Hypercity: intelligenza artificiale e città del futuro (Franco Angeli) è il nuovo libro di Paolo Fusero, che nasce dall’interesse dell’autore verso due sfide cruciali del XXI secolo: contrastare i cambiamenti climatici e comprendere il ruolo e le implicazioni dell’intelligenza artificiale nei contesti urbani del futuro. In questo testo per EconomyUp Paolo Fusero racconta come è nato il libro e quali sono le sfide che dobbiamo affrontare per passare dalle smart city alle Hypercity
Le città, fulcro della nostra società, sono il luogo in cui si generano molte delle cause del riscaldamento globale, e al tempo stesso sono tra le realtà più vulnerabili ai suoi effetti. In tale scenario, l’intelligenza artificiale si potrebbe configurare come uno strumento ancora poco esplorato, ma con potenzialità straordinarie per analizzare fenomeni complessi, ottimizzare risorse e contribuire a creare ecosistemi urbani sostenibili e inclusivi
Hypercity, un atlante delle innovazioni possibili
Hypercity si colloca all’interno di un dibattito scientifico che richiede approcci innovativi per affrontare i temi della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica. Tra questi, il fenomeno dell’inurbamento che solleva nuove sfide, aprendo spazi per soluzioni inedite, rese possibili dall’intelligenza artificiale. La capacità delle città di adattarsi alle trasformazioni in corso, unita alle tecnologie emergenti, offre l’opportunità di ripensare i sistemi urbani in modi finora non ancora esplorati.
Il libro si configura come una sorta di atlante che illustra le nuove opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, ma non si limita a questo: vuole soprattutto essere un invito per i lettori a immaginare un futuro in cui le città diventino centri di innovazione nella sostenibilità ambientale, inclusione sociale e resilienza urbana. Dalle sue pagine emerge la visione dell’intelligenza artificiale non solo come un avanzato strumento tecnologico, ma come un mezzo per un possibile cambio di paradigma rispetto al modello depredatorio di sviluppo economico che ha contraddistinto il secolo scorso.
Il libro è suddiviso in quattro capitoli. Il primo introduce i fondamenti dell’intelligenza artificiale, ricostruendone in breve la storia recente e spiegando i concetti chiave che ne rivelano il grande potenziale applicativo in ambito urbano. Il secondo capitolo si concentra sulle vulnerabilità delle città di fronte alle grandi sfide del XXI secolo, in particolare il cambiamento climatico. Nel terzo capitolo si esplora il ruolo che l’intelligenza artificiale potrebbe avere nelle città del futuro, immaginando un’evoluzione della Smart City verso l’HyperCity. Il quarto capitolo affronta le sfide etiche e le implicazioni sociali legate all’uso dell’intelligenza artificiale, che richiedono un’attenta analisi per evitare distorsioni e conseguenze negative.
La crescita esponenziale dell’IA
Quello che stiamo vivendo è solo l’inizio di un percorso. Gli algoritmi generativi sono stati introdotti da pochi anni e il ritmo del progresso tecnologico, con la sua curva di crescita esponenziale, rende difficile prevedere gli sviluppi a lungo termine. Questa rapida evoluzione, se da un lato è entusiasmante, dall’altro genera incertezza e preoccupazione, poiché la capacità umana di comprendere e gestire tali fenomeni fatica a tenere il passo dell’innovazione tecnologica.
Il progresso e l’avanzamento della tecnologia sono sempre stati indotti dal bisogno della società di risolvere un problema, di facilitare un processo. Le scoperte di nuovi materiali o nuove metodologie produttive sono state spinte dall’esigenza di ottimizzare le performance di un determinato settore: agricoltura, edilizia, trasporti, industria, etc.
Nel caso dell’intelligenza artificiale ci troviamo di fronte al fenomeno opposto. L’accelerazione delle tecnologie sta avvenendo con una tale velocità che non siamo pronti a comprendere quali potrebbero essere le sue evoluzioni e i suoi campi di utilizzo. E questo ci destabilizza, in un certo qual modo ci spaventa.
Raramente nella storia dell’umanità ci si è trovati in una situazione simile. Mi verrebbe da citare la scoperta del fuoco. Quando poco più di un milione di anni fa un fulmine con tutto il suo fragore colpì un albero e lo incendiò, i nostri antenati che assistettero al fenomeno ne furono sicuramente impauriti. Probabilmente si sentirono anche attratti attribuendone significati soprannaturali, ma si tennero a distanza dal fuoco, lungi dal pensare che quell’episodio avrebbe rappresentato una svolta nell’evoluzione del loro mondo.
L’obiettivo del libro è quindi analizzare il presente, con le sue opportunità e i suoi rischi, ma soprattutto delineare un futuro in cui l’intelligenza artificiale possa essere impiegata per rendere le città più efficienti e inclusive, promuovendo un rapporto più armonioso tra uomo, tecnologia e natura.
Le sfide che ci impone l’IA nelle città
La sfida centrale è quella di sviluppare un’intelligenza artificiale “affidabile”, addestrata da sistemi altrettanto attendibili, capace di supportare i processi decisionali in ambito urbano.
Gran parte del destino delle città e del pianeta dipenderà dalla capacità dei Paesi, siano essi economie mature come Europa e Stati Uniti o emergenti come le Tigri asiatiche e i BRICS, di affrontare l’imminente accelerazione tecnologica. Sarà cruciale comprendere e gestire i rischi, mitigando gli squilibri, in particolare quelli sociali, affinché l’IA possa esprimere appieno il suo potenziale e contribuire fattivamente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Quello che però deve essere chiaro è che non siamo davanti ad un bivio, non si tratta di scegliere se investire o meno sull’intelligenza artificiale: come ogni rivoluzione, il suo progresso è ineludibile!
Il punto cruciale è evitare di esserne sopraffatti, comprendendo i fenomeni e governandoli entro un quadro di principi etici e sociali, per perseguire il bene comune a beneficio dell’umanità e del pianeta.
L’Europa è chiamata a ricoprire un ruolo centrale in questo cambiamento. Le politiche comunitarie sono legate dall’incrocio tra digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Inoltre, proprio l’Europa, grazie alle sue normative e all’attenzione sempre dedicata, può presidiare meglio, rispetto a grandi protagonisti come USA o Cina, la sfida dell’“umanizzazione” dell’intelligenza artificiale.
Su questi temi un contributo importante potrà venire anche da Paolo Benanti, professore della Pontificia Università Gregoriana ed esperto di etica delle tecnologie, unico italiano presente nel Comitato per l’intelligenza artificiale voluto dalle Nazioni Unite.
Il libro propone esattamente questo: una visione olistica, in cui l’IA non è considerata né la soluzione universale a ogni problema, né una minaccia assoluta da cui guardarsi, ma piuttosto una forza propulsiva capace di accelerare la transizione verso modelli urbani più sostenibili e resistenti.