Investimenti

Innogest, 70 milioni per il primato nel venture capital

La società guidata da Claudio Giuliano ha chiuso a 70 milioni di euro la seconda tranche del nuovo fondo Capital II, che avrà il closing finale nel febbraio 2015. Una raccolta che lo conferma come il principale operatore italiano. Tra i nuovi investitori anche il Fondo Europeo degli Investimenti

Pubblicato il 06 Nov 2014

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Claudio Giuliano, founder e mangani partner di Innogest Sgr

Innogest SGR si conferma il primo operatore di venture capital in Italia. Con il secondo closing del fondo Capital II ha raccolto 70 milioni di euro e ha in gestione un capitale totale di oltre 160 milioni. Capital II avrà la sua chiusura definitiva fra qualche mese, nel febbraio 2015, ma intanto ha raccolto nuovi investitori. Tra questi spicca il Fondo Europeo degli Investimenti, ma ci sono anche diversi imprenditori ed ex manager dei settori industriali di interesse per Innogest (ICT / Digital e Medical Technologies) che in questa occasione ha accettato anche ticket piccoli. Claudio Giuliano, fondatore e managing partner della società, ovviamente non si sbottona ma rivela che l’investimento individuale più piccolo ammonta a 250mila euro.
“La fiducia ricevuta da parte del Fondo Europeo degli Investimenti e di numerosi investitori qualificati ci rende estremamente orgogliosi, e conferma la sensazione che le imprese Italiane rappresentino un’opportunità nell’ecosistema europeo del Venture Capital”, dice Giuliano. “Tuttavia, ci vuole un’ampia disponibilità di capitali, esperienza e network per costruire aziende globali. A partire dal 2007 stiamo consolidando una rete di investitori ed esperti di rilevanza globale, che conferisce ad Innogest SGR un posizionamento ottimale per valorizzare il potenziale imprenditoriale italiano e per generare ritorni elevati per i propri investitori”. Dal 2007 Innogest ha investito in 24 aziende, di cui 4 attraverso l’attuale fondo Innogest Capital II, ed ha supportato le proprie società di portafoglio nella raccolta di oltre € 120 milioni in co-investimenti.

Ci vogliono tanti soldi, osserva giustamente Giuliano, che stima il capitale di rischio circolante in Italia nell’ordine dei 60 milioni di euro, un mercato in cui Innogest pesa per circa il 25%. Va tenuto conto che i 70milioni di euro raccolti vanno considerati nell’arco di tempo di un quinquennio: è come se il fondo investisse circa 15milioni l’anno.

Come investirà Innogest? Parola d’ordine è focalizzazione. A metterla in atto la coppia Stefano Molino, che supervisiona l’area ICT / Digitale e Claudio Rumazza, concentrato sulla practice medicale / industriale. Le case history di successo non mancano. La più recente è quella di Silicon Biosystem acquisita da Menarini Group di Silicon Biosystems, che nel 2013 è stata riconosciuta con il l “Premio ClaudioDemattè” nella categoria Early Stage.

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Con Capital II, dopo il primo closing dell’aprile 2013, sono stati fatti investimenti in NEW VISION (società che ha sviluppato 4ME, una piattaforma SaaS aziendale che rende facile ed intuitivo per IT e Marketing gestire, memorizzare, pubblicare e tracciare contenuti multimediali attraverso ogni media e ogni canale social); WITHFOUNDERS (acceleratore digitale fondato da sei imprenditori seriali italiani, guidato da Giulio Valiante); FORMABILIO (brand di design online che produce e commercializza mobili disegnati da designer indipendenti e selezionati attraverso un modello contest-based, sfruttando una comunità di 100.000 appassionati di design); ATRICATH (società biomedicale che sta sviluppando un catetere brevettato per l’ablazione delle vene polmonari per trattare la fibrillazione atriale). “Con il nuovo closing avremo la possibilità di fare nuovi investimenti”, spiega Giuliano. “Il mercato è in grande movimento e sono convinto che in Italia non mancino i progetti imprenditoriali da far crescere e sostenere verso la crescita internazionale” (g.io)

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