Cardif Open-F@b, seconda edizione focalizzata su Internet of Things e Big Data. Tra le 13 finaliste che hanno presentato i loro progetti al Palazzo delle Stelline di Milano, sono state selezionate le tre startup vincitrici. Child Explorer – un servizio innovativo, basato su App, Smartwatch e Pervasive Game per aiutare i bambini, tra 5 e 11 anni, a migliorare la propria autonomia di movimento all’interno della città e a perseguire uno stile di vita sano. Il progetto è in fase di industrializzazione.
Laqy, un team che arriva dalla Sant’Anna di Pisa, ha pensato un dispositivo intelligente, dotato di sensori e connesso, per misurare la qualità dell’aria in abitazioni, scuole e uffici, dando risposta a un problema molto importante e poco noto come l’inquinamento indoor. Al momento si sta realizzando il prototipo.
Amodo, startup croata attiva nei Big Data, ha sviluppato la piattaforma Amodo, che connette i dati provenienti da wearable device, smartphone, smart home, connected car e altri device migliorando l’analisi del rischio, riducendo i costi del sinistro e aumentando cross-selling e up-selling delle compagnie assicurative. La soluzione viene già commercializzata.
L’iniziativa promossa dal BNP Paribas Cardif per la prima volta lo scorso anno, (in collaborazione con la testata EconomyUp e il Polihub), è nata per sperimentare un processo di open innovation capace di portare innovazione verso il mondo dei consumatori ma anche verso l’interno dell’azienda stessa.
“Siamo rimasti davvero colpiti dalla qualità dei progetti – ha detto la Fumagalli – per cui scegliere è stato difficile. Tutti i progetti hanno il potenziale per andare avanti, noi abbiamo in definitiva selezionato quelli non “migliori di altri”, ma che possiamo seguire meglio, a cui possiamo portare concretamente valore aggiunto”, ha detto Isabella Fumagalli, amministratore delegato di Cardif BNP Paribas, che ha premiato le vincitrici insieme con Andrea Veltri, direttore marketing e strategie . “Con le startup bisogna lavorare per affinare e sviluppare meglio il prodotto rispetto alle esigenze del nostro settore”, ha detto Veltri. “Con il rispetto per l’imprenditore, mettendo sul piatto la nostra conoscenza del mercato e cercando di aggiungere valore. Il nostro approccio è questo, lo abbiamo fatto anche con una delle startup che hanno vinto la precedente call: abbiamo valutato la sua soluzione e ci abbiamo costruito intorno un prodotto, e non il contrario”. Una sintesi dell’evento nel video.
La seconda edizione della Call4Ideas (che nel frattempo si è deciso di rendere permanente, per quanto strutturata in sessioni) ha confermato grande fermento sul fronte dell’open innovation e della collaborazione fra grandi aziende e startup. OpenF@b è un progetto avviato nel 2014 da Cardif BNP Paribas, che da quest’anno è diventata un’attività continuativa con il lancio del portale InsuranceUp, realizzato in collaborazione con EconomyUp, che ospita una call permanente per progetti innovativi.
E i risultati cominciano a vedersi, ha sottolineato nel suo intervento di apertura Isabella Fumagalli: la Call4Ideas dello scorso anno ha portato progetti validi all’attenzione della società e in particolare, per una delle premiate, il lavoro di collaborazione svolto con Cardif ha portato alla definizione di un prodotto che sarà lanciato sul mercato nei primi mesi dell’anno nuovo. Il percorso avviato con la Call4Ideas, ha aggiunto la Fumagalli, produce i suoi effetti anche all’interno dell’organizzazione poichè sta contribuendo una nuova cultura aziendale, spingendo i dipendenti ad avanzare proposte innovative. “Siamo tutti nella grande corrente oceanica della disruption, dobbiamo imparare a navigare” è l’immagine proposta.
Imparare a navigare nella corrente è lo scopo principale dei processi di open innovation: non solo fare lo scouting delle startup, ma accogliere e metabolizzare tutto quello che giovani imprese possono portare in termini di idee, metodi e visione. Un concetto ribadito anche nell’intervento di apertura di Andrea Rangone, Ceo di Digital360 (società che edita EconomyUp), che ha parlato di Big Bang Disruption (imprevedibile, repentina e forte) in contrapposizione al concetto di digital transformation, oramai superato nei fatti dalla velocità e dagli effetti dirompenti che producono i nuovi arrivati rispetto agli incumbent. Non c’è settore o industry che oggi non sia minacciato dalla disruption.
Perciò è importante non solo che le aziende innovino i prodotti o i servizi, ma che abbraccino una cultura di open innovation che consenta di generare un flusso continuo di idee e visioni, facendo leva sulle startup:“le startup permettono alle aziende mature di diversificare il business, di anticipare il futuro”, ha ricordato Rangone.
Nuova imprenditoria, open innovation ed evoluzione dei mercati sono stati al centro della tavola rotonda, condotta da Giovanni Iozzia, direttore di EconomyUp e InsuranceUp e svoltasi prima della premiazione, a cui hanno partecipato, Giovanni Daprà, Founder, MoneyFarm; Paolo Gesses, Managing Partner, United Ventures; Mauro Giacobbe, Chief Executive Officer, facile.it: Stefano Mainetti, Chief Executive Officer, PoliHub; Filippo Scorza, Chief Executive Officer e Founder, Wecare; Giorgio Valtolina, Chief Executive Officer e Founder, Noovle
Tutti d’accordo nel sottolineare la necessità e l’importanza di un’ecosistema innovativo in cui ciascuno faccia la sua parte (startup, incubatori, vc, imprese); di una maggiore apertura da parte delle aziende consolidate e una forte attenzione verso i nuovi trend tecnologici, come la cyber security. Senza dimenticare l’accettazione del fallimento. Perché non si può vincere senza essere disposti a perdere.
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