partecipato a Italia Restarts Up.

Non è facile, l’organizzazione ha anche chiesto ad alcuni investitori italiani di aiutarla nell’individuare i nomi da invitare ma, confida un investitore: “non sapevamo quanto l’evento potesse essere solido e credibile e quindi in molti non si sono voluti esporre con i loro contatti internazionali, ma visto il buon lavoro fatto qui a Milano la prossima volta sono certo che la collaborazione sarà maggiore”.

Quindi un “buon inizio, un buon primo passo” come più startupper hanno commentato l’evento: “alcuni investitori buoni, altri meno ma è normale, certo la mancanza dei grandi nomi si nota ma è un buon primo passo, bisogna agire così, dobbiamo creare occasioni per fare conoscere all’estero ciò che facciamo qui e questo è un buono modo, è stata un giornata positiva per l’ecosistema delle startup”.

Un investimento si diceva, sì perché l’ICE ha sostenuto tutti i costi per portare gli investitori a Milano (mercoledì si sono divisi in tre gruppi per andare a Roma e Torino mentre uno è rimasto a Milano per una serie di altri incontri). Investimento non da poco ma investimento necessario e utile secondo tutti coloro che hanno partecipato e soprattutto secondo le startup che come detto in generale sono state contente dell’evento, certo c’è sempre la voce fuori dal coro ed è giusto che così sia, certo c’era qualche investitore internazionale che palesemente faceva capire di essere venuto solo per farsi un giro in Italia e andare a vedere la partita della Roma mercoledì sera (la tappa allo stadio Olimpico è parte del programma), ma sono note stonate che si possono correggere con la realizzazione di una seconda edizione ancora più efficace: “siamo pronti ad accogliere suggerimenti – dice Riccardo Maria Monti, presidente dell’ICE – e li vogliamo raccogliere soprattutto da chi in questo mondo lavora tutti i giorni”, e hanno subito iniziato a farlo presentandomi membri dello staff che lavorano tra Mumbai e Los Angeles e che hanno voluto sapere tutto dell’ecosistema italiano.

Bilancio positivo quindi, organizzazione efficace anche negli incontri one-to-one che sono stati gestiti in modo ottimale: “forse – puntualizza una startup – se avessimo avuto un po’ prima l’elenco degli investitori li avremmo potuti studiare meglio, ecco un dettaglio che migliorerei nella prossima edizione”.

Alla fine all’evento serale erano tutti contenti: gli startupper che avevano avuto modo di confrontarsi con investitori stranieri, gli investitori italiani che hanno potuto incontrare nuovi potenziali partner, gli investitori stranieri alcuni dei quali non mi hanno nascosto il loro stupore per l’elevata qualità delle startup che hanno incontrato. Ecco questo è forse il migliore ritorno dell’investimento fatto da ICE e dal ministero dello Sviluppo Economico: avere iniziato a costruire la strada che porta a rafforzare la credibilità dell’Italia come costruttore di innovazione. Ora bisogna insistere, continuare a investire in queste cose e alzare l’asticella, bisogna tracciare come le relazioni che si sono costruite ieri si evolveranno e come eventuali deal si inchiostreranno. Forza, un altro evento così e anche i grandi investitori mondiali inizieranno a capire che se l’Italia non entra nel loro radar sono loro i primi a perdere una grande opportunità.

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