LA GUIDA

Che cosa sono le smart city: infrastrutture, edifici, esempi

Le smart city usano le tecnologie, dall’Internet of Things al 5G, per gestire le risorse in modo intelligente e sostenibile. Nelle città intelligenti sorgono smart building e infrastrutture in grado di garantire connettività. Gli esempi in Italia e nel mondo

Pubblicato il 03 Giu 2021

Luciana Maci

Coordinatrice editoriale EconomyUp

smart city

Le smart city, città del futuro caratterizzate da innovazione tecnologica e sostenibilità, potrebbero essere un importante volano per il proptech, la tecnologia applicata all’immobiliare. Secondo recenti stime, i ricavi globali previsti per le tecnologie, i prodotti e i servizi delle città intelligenti raggiungeranno i 129 miliardi di dollari nel 2021. In questa cifra sono inclusi, per esempio, i servizi per la smart home. Partiamo dunque dal concetto di smart city per capire il legame con il proptech e le sue conseguenze per il mercato del real estate.

Che cos’è una smart city

La smart city è una città nella quale le nuove tecnologie, dall’Internet of Things (IoT) al 5G, vengono ampiamente ed efficacemente utilizzate per gestire le risorse in modo intelligente e sostenibile. L’obiettivo finale è migliorare la vita dei cittadini e di chi si trova a vivere e muoversi in quella città.

Quali sono i benefici di una smart city

Come scrive l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, i benefici di una città intelligente sono almeno quattro:

— ridurre i consumi energetici

— ottimizzare la raccolta dei rifiuti

— migliorare il trasporto pubblico

— ridurre il degrado urbano

Quali sono le tecnologie di una smart city

Le applicazioni e i servizi di una smart city riguardano la mobilità, la scuola, il turismo, il government e la sanità. Per rendere sempre più smart queste aree è necessario utilizzare una serie di tecnologie e di strumenti hi-tech.

Per impostare e avviare le service delivery platform, per esempio, sono necessari i big data, gli open data, la geolocalizzazione dei dati, l’identità digitale e le piattaforme di pagamenti: tutto questo in un’ottica di interoperabilità e multicanalità.

Altro elemento essenziale della smart city è la sensoristica: pensiamo ai semafori intelligenti o alle videocamere di sorveglianza, ma anche a molti altri servizi che possono essere abilitati dai sensori.

Alla base dei servizi per le smart city ci sono le infrastrutture: le reti wireless o in fibra per il broadband, le reti di trasporto, quelle per l’energia e quelle per l’ambiente (rifiuti, rete idrica ecc. ecc.).

Smart building

La smart city del futuro sarà sempre più popolata da smart building, edifici in cui gli impianti sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata. In particolare lo smart building punta a minimizzare il consumo energetico e garantire il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti. Nel 2019 il volume complessivo di investimenti in smart building in Italia ha superato gli  8 miliardi di euro, ma solo 2 miliardi – relativi al 25% degli interventi effettuati – hanno riguardato soluzioni effettivamente smart, capaci cioè di trasformare o dotare un edificio di “intelligenza” e autonomia di gestione.

Smart city ed edifici connessi

Al cuore dello smart building c’è l’Internet of Things, in congiunzione con le tecnologie di machine learning, che stanno profondamente cambiando il modo in cui sono gestiti gli edifici e le città. Se all’inizio degli anni Novanta l’automazione digitale ha fatto il suo ingresso ufficiale nelle infrastrutture abitative con il termostato, all’inizio degli anni Duemila è avvenuta la vera e propria svolta: l’Internet delle Cose ha trasformato per sempre il modo in cui abitiamo gli edifici. Per la sua stessa natura di aggregazione di una vasta gamma di soluzioni e tecnologie, il segmento delle smart city offre l’ambiente ideale per i fornitori che offrono soluzioni di piattaforma IoT. Gli “edifici connessi” rappresentano oggi il terzo più ampio segmento del mercato IoT in termini di progetti pubblici globali, dicono gli IoT Analytics reports.

Ma come funzionano esattamente gli smart building? La possibilità di mettere in comunicazione diversi oggetti e funzioni, la presenza di sensori Iot che raccolgono un numero elevati di dati sia all’interno, sia all’esterno dell’edificio, consentono un’interazione fra i diversi dispositivi mai vista prima, oltre alla possibilità di monitorare qualunque attività anche da remoto. Un ruolo fondamentale è giocato dai sensori in grado di creare interconnessione fra oggetti e impianti, ma anche di raccogliere dati utili per comprendere l’effettiva presenza di persone nei vari ambienti e regolare, di conseguenza, temperatura e illuminazione.

Mentre gli smart meter e la videosorveglianza rappresentano le maggiori opportunità di guadagno assoluto, le soluzioni verticali in più rapida crescita includono stazioni di ricarica per auto elettriche e micro-grid, sistemi di gestione intelligente dei rifiuti e sensori ambientali, parcheggi e illuminazione stradale smart.

Infrastrutture

Una città può essere definita intelligente quando gli investimenti effettuati in infrastrutture assicurano uno sviluppo economico sostenibile e un’alta qualità della vita, una gestione sapiente delle risorse naturali, attraverso l’impegno e l’azione partecipativa.

La quinta edizione dello Smart City Index di EY ha analizzato le 109 città capoluogo italiane, classificando il loro sviluppo in termini di reti e infrastrutture e misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. Nel 2020 è Trento la città con le infrastrutture più sostenibili, seguita da Torino, al secondo posto, e da Bologna, al terzo.

In particolare, i primi dati del rapporto 2020 analizzano il tema della sostenibilità urbana, calcolando quanto le infrastrutture delle città siano smart in tre diverse componenti:

  • reti di trasporto
  • reti energetiche
  • reti ambientali (acqua, verde e rifiuti)

Esempi di smart city in Italia

Fino all’avvento della pandemia, Milano deteneva saldamente lo scettro di smart city d’Italia. Poi, nel 2020, la discesa di due posizioni. Secondo ICity Rank 2020 (gruppo Digital360), nell’anno della pandemia la città più digitale d’Italia è risultata essere Firenze, seguita da Bologna, mentre Milano è slittata al terzo posto, perdendo il primato che aveva mantenuto per 6 anni di fila.

Esempi di smart city nel mondo

Secondo lo studio 2018/2019 dell’Eden Strategy Institute i primi 15 “Smart city governments” del mondo sono: Londra, Singapore, Seoul, New York, Helsinki, Montreal, Boston, Melbourne, Barcellona, Shanghai, San Francisco, Vienna, Amsterdam, Shenzhen e Stoccolma.

Stoccolma è stata premiata come smart city del 2019 allo Smart City Expo World Congress, per aver garantito agli abitanti locali una qualità eccezionalmente elevata di vita e ambienti aziendali con una strategia di smart city che è socialmente, oltre che ecologicamente ed economicamente sostenibile.

Smart city: come saranno le città nel post-pandemia

L’emergenza sanitaria causata dal Covid19 ha inciso profondamente anche sul concetto di città, sul suo ruolo, sulle sue dimensioni e sui servizi che dovrà offrire. “L’emergenza sanitaria scaturita dall’attuale pandemia ha messo a dura prova le grandi città, le cosiddette ‘global cities’ in cui si concentravano tutti i quartier generali delle grandi multinazionali e i centri finanziari, dove interi distretti dirigenziali e tutte le attività accessorie hanno subito gli effetti del lockdown” ha detto Carlo Ratti, ingegnere, architetto, docente al MIT di Boston e considerato tra i maggiori esperti mondiali nel campo dell’innovazione urbana in vista di FORUM PA 2021.

Naturalmente il ripopolamento dei centri urbani sarà strettamente correlato al cambio di paradigma che riguarderà i processi lavorativi: se il mondo ibrido che ci viene prospettato, in cui lavoreremo in parte da casa e in parte in ufficio, prenderà piede, per forza di cose assisteremo a un mutamento degli assetti, degli equilibri geografici e urbani che siamo abituati a conoscere. Un simile scenario, sottolinea Ratti, potrebbe risultare fecondo soprattutto “per quei centri di taglia media che sono ben collegati con le altre città del territorio, per cui io potrei andare a vivere in un posto che magari è a un’ora di alta velocità dalla grande metropoli in cui si trova la sede centrale dell’azienda per cui lavoro e dove magari posso andare per qualche giorno a settimana, o per un meeting quando serve”.

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