Clover Health è un’altra tech insurance startup statunitense che alcuni mesi fa ha fatto cronaca per il super investimento da 100 milioni di dollari ricevuto.
Fondata nel 2014 a San Francisco, la startup si indirizza ai clienti anziani, differentemente da molte altre società tech-insurance che guardano ai clienti millennial.
Con il suo approccio data-driven vuole reinventare l’assistenza sanitaria per gli anziani da zero, monitorando e analizzando i dati sanitari (test di laboratorio, ricoveri, ospedalieri, materiale solitamente disperso in diversi sistemi informativi e non combinato e analizzato) che rappresentano un grande potenziale per ricostruire il profilo sanitario delle persone e aiutarle a prevenire le malattie e aumentare il proprio benessere. Sotto questo profilo, cioè l’uso dei Big Data in ottica di prevenzione, Clover è molto simile a un’altra startup che ha conquistato anche gli investimenti di Google, Oscar Health, di cui avevamo parlato qui. Anche Oscar appoggia il business nelle pieghe del disposizioni del governo in materia di assistenza sanitaria, ma di indirizza maggiormente alla popolazione più giovane.
Clover Health ha individuato il proprio mercato negli over 65, che ricadono nel cosiddetto Medicare Advantage, un programma federale indirizzato a questa fascia di età e persone con particolari patologie o disabilità, che permette all’individuo di scegliere un’assicurazione privata che si faccia carico dell’assistenza sanitaria, ma è poi il governo che paga i premi e i risarcimenti.
Un mercato che vale 220 miliardi di dollari (fonte Fortune), dominato fino a oggi da giganti come United Healthcare e che Clover intende appunto sfidare, facendo appunto leva sui Big Data.
La tecnologia di Clover dovrebbe essere in grado di riconoscere, secondo quanto dice la società, quando i pazienti hanno bisogno di cure mediche, rendendo possibile intervenire preventivamente, facendo risparmiare denaro (e guadagnare salute) al paziente, ma anche alla compagnia di assicurazione e in definitiva al Governo.
L’obiettivo è anche quello di ridurre i ricoveri ospedalieri (che sono particolarmente costosi) offrendo assistenza anche domiciliare di specialisti, e si è già riscontrato un abbassamento nel numero dei ricoveri ospedalieri di quasi il 50 per cento, secondo la società.
Attualmente la startup opera solo in New Jersey.
Per saperne di più questo è il sito ufficiale e questa l’articolo dedicato da Fortune.