La progressiva affermazione del Buy Now Pay Later (BNPL), innovativo metodo di pagamento che consente di acquistare beni e servizi immediatamente e pagare a rate senza interessi, si giocherà nei prossimi anni sul suo ingresso in grande stile nei negozi fisici, che ancora stenta ad affermarsi. Ne è convinto Andrea Boschi, Country Manager di FLOA in Italia. FLOA è una fintech di BNP Paribas impegnata, appunto, ad offrire alle aziende soluzioni di Buy Now Pay Later.
Solo quattro anni fa il BNPL era sconosciuto in Italia, a differenza di altri Paesi come Francia e Germania dove aveva già preso piede. Oggi, anche da noi, è ampiamente utilizzato nell’eCommerce. Si evolverà ancora, secondo Boschi. “Attualmente – dice a EconomyUp – molti player stanno proponendo soluzioni BNPL che entrano sempre più nel mondo del credito al consumo, offrendo dilazioni fino a sei, dieci o dodici rate, quando il BNPL ne prevede di solito soltanto tre. Questo processo, però, richiederà un’identificazione del cliente, rendendo tutto meno istantaneo rispetto al BNPL originale. Sarà una via di mezzo tra il credito al consumo e il BNPL“.
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Il BNPL in Italia: da zero a 4,6 miliardi in 4 anni
Soffermiamoci sull’anno in corso: a che punto è il BNPL in Italia nel 2024?
Non viene più considerato un trend, ma è di fatto una soluzione sempre più presente sul mercato. Secondo i dati del Politecnico di Milano, il valore delle transazioni BNPL in Italia è di circa 4,6 miliardi di euro: un balzo significativo rispetto al 2020, quando era praticamente zero. Dalla terza edizione dello studio condotto da Kantar e FLOA è emerso che il 57% degli italiani utilizza il Buy Now Pay Later e il 35% lo ha scelto almeno qualche volta come forma di pagamento. Rispetto al 2022, si registra una rapida crescita del +13%. È un fenomeno che continuerà a progredire nei prossimi due anni, per poi stabilizzarsi.
Nell’eCommerce si è radicato, ma i retailer fisici continuano a proporre la consueta modalità di pagamento a rate attraverso finanziarie. Qual è il salto da fare perché un negozio fisico cominci a offrire il BNPL?
I concetti chiave sono user experience e facilità di utilizzo. Nell’eCommerce, il successo del BNPL è dovuto alla sua immediatezza e semplicità, senza la necessità di fornire documenti e con processi di onboarding molto snelli. I consumatori si aspettano di ritrovare nei punti vendita fisici la stessa scorrevolezza. Nei grandi retailer, oltre ai classici finanziamenti, ora si può avere una dilazione istantanea in tre o quattro rate, con un processo immediato e digitale. Noi di FLOA stiamo riscontrando una grande richiesta di BNPL anche nei negozi fisici, con soluzioni diverse che si adattano sia a processi autonomi tramite app, sia a vendite assistite dove il retailer carica una pratica e il cliente conclude la transazione.
L’Italia è uno dei Paesi in cui il BNPL è cresciuto di più, con un aumento del 13% rispetto ad altri paesi. Perché?
Intanto perché partiva da zero. Nel 2020 era praticamente inesistente e in soli quattro anni è aumentato notevolmente. Paesi più maturi come Francia e Germania lo implementano da oltre 15-20 anni. L’Italia ha rincorso queste soluzioni anche a causa di una regolamentazione più complicata e restrittiva, che ha reso l’ingresso nel mercato più difficile. Inoltre, il rischio di credito è generalmente più alto nei Paesi del Sud Europa, il che ha portato le aziende a fare valutazioni più approfondite.
Questa crescita rapida è stata anche favorita dal modello di business del BNPL?
Certamente. il modello di business del BNPL è basato su tassi molto bassi, il che lo rende attraente per i consumatori. Un altro elemento di differenziazione in Italia è il fatto che le soluzioni BNPL sono generalmente gratuite per il cliente finale, a differenza di altri Paesi maturi dove è comune pagare una piccola commissione per la dilazione in tre o quattro rate. Noi di FLOA offriamo entrambe le opzioni ai nostri partner: gratuita per il cliente finale o con una piccola commissione, che può essere vantaggiosa per il merchant.
Tanti competitor sono entrati nel mercato negli ultimi anni: Scalapay, Klarna, Alma, PausePay, solo per citarne alcuni. Quali sono le sfide principali?
Il costo del denaro e il rischio di credito. Essere parte di un grande gruppo come BNP Paribas ci dà un vantaggio in termini di approvvigionamento di denaro a condizioni vantaggiose. Quanto al rischio di credito, sappiamo che è una componente importante. Proporre dilazioni oltre le quattro rate aumenta il rischio di impagati. L’expertise nel prevenire frodi e valutare il rischio del cliente è fondamentale.
I rischi legati al BNPL
Come riuscite a identificare un buon pagatore senza richiedere documenti come la busta paga o altri analoghi?
Utilizziamo algoritmi avanzati e banche dati esterne per valutare la posizione creditizia del cliente. Con i pochi dati che abbiamo, come l’anagrafica del cliente, il cellulare, l’email e i dati della carta, riusciamo a capire se quel cliente può essere un possibile frodatore. Gli algoritmi valutano, per esempio, quanti errori il cliente fa inserendo i dati della carta o quanto tempo impiega a fornire i propri dati anagrafici. Tutto questo contribuisce a stilare un profilo di rischio digitale del cliente. Garantiamo così una percentuale maggiore di pagamenti regolari e riduciamo l’eventualità di concedere credito a chi non può permetterselo. Questa trasparenza e attenzione sono elementi chiave del nostro modello di business.
La vostra appartenenza a un gruppo bancario vi dà anche una differenziazione sul mercato?
Sì, essere parte di BNP Paribas ci impone di seguire rigorose regole di compliance e governance, garantendo trasparenza al cliente finale. Noi accediamo a banche dati creditizie per avere una vista sul cliente e valutare il suo livello di rischiosità. Non tutti i provider possono farlo, è necessario essere accreditati come banca o società finanziaria. Noi di FLOA lo siamo. Ma, a dire il vero, altri competitor stanno cercando di adeguarsi a questo standard.
Quale sarà il futuro del BNPL?
Stiamo assistendo a un continuo cambiamento. Oggi molti player stanno proponendo soluzioni BNPL che entrano sempre più nel mondo del credito al consumo, offrendo dilazioni fino a sei, dieci o dodici rate. Questo processo, però, richiederà un’identificazione del cliente, rendendo il processo meno istantaneo rispetto al BNPL originale. Sarà una via di mezzo tra il credito al consumo e il BNPL. Vedremo un’espansione delle rate, ma si perderà un po’ l’immediatezza del BNPL originale. I processi saranno sempre digitali, ma più complessi, almeno la prima volta. Un altro aspetto futuro è l’introduzione della nuova direttiva sul credito al consumo a livello europeo, prevista per novembre 2025, con attuazione entro novembre 2026. Questa disposizione porterà il BNPL a essere più normato, con maggiore trasparenza verso i clienti e una valutazione del merito
Quindi ci sarà un maggiore controllo sui processi legati al BNPL?
Sì, la nuova direttiva imporrà regole più stringenti per garantire che il BNPL non contribuisca al sovra-indebitamento dei clienti. Saranno introdotti documenti informativi simili a quelli del credito al consumo e la valutazione del merito creditizio diventerà obbligatoria. Solo i player accreditati, come banche o società finanziarie, potranno offrire queste soluzioni.
Questo adeguamento è già in corso?
Sì, molti provider si stanno già adeguando. Chi non è in regola rischia di uscire dal mercato.