Atacama è un immenso deserto che si estende dal Perù al Cile. Un luogo assolutamente inospitale. Lo è a tal punto che è stato usato per provare i veicoli destinati a esplorare Marte. Eppure, è anche il luogo del mondo nel quale si vedono meglio le stelle.
Così recita il benvenuto nel sito www.atacama360.it, cooperativa che produce podcast, videocorporate e fa postproduzione audio-video ma soprattutto docufilm per aziende. Non si tratta di una startup come le altre, perché Acatama è una cooperativa di detenuti o ex detenuti. È l’ennesima prova che non siamo definiti una volta per tutte e in modo indelebile dalle nostre colpe, ovviamente purché la persona che ha sbagliato decida di afferrare una occasione di riscatto.
La storia di Acatama è anche la riprova che insegnare i mestieri del digitale è uno strumento importante per dare una nuova occasione a chi la merita. In definitiva, una forma di tecnologia solidale al quadrato.
“Ho incontrato i due fondatori di Atacama, Matteo Gorelli e Fernando Gomes Da Silva, carcerati a Bollate, nell’autunno 2021 – mi dice Andrea Rangone, fondatore e presidente di Digital 360 – poche settimane dopo che Digital360 era diventata una società benefit. In quei mesi avevamo iniziato a collaborare con Guido Chiaretti, presidente di Sesta Opera San Fedele Onlus, associazione di volontariato penitenziario attivo nelle carceri italiane da oltre 100 anni. Volevamo creare opportunità per detenuti ed ex detenuti attraverso il lavoro nel digitale”.
Perché, Andrea?
“Per due motivi. Da un lato mi sembrava coerente con il nostro status di società benefit, che vede nella trasformazione digitale un motore di crescita sostenibile dell’economia e della società. In secondo luogo, ma in realtà è il primo motivo, avevo il desiderio di restituire quello che avevo imparato e avuto dalla vita a chi magari si era messo nei guai, magari perché non aveva avuto le mie stesse possibilità”
Quindi come hai declinato questo tuo desiderio – come si sarebbe detto una volta – di fare del bene?
“Sono partito da quello che già sapevo fare, era la via più semplice. Sono professore ordinario di Digital Business e di Entrepreneurship al Politecnico di Milano e dal 2012 faccio anche l’imprenditore. Partendo da qui, con l’aiuto della preziosa esperienza sul campo di Guido Chiaretti, ci siamo focalizzati sull’affiancamento dei detenuti con attitudini imprenditoriali. Guido mi ha segnalato il potenziale “imprenditoriale” di Matteo e Fernando. Matteo, che si è laureato in carcere, aveva avviato una piccola casa discografica di musica urban e seguiva alcuni progetti di riciclo dei rifiuti insieme a Fernando”
Nel vostro caso, l’idea era quella di far nascere una azienda capace di stare sul mercato e di competere al pari delle altre, giusto?
“È così. Acatama è una impresa coerente con la mission di Digital 360, perché è un progetto imprenditoriale che offre servizi digitali alle aziende, aiuta il reintegro sociale e la riduzione delle recidive grazie al lavoro. All’inizio abbiamo messo a disposizione di Atacama il nostro network per sostenere la partenza, però è tutta loro la capacità di stare in piedi e di progredire, passo dopo passo”
A che punto è oggi Acatama?
“Fattura e si sta strutturando. I clienti sono soddisfatti e li chiamano non per la loro storia, ma perché sono preparati, perché stanno interpretando al meglio il loro lavoro, fanno video di grande qualità. Oggi hanno le competenze per offrire prodotti di narrazione visiva per il mondo del cinema e della pubblicità, aziende, contenuti social, storytelling a impatto sociale, design creativo e produzione di video musicali. Realizzano video, podcast, fanno post produzione, videocorporate, docufilm, riprendono convention, insomma tutto quello che può servire a comunicare una azienda. Inoltre nella nostra squadra di supporto sono entrati Antonio Tazartes, presidente di Cellularline, ed Ercole Giammarco, Partner di Your Group. Ma soprattutto…”
…soprattutto?
“Matteo e Fernando, ai quali si è aggiunto Patrick Yassin, detto Yassa, hanno dato vita a un network di competenze digitali in altre carceri italiane e altri detenuti stanno facendo un corso di videomaker. Questo fa sì che Atacama possa operare non solo a Milano, ma anche in altre parti di Italia. Il piccolo seme gettato da Matteo e da Fernando sta dando frutti. Caro Antonio, capisci perché è importante fare quel poco che possiamo per mettere le nostre competenze a servizio di persone come loro, che hanno una grande voglia di riscatto e hanno bisogno solo di avere una opportunità. Per questo è importante raccontare storie come quella di Acatama oppure, come tu hai già fatto in passato, le iniziative che altre aziende del digitale come Cisco e Tiscali stanno facendo nelle carceri. Il lavoro in sé e i mestieri del digitale possono essere una grande opportunità di riscatto e una opportunità economica, data la carenza di manodopera per il digitale. Una operazione win win, sotto tutti gli aspetti”
A proposito di operazioni “win win”, hai visto che è uscito il nuovo bando del Fondo per la Repubblica digitale, che si chiama “Fuoriclasse” iniziative innovative per accrescere le competenze digitali e facilitare il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute?
“L’ho visto. Lo studieremo nelle prossime settimane e seguiremo uno dei due webinar gratuiti di formazione previsti il 3 e il 5 dicembre. Mi sento però di dire che per le imprese come la nostra e per quelle come Atacama già sapere che c’è è una novità assoluta che genera entusiasmo e dà nuova forza per continuare a fare quello che stiamo facendo”