Gay (Confindustria): «Le startup non devono rimanere nuove imprese piccole»

«Vogliamo aiutare gli startupper a crescere e a fare sistema», dice il presidente dei Giovani dell’Associazione degli imprenditori. «L’innovazione è un processo difficile che impatta sulle aziende tradizionali. Ma è necessaria per creare occupazione e tornare a crescere»

Pubblicato il 22 Set 2014

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Lui la chiama la policy del doppio give back: i padri danno ai figli che restituiscono con nuove imprese, innovando. È l’idea di Marco Gay, presidente dei Giovani di Confindustria che, in questa intervista a EconomyUp, spiega perché la sua associazione è aperta ad accogliere e sostenere coloro che vogliono scommettere sul futuro con una nuova impresa. Per aiutarli, Gay pensa persino a una tassa, una patrimoniale, per chi ha liquidità importante: il prelievo dovrebbe appunto essere utilizzato per investire sulle startup.

Lo stimolo delle startup, poi, potrebbe far sì che escano dai cassetti tutti quei brevetti che le imprese, soprattutto medie e piccole, hanno magari registrato senza però portarli sul mercato. L’innovazione, però, dovrebbe partire anche dall’interno delle aziende con spin-off di progetti che potrebbero generare nuove imprese.

Presidente Giovani Confindustria: Siamo a disposizione degli startupper

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