La relazione annuale dell’Ania agli Stati Generali non poteva non riguardare quest’anno il dopo Covid. La Presidente Ania chiosa e risponde alla chiamata del Presidente Mattarella, sottolineando come il momento sia delicato e decisivo per affrontare la recessione e impostare un rilancio all’insegna dell’innovazione, del digitale, del green. E sottolinea anche l’importante ruolo del capitale privato per la ripresa.
“Nell’attuale scenario di crisi economica generata dalla pandemia di Covid19 – ha dichiarato Farina – credo sia decisivo avere chiaro il contributo che può arrivare dai capitali privati nazionali. La gestione del rischio pandemico impone scelte importanti e profonde, veri e propri cambiamenti in assetti regolatori e procedurali”.
“La partecipazione degli investitori privati – ha aggiunto la Presidente dell’ANIA – potrebbe essere favorita dalla istituzione di un Fondo Sovrano italiano in grado di raccogliere capitale privato nazionale destinato al finanziamento di investimenti in infrastrutture o nel capitale delle imprese più fragili e/o più strategiche in affiancamento alle risorse pubbliche”.
Qui di seguito la sintesi della relazione di Farina, a questo link il documento integrale.
- Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato di un “nuovo inizio”e Lei, Presidente, ha insistito ripetutamente sulla necessità di un confronto con tutte le classi dirigenti del Paese. Lo ha fatto richiamando – anche nel suo Piano di Rilancio – l’improcrastinabile bisogno di modernizzare il Paese anche sul fronte della digitalizzazione, il che comporta sostenere la capitalizzazione delle imprese, rendere strutturali misure come Ace e Industria 4.0 e rilanciare gli investimenti pubblici e privati, puntando innanzitutto sulle reti telematiche, idriche ed energetiche. Ma occorre anche ridurre i tempi della giustizia penale e civile e riformare il Codice civile. Come pure il Fisco, per rendere il nostro sistema più equo ed efficiente.
- Questa mi sembra la via maestra di uno Stato moderno. Mai come in questi ultimi anni, l’apporto dei capitali privati– penso in modo particolare al settore che rappresento, quello delle assicurazioni –è stato sinergico per tutti i temi di welfare, per l’equilibrio del debito pubblico, ha allocato capitali per investimenti nell’economia reale.
- In queste settimane di acceso dibattito sulle reali consistenze e sulle modalità di accesso agli interventi di sostegno messi in campo dall’Ue, credo si possa finalmente affermare che, per la prima volta, l’Europa sembra voler reagire come collettività. L’Unione Europea, dopo anni di tentativi falliti e, in realtà, intrapresi senza particolare convinzione, può, attraverso una profonda revisione dei regolamenti e un approccio più sinergico, provare veramente a ricavarsi un ruolo centrale nel nuovo equilibrio mondiale che, inevitabilmente, si verrà a creare.
- In questo scenario, credo sia decisivo avere chiaro il contributo che può arrivare dai capitali privati nazionali. La gestione del rischio pandemico impone scelte importanti e profonde, veri e propri cambiamenti in assetti regolatori e procedurali. Il primo nemico da battere è la burocrazia. Ai molti annunci che si sono susseguiti negli anni di voler semplificare, fluidificare, velocizzare, non hanno corrisposto altrettanti interventi significativi. Anche per questo il Paese ha bisogno di un rilancio forte dell’iniziativa privata. Nell’attuale contesto, è necessario contare su un settore pubblico riqualificato nelle competenze, capace di svolgere le funzioni fondamentali di elaborazione delle politiche e di regolazione nei diversi settori. Uno Stato regolatore, insomma, affiancato da un settore privato messo nelle migliori condizioni di operare al suo fianco con trasparenza.
- In quest’ottica di partnership pubblico-privato organizzata e strutturata dallo Stato, tutte le risorse dovranno essere indirizzate verso interventi strategici per sfruttare al meglio gli asset in grado di guidare e definire le filiere produttive e sostenere la domanda aggregata del Paese, consentire investimenti e crescita della produttività. A tal fine riteniamo essenziale seguire un percorso chiaro, omogeneo e veloce. Il Piano di Rilancio da Lei messo a punto, signor Presidente, individua in modo articolato e ambizioso le linee strategiche sulla quali il Paese dovrà muoversi. Occorre però fare in modo che questo piano abbia delle precise priorità, una tempistica regolata e concordata, con interventi operativi veloci e liberi dalla ben note strettoie burocratiche.
- Tra i primi obiettivi va posto quello di riassorbire la caduta degli investimenti osservata a partire dal 2007 e, tra questi, sviluppare al più presto quelli destinati alle infrastrutture del Paese finalizzate alla transizione digitale e green. La partecipazione degli investitori privati potrebbe essere favorita dalla istituzione di un Fondo Sovrano italiano in grado di raccogliere capitale privato nazionale destinato al finanziamento di investimenti in infrastrutture o nel capitale delle imprese più fragili e/o più strategiche in affiancamento alle risorse pubbliche. Si potrebbe pensare anche all’offerta di garanzia sui progetti a più alto rischio o ad altri strumenti che permettano di conseguire condizioni e rendimenti di mercato. Bisogna altresì valutare se disegnare nuovi PIR dedicati a tale tipologia di investimenti e agli investitori istituzionali, ampliando alle imprese di assicurazione le agevolazioni già previste per gli investimenti di enti previdenziali e fondi pensione.
- Il sistema assicurativo svolge un ruolo centrale nella raccolta del risparmio. La quota del risparmio degli italiani investita in forme di assicurazione vita è in crescita ormai da anni: nel 2019, secondo i dati recentemente pubblicati dalla Banca d’Italia, ha raggiunto il 18,2% della complessiva ricchezza finanziaria.Gli investimenti degli assicuratori italiani, alla fine del 2019, erano pari a circa 950 miliardidi euro, corrispondenti al 53% del PIL. Le imprese assicuratrici hanno seguito nel corso degli anni un’asset allocationche ha visto prevalere gli investimenti in titoli a reddito fisso, in particolare quelli emessi dallo Stato, pari, nel 2019, a 335 miliardi.
- Lo scenario prolungato di bassi tassi di interesse, peraltro, sta spingendo le imprese verso una maggiore diversificazione degli investimenti. In questa prospettiva, ANIA stessa si è fatta promotrice di un progetto innovativo di investimento in infrastrutture che, con il coinvolgimento di tutti gli attori chiave, intende facilitare l’intervento dell’industria assicurativa in un settore di vitale importanza per il Paese.
- Un’altra area in cui occorre velocemente intervenire nel post-pandemia è quella della protezione di famiglie e imprese e della gestione e prevenzione dei rischi. L’emergenza Covid ha acuito il sensibile gap di protezione assicurativa che già caratterizzava il nostro Paese, rendendolo ancora più fragile e, quindi, meno competitivo.
- Serve rilanciare la previdenza integrativa, che ha bisogno di raggiungere una platea più ampia di cittadini, soprattutto quelli più giovani, attraverso strumenti che li rendano consapevoli dei bisogni e, ad esempio, incentivi i più anziani a iniziare piani previdenziali per figli e nipoti, così da promuovere un passaggio generazionale, virtuoso del risparmio.
- Sul fronte della Sanità, altro tema al quale è dedicato un capitolo del suo Piano, bisogna compiere un percorso simile in tema di salute e assistenzadi lungo termine, privo di una disciplina organica. Occorre rendere più efficiente e più equa la spesa sanitaria privata delle famiglie. In questo momento di ripensamento della Sanità italiana post Covid-19, è importante un’analisi razionale della attuale situazione per identificare le principali aree di azione. Il settore assicurativo potrebbe supportare la Sanità italiana con l’iniezione di risorse incrementali. A tal fine abbiamo elaborato analisi e proposteche sono a disposizione del Governo. Alcune di queste proposte sono semplici e veloci da realizzare. Ne cito una che riguarda la Long Term Care. La principale limitazione attuale è la scarsa consapevolezza dei cittadini, che li porta ad interessarsi a questo tipo di prodotto intorno ai 45/50 anni, quando il rischio attuariale è già troppo alto (da cui derivano prezzi delle polizze elevati). Una possibile soluzione potrebbe essere la creazione di un fondo di avviamento strutturale che aiuti gli assicuratori a fornire polizze accessibili a una popolazione più giovane e che sussidi le fasce economiche più deboli.
- In termini di interventi prioritari, è inoltre necessaria una revisione organica della normativa RC auto, oggetto fin qui di troppe e non sempre coordinate modifiche, che valorizzi i principi fondanti della funzione svolta dalla copertura obbligatoria e tenga conto dei cambiamenti del nuovo ecosistema della mobilità. Attraverso la avviata costituzione dell’Osservatorio Antifrode intendiamo rafforzare, in cooperazione con le forze dell’ordine e la magistratura, il nostro impegno contro le frodi sia nel ramo r.c. auto sia negli altri rami di protezione.
- Altrettanto rilevante è l’esigenza di sviluppare la protezione dai rischi cyber, nel nuovo contesto post-Covid che ha spinto, anche in modo forzato, individui e aziende verso l’utilizzo di soluzioni digitali.
- Occorre poi realizzare una partnership pubblico-privata in tema di catastrofi naturali: si tratta di un terreno in cui l’Italia accusa un grave, storico ritardo rispetto ai principali Paesi europei. È da inserire in questo contesto il tema della manutenzione pianificata di strutture obsolete, che richiede capitali ma anche procedure snelle che aiutino a utilizzare le risorse nei giusti tempi.
- Infine, comunico che è appena stato costituito in ANIA un Comitato di eminenti esperti con l’obiettivo di individuare possibilità e modalità, sempre in un’ottica di partnership pubblico-privato, di coprire anche con strumenti assicurativi alcuni effetti cheeventuali future pandemiepotrebbero produrre, in termini di danni o di nuovi servizi necessari, a persone, famiglie e imprese. L’esito di questo lavoro sarà presentato al Governo perché valuti, con le eventuali variazioni e/o integrazioni, la validità del modello proposto per il nostro Paese per poi eventualmente presentarlo in Europa, dove questo tema è di grande attualità e prioritario nell’agenda dei policymaker e degli assicuratori europei.”