Open Innovation 2024, come previsto è stato un anno difficile. Ovunque.
Non è stata una sorpresa. Dall’analisi delle risposte che ci avevano dato a fine del 2023 gli Head of Innovation delle principali 100 aziende al mondo circa i budget per il 2024 emergeva una aria di tagli. A fronte di un gruppo di aziende che stabilmente continuava ad aumentare i propri investimenti in innovazione (il 27%), quelle che avevano a piano una contrazione dei budget era sensibilmente in crescita (dal 3% nel 2022 al 27% nel 2024).
E, alla fine, tanto tuonò che piovve. L’anno ha confermato sostanzialmente le previsioni.
Open Innovation 2024, i casi che hanno fatto rumore
Nel 2024 abbiamo assistito a passi indietro “rumorosi”. Tre sopra tutti:
- a gennaio la chiusura del tech incubator Store No. 8 di Walmart, che, avviato nel 2017, aveva prodotto alcuni interessanti casi di successo.
- a marzo la chiusura da parte del colosso tedesco del software SAP di SAP.IO, l’unità di open innovation del gruppo (in tutto 50 persone, sparse su una dozzina di location su quattro continenti) che, per anni, è stato un riferimento a livello globale per le diverse attività svolte (accelerazione prima, intrapreneurship e venture builder più di recente).
- Ad agosto la uscita di AXA dal proprio fondo di CVC – Axa Venture Partners (AVP) – trasformato in un fondo VC indipendente (con il management che ha rilevato il 70% delle quote detenute dal gruppo assicurativo).
Questi sono i casi più visibili. Cui si aggiungono innumerevoli casi di chiusura o significativo ridimensionamento gestiti in silenzio dalle aziende, che, così come pompano con la comunicazione il lancio di nuovi programmi, sono sempre alquanto discrete (per usare un eufemismo) nel momento di seppellirli. Le nostre conversazioni con tante aziende confermano questo sensazione di freno tirato.
Quindi se di inverno dell’Open Innovation si parla, fa certamente più freddo di quanto si percepisca.
Open Innovation 2024: poche posizioni aperte
Un altro segnale, seppur indiretto, di questo sentimento emerge dalle posizioni aperte sul fronte dell’open innovation. Fino a metà dell’anno scorso c’era penuria di candidati (e lotte al coltello per accappararseli). Oggi ci sono poche pozioni aperte mentre si assiste a diverse persone che lasciano le posizioni precedentemente occupate.
Chi come me legge la newsletter settimanale di Global Corporate Venturing, che pubblica le opportunità di lavoro nel settore dell’innovazione (sotto un esempio), avrà notato come in media quest’anno si vedano più uscite che ingressi nel ruolo. E qualcosa vorrà dire.
Come sta cambiando l’innovazione aperta
Non è certo la fine dell’Open Innovation che è “here to stay”, perché non c’è alternativa ad innovare (e farlo in modo aperto è l’unica opzione possibile).
Si tratta di un momento storico in cui convergono due “forze” non necessariamente opposte:
- Un clima economico non positivo che screma il numero dei giocatori (facendo fare passi indietro alle aziende più indecise o frenandone l’entrata);
- Una naturale evoluzione/maturazione dello strumento che da fenomeno sconosciuto e di moda incomincia a diventare un strumento gestionale a tutti gli effetti.
Open Innovation, qualche spunto per il 2025
L’effetto combinato di entrambe è quello di una maggiore pressione sui risultati. Ciò è confermato anche dalle conversazioni che abbiamo appena avuto durante i Corporate Startup Stars Awards con i responsabili dell’innovazione di oltre 50 aziende tra le Fortune 500, da cui sono emersi tre spunti chiave:
- Focalizzazione sui risultati e sull’impatto: Le aziende sono sempre meno interessate a piccoli progetti pilota. Cercano collaborazioni con startup che possano davvero fare la differenza.
- Maggiore coinvolgimento delle linee di business: Riconoscendole come clienti interni, le aziende stanno dando priorità al coinvolgimento delle BUs per garantire allineamento su obiettivi e adozione delle soluzioni.
- Concentrazione sull’identificazione di challenges che affrontino bisogni significativi: Gli sforzi si stanno sempre più orientando verso la soluzione di problemi che contano davvero.
Quindi alla chiusura del 2024 il quadro dell’Open Innovation è riassumibile come segue:
Concretezza: conta portare a casa risultati tangibili.
L’era dell’Innovation Theater è definitivamente alle nostre spalle;
Le aziende hanno (finalmente) abbracciato pienamente l’Open Innovation (e chi la ha mollata per ragioni di budget tornerà a farla)