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Cosa significa creare il gemello digitale di una città: il caso Brescia



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Brescia è al lavoro per creare il suo gemello digitale. Obiettivo: dotarsi di tutte le informazioni utili per plasmare un futuro da smart city. Ecco la tecnologia che userà, le future applicazioni, i costi, le tempistiche del progetto

Pubblicato il 19 feb 2025

Luciana Maci

Giornalista



Brescia al lavoro sul suo gemello digitale
Brescia al lavoro sul suo gemello digitale

Brescia è al lavoro per creare un digital twin, un gemello digitale della città. Attraverso questa tecnologia, l’amministrazione comunale del capoluogo lombardo vuole dotarsi di tutte le informazioni utili per plasmare il suo futuro di smart city. Il progetto, che rientra nelle linee programmatiche di mandato 2023-2028, prevede un investimento di un milione di euro e dovrebbe portare online la piattaforma nel giro di due anni. Questa è solo una delle iniziative cittadine all’insegna dell’innovazione tecnologica e digitale: il 22 gennaio 2025 è stata effettuata alla periferia della città la prima sperimentazione in Europa di un’auto a guida autonoma destinata al car sharing. E il 10 febbraio A2A ha installato nel centro urbano 8 pali per l’illuminazione che diventano colonnine di ricarica per veicoli elettrici “City Plug”, avviando una sperimentazione che in futuro potrebbe estendersi ad altre località. Un vero e proprio laboratorio di innovazione. Che ora punta anche a costruirsi il suo gemello digitale.

Gemelli digitali per smart city: cosa sono

I gemelli digitali sono modelli dettagliatissimi di qualcosa di concreto costruiti a partire da una mole smisurata di informazioni aggiornate in tempo reale generate da quello stesso oggetto. Possono quindi essere considerati, semplificando all’estremo, delle repliche informatiche di oggetti, luoghi, processi e perfino, appunto, di intere città o di persone in carne e ossa. In un contesto di smart city, ovvero la città “intelligente” abilitata dalla nuove tecnologie, i digital twin sono un insieme di sistemi digitali integrati e tecniche di predictive analytics in grado di replicare virtualmente ed integralmente, evolvendo nel tempo, un sistema fisico. In questo modo ne seguono e ne simulano lo sviluppo e la vita operativa, apprendendo e prevedendo il comportamento collettivo di agglomerati urbani. Questo permetterà ad amministratori o singoli cittadini di valutare in tempo reale gli effetti dei cambiamenti sul sistema e scegliere le azioni conseguenti.

Perché Brescia vuole il suo gemello digitale

La piattaforma, si legge nel sito del Comune di Brescia, fornirà dati preziosi e strumenti di analisi avanzati per una governance più efficace, dalla gestione del traffico alla sicurezza pubblica, dall’efficienza energetica alla pianificazione urbanistica.

Grazie a funzionalità quali la previsione degli impatti delle decisioni urbanistiche, la gestione intelligente delle risorse e il monitoraggio costante dei parametri ambientali, questo digital twin punta a diventare uno strumento chiave non solo per l’amministrazione locale, ma anche per urbanisti, mondo accademico e stakeholder cittadini.

Come sarà il gemello digitale di Brescia: la tecnologia

La piattaforma di cui si doterà il Comune di Brescia, si legge sempre nel sito, “implementerà il data lake della città: un archivio centralizzato e scalabile che consente di raccogliere, archiviare e gestire grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti e sorgenti, con il compito di conservare dati eterogenei creando il patrimonio digitale delle smart city. Si basa su tecnologie che consentono di gestire grandi volumi di dati, garantendo al contempo una rapida accessibilità e una buona scalabilità. Il data lake gestisce dati anonimi e minimizzati per soddisfare le normative privacy e le linee guida sulla sicurezza”.

Cosa consentirà di fare

Quali saranno le applicazioni concrete del gemello digitale di Brescia? Come ha spiegato l’assessore alla transizione digitale Andrea Poli, Il digital twin consentirà di osservare lo stato del traffico, delle aree verdi pubbliche, dei livelli di umidità del suolo, dei parametri legati a precipitazioni e venti. Permetterà di verificare la pendenza e la permeabilità dei terreni, identificando le zone della città più vulnerabili in caso di piogge intense, o valutare la pericolosità delle piste ciclabili.

Consentirà la mappatura del rischio di eventi estremi per migliorare le politiche di prevenzione e gestione delle emergenze, permetterà l’analisi degli impatti economici e turistici, promuoverà l’inclusione sociale. In quest’ultimo ambito, il Comune prevede di monitorare i tempi della città: il gemello digitale potrà facilitare l’analisi delle difficoltà dei cittadini nel raggiungere i servizi essenziali tramite mobilità intermodale, con l’intento di ridurle.

Gemello digitale a Brescia: la questione sicurezza

Naturalmente, come per tuti i sistemi informatici, esiste un rischio privacy e un rischio sicurezza. Ma l’amministrazione comunale assicura che “saranno utilizzati dati provenienti da sorgenti già a disposizione del Comune e delle sue partecipate, e saranno garantiti l’anonimato e la privacy dei cittadini”. Inoltre il Comune si è anche dotato di un “corposo sistema di backup e sicurezza per tenere al sicuro i dati che utilizza”. La base dati e i modelli sono tutti di proprietà dell’amministrazione. 

Orgogliosa del progetto è la sindaca Laura Castelletti: “Abbiamo coinvolto l’Università, le partecipate, diversi interlocutori in questo percorso. L’introduzione del gemello digitale – ha dichiarato – rappresenta un passo importante per lo sviluppo della nostra città, perché ci permetterà non solo di pianificare meglio, ma anche di verificare nel tempo l’efficacia delle nostre azioni, migliorarle o correggerle”. 

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