BIM e Blockchain, un incontro che può portare molti vantaggi al settore delle costruzioni. Oggi i progetti con importi superiori ai 15 milioni di euro devono essere in BIM. Nel 2025 dovranno esserli tutti. Il metodo che prevede sistemi di gestione digitale, quindi, è destinato a diventare uno standard per l’industria e potrà esserlo più facilmente quanto più sarà semplice e affidabile. In questo senso l’applicazione della blockchain può essere determinante.
Il Building Information Modeling è una rappresentazione digitale e tridimensionale delle opere edili e dei relativi servizi, sorta di “gemello digitale” dell’opera, di cui contiene tutti i dati. Una vera rivoluzione, sancita per legge nel 2017, poiché fino a qualche anno fa i progetti venivano realizzati per raccogliere informazioni su un particolare piano di costruzione, secondo un approccio 2D che rendeva complessa la visualizzazione di dimensioni e requisiti tecnici.
Il vero valore aggiunto del BIM sono i dati, patrimonio informativo da sfruttare per tutta la durata del ciclo di vita dell’edificio. Per questo sarebbe riduttivo utilizzare tale metodologia solo a favore delle fasi di progettazione e costruzione dell’asset. Quando si crea un modello BIM è necessario lo scambio di dati fra diversi soggetti e il committente. “Informazioni che passano di mano in mano senza un tracciamento delle responsabilità diventano informazioni inutili. Utilizzare informazioni prodotte da terzi per prendere decisioni che possono anche comportare l’assunzione di rischi penali e civili, pone l’accento sul livello di fiducia in termini di qualità e veridicità di quelle informazioni”, dice Lorenzo Nissim, vicepresidente di IBIMI-buildingSMART Italia. “Pensiamo se qualcosa va storto, per esempio crolla un ponte, cosa succede? Chi ha preso la decisione sbagliata? Basandosi su quali informazioni? Prodotte da chi?
Una risposta a questa esigenza può arrivare dalla blockchain applicata al BIM. Il sistema basato su un registro distribuito delle transazioni (DLT) consente di poter “notarizzare” processi ed eventi senza la necessità di un’autorità terza, permettendo così agli attori della filiera di aggregare informazioni qualificate che, opportunamente inserite in un modello, consentono di approcciare i processi decisionali in modo molto più efficiente ed efficace rispetto al passato, godendo del sostegno da parte della normativa nazionale in materia.
IBIMI-budilingSmart Italia, associazione associazione no profit dedicata alla promozione del metodo BIM attraverso lo sviluppo di standard, buone pratiche, networking e formazione, ha istituito al suo interno un gruppo di lavoro che ha definito alcune linee guida sull’applicazione della blockchain al BIM per la registrazione dei dati
“La semplice registrazione in blockchain non è sufficiente ad affrontare alcuni problemi come la protezione dei dati sensibili presenti all’interno dei modelli BIM o l’opponibilità a terzi in sede di contenzioso giudiziale”, spiega Nissim. La prima linea guida, quindi, prevede l’uso di strumenti come l’hash e gli smart contract. L’hash è l’impronta digitale dei documenti informatici, utilizzata come sistema di identificazione univoca del pacchetto dati da registrare in blockchain al posto del modello stesso. Gli smart contract, invece, servono a registrare l’identità delle parti e a tenere traccia dello scambio fra di loro e delle reciproche responsabilità.
“Questo è un punto di svolta epocale del settore. Per la prima volta si avranno a disposizione dei dati che renderanno i processi più trasparenti, controllati ed efficienti. È un processo di standardizzazione e allineamento delle pratiche che prenderà del tempo per arrivare a una diffusione completa, ma è già molto evidente come la produzione di dati sia in fortissima crescita”, conclude Nissim.
Dopo la definizione delle linee guida il gruppo di lavoro di IBIMIbuidlingSMART intende passare alla fase sperimentale con progetti pilota di applicazione della blockchain al BIM.