Intelligenza artificiale, nelle assicurazioni servono competenze digitali

Un recente report di Accenture ha indagato come la transizione delle Compagnie verso le tecnologie basate su AI renderà necessario un ripensamento delle competenze e della forza lavoro. Secondo i dirigenti, attualmente solo un quarto dei dipendenti è pronto per l’AI

Pubblicato il 22 Mag 2018

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Solitamente quando si parla del rapporto tra assicurazioni e intelligenza artificiale il discorso si orienta verso il tema dei robo-advisor, della minaccia ai posti di lavoro di agenti e broker, di chatbot e di Big Data.

E’ certamente vero che l’avvento dell’intelligenza artificiale cambierà radicalmente le organizzazioni di qualsiasi settore e anche di quello assicurativo: cambieranno i processi lavorativi, molte mansioni e funzioni saranno automatizzate, ma è anche vero che nuovi ruoli nasceranno. In questa fase di transizione verso le tecnologie basate su AI (artificial intelligence), un primo elemento di rallentamento sembra essere quello della carenza delle giuste competenze digitali in azienda.

Il tema delle competenze digitali è oggigiorno certamente molto ampio e abbraccia tutte le industry, si parla addirittura di emergenza e di ‘digital skills gap’, un tema affrontato anche ai più alti livelli istituzionali, dalla Commissione europea fino al World Economic Forum.

Una nuova ricerca di Accenture ‘The Future Workforce Insurance Survey’ ha affrontato la questione e suggerisce in che modo le Compagnie dovrebbero fare per prepararsi a raccogliere tutti i benefici che l’AI porterà, riduzioni dei costi e crescita del business, attraverso un’adeguamento della forza lavoro, che deve basarsi sulla collaborazione tra la tecnologia e i dipendenti.

Ma come stanno interpretando questa digital transformation le Compagnie?

L’indagine condotta tra il management e i dipendenti delle Compagnie ha mostrato un disallineamento tra quello che si attendono i dirigenti, crescita e risparmi in termini di occupazione, rispetto alle attese dei dipendenti, i quali pensano che l’AI crei opportunità per loro e migliori il loro equilibrio tra lavoro e vita privata.

Inoltre i dirigenti intervistati ritengono che, in media, solo un dipendente su quattro sia pronto a lavorare con AI. E mentre quasi il 50% cita la crescente carenza di competenze come il fattore numero uno che influenza la strategia della forza lavoro, solo il 4% prevede di aumentare in modo significativo gli investimenti nei programmi di riqualificazione nei prossimi tre anni.

Un errore, secondo Accenture, in quanto per sfruttare l’immenso potenziale dell’AI, gli assicuratori non dovrebbero semplicemente applicarlo in modo progressivo e frammentario, hanno bisogno di una strategia aziendale e di una leadership a livello aziendale dedicata all’intelligenza artificiale. Hanno anche bisogno di un diverso tipo di forza lavoro: una forza lavoro capace di implementare l’intelligenza artificiale e di lavorare in tandem con soluzioni intelligenti per sviluppare nuove fonti di valore.

Gli assicuratori che investono nell’AI e nella collaborazione uomo-macchina allo stesso ritmo delle aziende più efficienti potrebbero aumentare il loro fatturato in media del 17% e il loro impiego del 7% entro il 2022.

Accenture Research ha parlato con oltre 1.200 CEO e top manager che lavorano con AI e intervistato più di 14.000 lavoratori di quattro generazioni che rappresentano tutti i livelli di competenza. Il campione assicurativo comprendeva 100 CEO e dirigenti e quasi 1.000 dipendenti, tutti appartenenti a grandi organizzazioni.

Lo studio ha rilevato che il 75% degli assicuratori prevede di utilizzare l’AI per automatizzare in larga misura i compiti nei prossimi tre anni. Il 68% ritiene che ciò si tradurrà in un guadagno netto di posti di lavoro nella propria organizzazione in quel periodo. Anche i dipendenti hanno un’opinione positiva: il 68% si aspetta che le tecnologie intelligenti creino opportunità per il proprio lavoro.

Secondo la società di consulenza, alcuni step potranno rendere più rapida l’implementazione delle tecnologie intelligenti nelle assicurazioni e passano tutte dalle ‘risorse umane’:

– Reimagine work

– Pivot the workforce

– Scale up ‘new skilling’

L’AI è certo in grado di cambiare i processi lavorativi, quindi tutta l’organizzazione aziendale deve essere rivista e ridisegnata in base a questo, trasformando i ruoli e la forza lavoro e puntando sulla riqualificazione e formazione per diffondere a ogni livello dell’organizzazione le nuove competenze.

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