SMART BUILDING

Anche in Italia gli standard globali GS1 nel BIM per favorire la digitalizzazione delle costruzioni

Un protocollo di intesa fra IBIMI e GS1 Italy prevede l’uso degli standard globali nel BIM, con l’obiettivo di sviluppare l’interoperabilità che consente l’identificazione dei materiali e lo scambio di dati. I vantaggi per le aziende del settore

Pubblicato il 09 Mar 2022

GS1 e BIM

Standard GS1 e BIM, un passo avanti per la digitalizzazione del Real Estate. Saranno applicati  anche in Italia nel settore delle costruzioni gli standard globali GS1 per la comunicazione fra imprese, con l’obiettivo di ridurre le inefficienze e i freni che ancora rallentano la diffusione delle applicazioni tecnologiche per mancanza di interoperabilità.

Un protocollo di intesa è stato siglato da IBIMI, capitolo italiano di buildingSMART International (l’ente mondiale che guida la trasformazione digitale del settore delle costruzioni), e GS1 Italy, una delle 115 organizzazioni non profit GS1 attive in 150 paesi nel mondo che promuovono l’utilizzo degli standard GS1, i più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese.

Standard GS1 e BIM: un passo per far crescere la produttività

L’accordo tra IBIMI e GS1 Italy fa seguito a un progetto avviato a livello internazionale che risponde all’esigenza di rendere più efficiente il settore. Il comparto delle costruzioni, infatti, soffre di un basso incremento della produttività generale (<1%/anno), per problemi di coordinamento degli attori coinvolti in progetti di medio-grandi dimensioni, per una scarsa qualità nei dati di prodotto dei materiali (dovuta, appunto, alla mancanza di uno standard globale e interoperabile) e per un basso livello di digitalizzazione e di automazione dei processi.

«L’adozione degli standard globali GS1 all’interno del BIM per l’identificazione dei materiali e lo scambio di dati è molto importante per determinare una maggiore efficienza del settore delle costruzioni. Per questo, siamo felici di poter supportare gli operatori del comparto con i nostri standard e le nostre soluzioni, nel creare relazioni più efficienti ed efficaci nell’intera filiera e farne crescere il livello di digitalizzazione» afferma Bruno Aceto, ceo di GS1 Italy.

Che cos’è GS1 e che cosa fa

A partire dall’introduzione rivoluzionaria del codice a barre nel 1973, l’organizzazione non profit GS1 sviluppa gli standard più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese. In Italia, GS1 Italy riunisce 35 mila imprese dei settori largo consumo, sanitario, bancario, della pubblica amministrazione e della logistica.

I sistemi standard GS1, i processi condivisi ECR, i servizi e gli osservatori di ricerca che GS1 Italy mette a disposizione semplificano e accelerano il processo della trasformazione digitale delle imprese e della supply chain, perché permettono alle aziende di creare esperienze gratificanti per il consumatore, aumentare la trasparenza, ridurre i costi e fare scelte sostenibili.

Che cos’è IBIMI e che cosa fa

IBIMI è un’associazione no profit iscritta al MISE ai sensi della legge 4 del 2013, con l’intento di supportare e promuovere la digitalizzazione dell’industria delle costruzioni.
L’associazione, divenuta un attore chiave del BIM in Italia, rappresenta un mediatore neutrale tra tutti gli stakeholder della filiera edile, costituendo uno spazio unico di scambio e dialogo, in cui i professionisti del BIM condividono la loro esperienza per aumentare le proprie competenze.
Dal 2019 IBIMI è il capitolo italiano di buildingSMART International, la rete mondiale che lavora sulle sfide internazionali dello smart building.

I vantaggi dell’adozione degli standard GS1 nel BIM

In questo scenario l’adozione degli standard GS1 consentirà alle aziende del settore di condividere in maniera automatica le informazioni, di avere sempre accesso a dati di qualità e tracciabilità sui materiali – anche in un’ottica di economia circolare – e di riduzione dei costi.

L’accordo fra IBIMI e GS1 dà così il via a un progetto comune volto a promuovere la digitalizzazione del settore delle costruzioni, ottimizzare le risorse disponibili condividendo iniziative e attività su temi di interesse comune in ambito nazionale e internazionale, e migliorare la qualità delle attività con la condivisione di best practice.

L’uso degli standard globali GS1 per identificare i materiali e per condividerne le informazioni agevola, inoltre, i processi di supply chain e di gestione del ciclo di vita dei prodotti. In particolare, nel supply chain management, supporta gli operatori nell’approvvigionamento dei materiali e nell’efficientamento della logistica, consente di generare schede di prodotto con informazioni affidabili e di qualità, di disporre di un’autenticazione dei materiali attraverso la tracciabilità e di favorire l’incremento di tecnologie digitali (“gemello digitale”).

Inoltre, nel lifecycle management, favorisce processi efficienti con l’identificazione univoca di materiali e strumenti e migliora l’efficienza nella gestione dei rischi e della garanzia della qualità. Il tutto, in aderenza alle regole BIM (Building Information Modeling), la metodologia che permette di condividere le conoscenze e le informazioni relative ad una costruzione, fornendo una solida base per qualunque decisione da prendere durante tutto il ciclo di vita della struttura (pianificazione, realizzazione e gestione).

Un nuovo modo di progettare per l’economia circolare

«L’integrazione di questi due mondi di standard è essenziale per promuovere la vera economia circolare in quanto questa non dovrebbe nascere da una mera “certificazione dei processi” ai fini dei CAM (Certificazione Ambientale Minima) ma da un nuovo modo di progettare un’opera edile che considera, fin dalla progettazione preliminare, l’uso di materiali che abbiano un basso impatto ambientale o che utilizzino materiali riciclati. Tutto al fine di ridurre l’impronta di carbonio del mondo costruito.”, dice Anna Moreno, Presidente di IBIMI.

“Questa integrazione quindi permette di avere realmente un modello digitale gemello (digital twin) perché i materiali e i prodotti, inseriti in fase di progettazione, portano già in sé la possibilità di collegare il modello con le informazioni relative a qualsiasi proprietà e/o caratteristica ritenuta necessaria in fase di costruzione, di gestione, di manutenzione e di eventuale riciclo o smaltimento a fine ciclo vita di ogni elemento utilizzato»

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