Tra poco meno di due mesi, iniziano le Olimpiadi di Parigi. Tra poco meno di un mese scade l’opportunità di partecipare a un’altra gara, altrettanto nobile: il Premio “Learning accessibile”, organizzato da Olimpyius.
Daniele Verdesca, dato che ne è il fondatore e il presidente, nessuno meglio di lei può dirci che cosa è Olimpyius.
“Siamo una associazione non profit. Lavoriamo per rendere l’educazione, l’istruzione e la formazione professionale accessibili e inclusive, attraverso il digitale e tramite la frequentazione degli sport paralimpici e integrati. Quindi il suo parallelismo con i giochi olimpici per noi calza a pennello.”
Però il Premio Learning accessibile non ha a che fare con gli sport paralimpici…
“In questo caso lo scopo del Premio è valorizzare buone pratiche di utilizzo delle tecnologie digitali o dell’intelligenza artificiale realizzate nel mondo educativo o formativo e che abbiano realmente permesso il superamento delle barriere di apprendimento e di inclusione.”
Lei dice “realmente” perché per partecipare al Premio occorre proporre progetti già effettivamente realizzati, esperienze o servizi che sono già in essere.
“Sì. Vogliamo premiare la sostanza, ciò che funziona e che quindi può essere replicabile. Per questo non cerchiamo idee ancora in fase di progettazione, prototipazione o sperimentazione preliminare.”
Insomma, trattasi di un premio alla concretezza, che è aperto sia a soggetti con personalità giuridica, pubblica o privata, che a singole persone fisiche…
“Non vogliamo escludere nessuno…”
…sarebbe una contraddizione per chi è paladino dell’inclusione…
“…assolutamente. Ma, soprattutto, sarebbe uno spreco di opportunità. Per questo motivo gli ambiti di applicazione che cerchiamo sono veramente tanti, direi senza limiti…”
In effetti basta leggere nel vostro sito il “provvisorio” elenco: e-learning asincrono, webinar sincroni, dirette streaming. Intelligenza Artificiale generativa o Machine learning in generale. Gamification, Coding Realtà aumentata, virtuale o mista (AR/VR), Metaverso, sensoristica indossabile o telemetria. Blockchain o NFT, Robotica o droni, sviluppo di App o piattaforme di servizi
“Già…queste categorie sono elencate a titolo puramente esemplificativo, non esaustivo. L’importante è che siano tecnologie digitali applicate ai processi di apprendimento/formazione e che abbiano dimostrato di funzionare, di creare impatto sociale.”
Chi vuole partecipare, cosa deve fare?
“Fino al 30 giugno è possibile proporre la propria candidatura, compilando l’apposito form. A seguire, la giuria valuterà i progetti, in vista della premiazione, che sarà il prossimo 30 settembre.”
Quali saranno i criteri che i giurati dovranno utilizzare?
“Glieli elenco in ordine di importanza. Cambiamento nella strategia d’uso delle tecnologie nei processi di formazione/educazione; innovazione nell’apprendimento in termini di abbattimento delle barriere; originalità delle ricadute operative e scalabilità.”
Peraltro avete una giuria composta da persone di assoluta qualità, complimenti!
“Sono persone che ci hanno conosciuto e apprezzato nel corso degli anni e voglio ringraziarli per la loro disponibilità.”
Una “curiosità”. Lei di mestiere fa il direttore della Cassa edile di Lecce. Cosa ha a che fare questo con tutto ciò di cui abbiamo parlato finora?
“Molto. Del resto anche lei ha fatto il parlamentare per più di vent’anni eppure questo non le ha “impedito” di occuparsi della tecnologia solidale…
Toccato…ma non siamo qui per parlare di me. Non eluda la mia curiosità…
“Prima di assumere la carica attuale di direttore della Cassa Edile della provincia di Lecce, per anni sono stato il direttore generale di Formedil, l’ente nazionale di formazione per il settore edile e delle costruzioni. Come è intuibile, per ovvi motivi pratici il settore edile è spesso impreparato a cogliere gli aspetti della diversità e dell’inclusione…”
In effetti…
“…l’impegno quotidiano a trovare soluzioni pratiche per superare gli ingiusti pregiudizi contro la disabilità e l’impiego lavorativo nei cantieri di persone diversamente abili mi ha aperto al tema dell’istruzione e della formazione inclusiva, anche in contesti estremamente ostativi.”
E quindi? Come si arriva all’associazione?
“L’Associazione Olimpyus venne fondata a Roma nel 2018, ma fu solo il momento formale conclusivo di un incontro fortuito realizzatosi nel cuore di Lecce anni addietro…
Fortuito? Il caso non esiste. Vi sono circostanze che ci offrono opportunità…
“Glielo concedo. Nel mio e nostro caso la circostanza è stata un convegno tra specialisti del settore della formazione, dedicato proprio alle nuove frontiere dei formatori e delle loro metodologie educative. In quell’occasione, storie diverse, tutte con un notevole bagaglio di competenze acquisite sul campo – imprenditoriali, manageriali, psicologiche e informatiche – confluirono su un’esigenza comune irrisolta: come rendere accessibili e inclusive le dinamiche dell’educazione e della formazione professionale.”
Da qui l’idea di mettervi insieme per cercare di dare una risposta? Da quando?
“Dal 2018 è in essere non solo una collaborazione associativa fruttuosa e tutt’ora in espansione, ma è nata un’amicizia fraterna tra i membri, aperti alla “contaminazione” reciproca. Le nostre diversità – siamo imprenditori, manager aziendali, informatici, psicologi e lobbysti – sono una ricchezza e si traducono in una visione olistica dell’apprendimento.”
Un approccio che esce dalla iper specializzazione che fa perdere di vista il quadro di insieme. Ci si concentra sull’infinitamente piccolo e si perde di vista l’intero, cioè l’umano…
“Per questo, attraverso un approccio multidisciplinare l’associazione sviluppa programmi formativi che rispondano alle esigenze specifiche del mercato del lavoro e dell’associazionismo contemporaneo in termini di Diversity & Inclusion. Vogliamo superare le barriere tradizionali dell’educazione. Ecco perché l’impatto dell’associazione Olimpyus si estende ben oltre i confini della formazione professionale tradizionale; grazie a progetti che spaziano dall’inclusione sociale all’empowerment digitale, l’associazione è sempre più impegnata a contribuire alla costruzione di una società equa e consapevole.”
Ultima domanda. In che modo vi rapportate all’intelligenza artificiale?
“Noi di Olimpyus integriamo le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale nei programmi formativi. Per noi sono strumenti fondamentali che sostengono la missione stessa dell’associazione: rendere l’educazione, l’istruzione e la formazione accessibile e inclusiva per tutti, indipendentemente dalle barriere psico-fisiche, socioeconomiche o di genere e razza. Il Premio spero e credo che ci darà modo di ampliare ulteriormente le nostre conoscenze.”