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Eni Next e le startup: perché ha investito in Mantel (cattura del carbonio) e Dronus (droni industriali)



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La società di Corporate Venture Capital di Eni scommette su Mantel Capture, fornitore di tecnologia per la cattura del carbonio, e Dronus, realtà triestina dei droni industriali. Rientrano nella strategia di Eni Next per identificare e supportare tecnologie innovative per la transizione energetica

Pubblicato il 17 set 2024



Eni Next e la transizione energetica
Eni Next e la transizione energetica

Eni Next, la società di Corporate Venture Capital di Eni, ha realizzato nelle ultime settimane due investimenti in startup ad alto potenziale di crescita: Mantel Capture, fornitore di tecnologia per un sistema di cattura del carbonio, che ha raccolto 30 milioni di dollari in finanziamenti di Serie A co-guidati da Shell Ventures e, appunto, da Eni Next; e Dronus, azienda con sede a Trieste considerata uno dei principali player italiani nella produzione di droni industriali, che ha ricevuto un nuovo investimento di importo non specificato da Eni Next. Operazioni che rientrano in una strategia mirata a identificare e supportare tecnologie innovative per la transizione energetica. Vediamo i dettagli.

Perché Eni Next investe in Mantel Capture

La cattura del carbonio implica la raccolta di CO2 prodotta da grandi fonti come centrali elettriche e altre strutture industriali. La CO2 catturata viene quindi compressa, trasportata e utilizzata per una varietà di applicazioni o immagazzinata sottoterra, impedendo il suo rilascio nell’atmosfera. Con lo sviluppo e l’evoluzione delle iniziative di decarbonizzazione, il movimento intorno alla cattura del carbonio sta crescendo costantemente.

Mantel sfrutta i borati fusi, l’unico materiale di cattura del carbonio in fase liquida ad alta temperatura, per catturare la CO2 alla fonte di emissione. Operando a temperature elevate, i sistemi di Mantel recuperano calore di alta qualità durante la cattura della CO2 (assorbimento), compensando l’energia necessaria per rigenerare il materiale di borato fuso (desorbimento). Questo consente a Mantel di catturare la CO2 dalle emissioni industriali in modo efficiente, riducendo i costi di cattura di oltre la metà rispetto alle tecnologie convenzionali di cattura del carbonio a base di ammine, e rendendo economicamente fattibile l’installazione della tecnologia di Mantel nei siti industriali pesanti.

Il round da 30 milioni è stato annunciato il 5 settembre 2024. Oltre a Eni Next e Shell, tra gli altri investitori figurano Engine Ventures, New Climate Ventures, Hartree, bp Ventures, Arosa Ventures, Vale Ventures, Newlab, MCJ Collective e altri.

I finanziamenti saranno utilizzati per implementare un progetto dimostrativo in un sito industriale e aiutare a spianare la strada per la distribuzione commerciale su larga scala dei sistemi di cattura del carbonio ad alta temperatura di Mantel.

“Questo investimento – ha dichiarato Cameron Halliday, co-fondatore e CEO di Mantel – ci consente di passare dal successo del progetto pilota di laboratorio alla relazione con i clienti per progettare e prepararsi alla distribuzione di progetti commerciali su larga scala.”

“Per Eni Next – ha dichiarato Clara Andreoletti, CEO di Eni Next – la cattura e lo stoccaggio del carbonio sono una leva fondamentale per la transizione energetica. La tecnologia di Mantel offre il potenziale per ridurre significativamente i costi di cattura grazie al suo solvente innovativo. Rendere la cattura del carbonio conveniente è fondamentale per la sua implementazione nei settori difficili da decarbonizzare. Eni Next è entusiasta di collaborare con Mantel per garantirne il successo”.

Perché il CVC di Eni investe in Dronus

Dronus, azienda con sede a Trieste considerata uno dei principali player italiani nella produzione di droni industriali, ha ottenuto un nuovo investimento da Eni Next. come riferito da un comunicato diffuso l’11 settembre.

Eni e Dronus hanno definito un SAFE (Simple Agreement for Future Equity) come parte del nuovo investimento, che si basa sui precedenti rapporti di ricerca e sviluppo tra le due società italiane.

Eni e Dronus, infatti, hanno completato con successo lo sviluppo di K3, il primo drone con certificazione ATEX . K3 è anche in grado di volare senza alcun segnale GPS e di operare autonomamente in applicazioni di monitoraggio di impianti industriali. Grazie al nuovo investimento di Eni, Dronus mira a promuovere l’uso del drone K3 su larga scala ed esplorare ulteriori aree di innovazione tecnologica.

Le tecnologie dei droni, afferma Dronus, saranno in grado di rafforzare ulteriormente le capacità di sicurezza occupazionale e integrità delle risorse, automatizzando e digitalizzando le ispezioni nei siti operativi. I droni possono anche espandere la capacità di monitoraggio delle strutture di qualsiasi azienda, migliorando l’efficacia dei sistemi di protezione ambientale.

“L’investimento di Eni Next – ha commentato Marco Ballerini , CEO e fondatore di Dronus – conferma il nostro impegno nell’accelerazione dell’innovazione nei droni e va ad arricchire una partnership di cui siamo particolarmente orgogliosi. Dimostra infatti ancora una volta la capacità delle nostre tecnologie di adattarsi a casi concreti e complessi su larga scala e di attrarre l’attenzione e gli investimenti di player industriali su scala globale”.

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