In questi giorni riflettevo sul fatto che il bando “Io sono futuro” e l’idea da cui nasce sono un esempio di quella che noi alla Fondazione Pensiero Solido chiamiamo “economia circolare delle competenze”…
“Davvero, caro Antonio? Sono lieta di questa coincidenza”
Anch’io, Marta Ferrari. Tu attualmente sei il direttore generale della Fondazione Della Frera, ma possiamo dire che sei anche la “mamma” di questo progetto?
“Se alludi al fatto che ho avuto l’idea tre anni fa e che questa è la terza edizione del bando, credo proprio di sì. Le due edizioni precedenti le ho realizzate con la mia associazione Sedicimedia APS. Da quest’anno ‘Io sono futuro’ è diventata un’attività della Fondazione Della Frera. Peraltro Guido aveva già sostenuto le due edizioni precedenti e sono molto felice che abbia voluto compiere questo passo, adottando il progetto e inserendolo tra le prime iniziative della sua Fondazione. A Guido devo molto: ha sempre creduto nel talento delle persone offrendo loro gli strumenti per emergere e supportando concretamente tanti miei progetti umanitari”
Andiamo con ordine. Chi può partecipare al bando?
“Tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 35 anni, con un’idea imprenditoriale innovativa, che utilizzi l’intelligenza artificiale per dare una risposta alle nuove emergenze globali. Un’attenzione particolare verrà riservata agli startupper italiani che sono una delle eccellenze in ambito tecnologico e innovativo”
Davvero a tutte quante le emergenze?
“Essendo purtroppo tante, di anno in anno ne indichiamo alcune. Quest’anno ci focalizziamo su due ambiti strategici: qualità della vita quotidiana della comunità e salute, con un focus sulla ricerca oncologica.”
Il bando è aperto fino al 15 gennaio. Quali sono le fasi del percorso?
“Il percorso è strutturato in cinque fasi. È partito a ottobre con un tour nazionale di presentazione. Dopo la chiusura del bando il 15 gennaio, i progetti saranno selezionati da una giuria di esperti. I quindici vincitori parteciperanno a una Business Academy specializzata tra febbraio e marzo 2025…”
…e la fase finale è ciò che caratterizza in modo assolutamente originale il progetto…
“In effetti è così. Porteremo i vincitori gratuitamente, tra aprile e ottobre, all’Expo 2025, a Osaka. Là potranno presentare al mondo il loro progetto, all’interno del padiglione Italia e anche in quelli di altre nazioni con le quali stiamo chiudendo accordi. Abbiamo seguito questo schema anche nelle due edizioni precedenti. Dopo le esperienze fatte agli Expo di Dubai e di New York, posso dire a ragion veduta che la partecipazione a Expo Osaka sarà per loro un’esperienza formativa unica e una straordinaria vetrina internazionale, che si unisce a quella che noi offriamo loro in Italia.”
Insomma voi esponete sul piano globale quindici giovani di talento, ma poi li riportate a casa.
Meno male, poiché purtroppo siamo in pieno inverno demografico e quindi non ci possiamo permettere di “sprecare” nemmeno un giovane. Invece, tra NEET e i troppi che vanno a cercare fortuna all’estero, lasciando il nostro Paese spesso senza farvi ritorno, dilapidiamo un enorme patrimonio umano. Una ingiustizia e uno spreco.
“Questa è una delle motivazioni che mi hanno spinto a inventare questo progetto e che hanno convinto la Fondazione Della Frera a farlo proprio. Non ho e non abbiamo la pretesa di capovolgere la situazione, ma vogliamo dare un contributo, piccolo ma concreto, per invertire la tendenza. Siamo convinti che ogni persona, in particolare ogni giovane, abbia un talento e che il nostro compito sia farlo emergere.”
Lo fate offrendo loro una possibilità concreta, mettendo a disposizione esperienza, relazioni, denaro e conoscenze, accumulate nel corso delle vostre carriere. Come dicevo all’inizio, questa è l’economia circolare delle competenze. Che risultati avete ottenuto finora?
“Nelle precedenti edizioni del progetto abbiamo valutato 719 progetti, coinvolto 9 università. Il 60% dei vincitori hanno ricevuto finanziamenti per portare a compimento il loro progetto di startup oppure sono stati integrati in aziende.”
Una percentuale interessante, che dice molte cose, compresa la difficoltà di passare da un seppur buon progetto alla fase realizzativa.
“È così. Però per tutti i partecipanti si tratta di una esperienza formativa molto utile, che consente loro di mettersi alla prova, di farsi avanti, di imparare, anche dalle cose negative, apprezzando il positivo del percorso.”
A proposito di positivo. Quanto durerà la permanenza a Osaka?
“Una settimana. E saranno sette giorni di opportunità di confronto con coetanei di tutto il mondo. Sarà un’esperienza formativa unica e una possibilità per loro di iniziare a fare networking.”
Tutto questo all’insegna del motto “In questa epoca capisci che tutto è davvero possibile”, come ha detto Gioacchino Moscato, uno dei vincitori della prima edizione, alla presentazione che avete fatto a Milano in Galdus, importante ente per la formazione professionale e l’inserimento lavorativo di giovani e adulti.
“Tutto è possibile, ma a patto di non essere da soli. Noi accompagniamo questi ragazzi a trovare una loro strada imprenditoriale e li invitiamo a darsi da fare per conoscere e per farsi conoscere.”
Come dicevo all’inizio questo è il modo di declinare l’economia circolare delle competenze. Gli adulti mettono a disposizione la loro esperienza, ascoltando i giovani con pazienza e senza supponenza. I giovani condividono con gli adulti i loro progetti e ne accolgono i suggerimenti. Ultimo spunto. A che punto siete con le adesioni?
“Siamo a un buon punto, ma l’esperienza ci dice che questo ultimo mese di apertura del bando, nonostante le festività natalizie, sarà quello decisivo, nel quale molti decidono di farsi avanti.”
In qualche misura, valutando la partecipazione al progetto in queste settimane è come se questi giovani facessero il loro buon proponimento per il nuovo anno che viene…
“…in questo caso non solo rimanendo sul piano di un desiderio, ma decidendo di scommettere concretamente sul proprio futuro.”