L’Internet degli oggetti è, come ormai sappiamo, uno dei mega trend tecnologici per i prossimi anni. Un tema che include sviluppo di hardware, di software, di nuove piattaforme di comunicazione tra sistemi. Un tema che interessa e coinvolge consumatori, grandi aziende e startup. Quello che ancora manca al settore, per agevolarne lo sviluppo tecnlogico, ma anche l’adozione da parte degli utenti, è la semplificazione, la standardizzazione dei protocolli di comunicazione e, di conseguenza, la interoperabilità tra applicazioni e dispositivi di ogni genere e di varia produzione.
Giotto (o gIOTto) è un nuovo prodotto in fase di “startup” di Almaviva, grande azienda italiana attiva nell’Information e communication technology (40 mila dipendenti e 730 ml euro di fatturato), nata per sviluppare in modo semplice e sicuro nuovi progetti nell’IoT. Si tratta infatti di una nuova piattaforma cloud universale, che ha lo scopo di superare la logica delle applicazioni “a silos” per entrare in una nuova era di servizi capaci di dialogare, semplificando la complessità.
“Siamo entrati nell’era di un’informatica ‘molecolare’ – ha affermato il presidente Alberto Tripi, intervistato da CorCom – Queste molecole altro non sono che le persone e le cose che in misura crescente comunicano e comunicheranno tra loro: nel 2020 sono previsti oltre 38 miliardi di oggetti intelligenti nel mondo che raccoglieranno informazioni (Big data). Occorrono quindi strumenti capaci di semplificare la creazione di applicazioni e di operare nella totale sicurezza dei dati raccolti. Giotto rappresenta una piattaforma completa, flessibile e scalabile che unisce in un unico supporto, rendendoli compatibili, tutti i componenti utili a dare forma alle idee nell’Internet delle cose. E’ come un insieme di mattoncini, ovvero componenti software, compatibili e collegabili, in parte già parzialmente assemblati in elementi universali, riutilizzabili più volte, con cui creare forme utili e diverse”.
Per incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’ambito dell’Internet delle cose, Almaviva ha anche avviato accordi di collaborazione con alcune università Italiane (IoT Lab del Politecnico di Milano, CTL Sapienza e Università degli Studi Roma Tre) e centri di ricerca, e altri ne seguiranno: Almaviva metterà Giotto e il proprio know-how a disposizione dei ricercatori con l’obiettivo di stimolare progetti di sviluppo e soluzioni innovative. “Rendere accessibili le tecnologie alle forze innovative del Paese è un’assoluta priorità”, sostiene Tripi. “Giotto è un motore facilitante per far partire nuovi progetti, incentivare la ricerca e far decollare nuove start-up; è una piattaforma al servizio dell’innovazione”.
Come funziona
Giotto è come un insieme di mattoncini con colori e forme differenti, ovvero componenti software compatibili e collegabili, in parte già parzialmente assemblati in elementi universali, riutilizzabili più volte, con cui creare forme utili e diverse. In Giotto ci sono tutti i software necessari per l’immediato utilizzo progettuale, per realizzare soluzioni verticali IoT. E attraverso Giotto si possono connettere in un unico ambiente differenti dispositivi e farli interagire con le persone, le applicazioni, i servizi e con altri dispositivi. Le soluzioni sviluppate tramite Giotto possono infatti raccogliere ed elaborare i dati generati dai sensori e dai dispositivi connessi alla rete e metterli a disposizione di utenti finali, applicazioni e ulteriori dispositivi.
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