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Ecosistemi di innovazione: la lezione di New York in quattro punti



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New York è diventato un crocevia globale di innovazione. Ha una densità di startup inferiore solo alla Silicon Valley, l’ecosistema cresce a ritmi vertiginosi. C’è una forte presenza di outpost di open innovation di multinazionali, con il Giappone in testa. Un ruolo decisivo è stato, però, giocato dalle istituzioni

Pubblicato il 26 mar 2024



New York
New York

Questa settimana sono a New York dove va in scena il primo Scaleup Summit di Mind the Bridge dell’anno (la prossima tappa sarà il 10 aprile a Madrid sulla cima della suggestiva IE Tower ove ci sarà anche un ampio contingente di aziende italiane, tra cui Enel, Snam, Terna, Iveco, Bioenerys, Hera).

Perché New York è un crocevia globale di innovazione

Diverse ragioni rendono oggi New York un crocevia globale di innovazione (ne avevo già scritti poco più di un anno fa...). Ne riepilogo alcune, le principali quattro.

Densità: New York è il secondo ecosistema al mondo dopo la Silicon Valley per concentrazione di startup

La prima ragione è che New York è dopo la Silicon Valley il secondo ecosistema per concentrazione di startup al mondo. I dati confermano come i pistoni del motore dell’innovazione del pianeta siano sulle coste americane: parafrasando Erich Maria Remarque, il “nuovo” non arriva solo dal fronte occidentale (Silicon Valley, Los Angeles, Seattle e San Diego), ma anche dalla East Coast dove il triangolo New York, Boston e Toronto ha una contiguità geografica tale da poterlo considerare quasi come un unico grande cluster.

Crescita: l’ecosistema di NewYork cresce a ritmi vertiginosi

New York e Boston stanno entrambi crescendo a ritmi vertiginosi che li hanno portati ad entrare nell’esclusivo club dei dodici principali ecosistemi al mondo (quelli che chiamiamo Stars appunto).

Mentre fino al 2010 i due ecosistemi avevano traiettorie di crescita e dimensioni analoghe, New York, a partire dall’inizio della scorsa decade, ha decisamente messo la freccia. È diventato Star nel 2014 (Boston lo diventerà 5 anni dopo, nel 2019) e, solo due anni dopo, ha raggiunto lo “Supernova Star” status (Boston, in base alle nostre stime, dovrebbe diventarlo solo nel 2026). Come risultato, oggi New York è tre volte più grande (in termini di numero di scaleup) di Boston.

Perché?

New York offre alle startup e scaleup risorse strategiche che nessuna altra città può realmente eguagliare: accesso a fonti di capitale apparentemente infinite e agli headquarters delle principali aziende USA ne fanno la perfetta base di partenza per aprirsi al mercato domestico e, di conseguenza, ai mercati globali.

A ciò si aggiungono una forza lavoro estremamente sofisticata, sinergie culturali e tanto ancora: il bacino di talenti è di oltre 4 milioni di professionisti, 3,2 milioni di questi in possesso di una laurea, più di Los Angeles, San Francisco, Philadelphia, Washington e Boston messi insieme.

A differenza della Silicon Valley, che ha più un orientamento tecnologica, a New York c’è maggiore enfasi sul potenziale di profitto e crescita a lungo termine e sul ritorno orizzontale.

Il tutto supportato dal ruolo del Governo (Stato e Città) che, in modo continuo nel tempo, ha creato le basi e condizioni perché questa turbo-crescita potesse succedere. La lesson learned (che viene confermata dalla analisi dei dati di crescita di tutte le regioni del mondo che facciamo in modo strutturato nel contesto degli Startup Ecosystem Stars Awards) è che governi e agenzie (locali e regionali) possono fare significativamente la differenza nello sviluppo del potenziale di innovazione dei rispettivi ecosistemi.

Industria: a New York ci sono 162 Open Innovation Outpost di 121 multinazionali

Crescita genera crescita. Lo sviluppo dell’ecosistema delle startup attrae investitori (sia VC che corporate) che, a loro volta, alimentano la crescita.

Il report che abbiamo presentato al Mind the Bridge Scaleup Summit (qui il link per il download) conferma queste evidenze. A New York e Boston ci sono 162 Open Innovation Outpost di 121 multinazionali. Solo la Silicon Valley ha numeri (significativamente) più alti (415 e 332). Però, visti i tassi di crescita della Big Apple, il gap è destinato a progressivamente assottigliarsi.

Giappone: è il Paese con il maggior numero di Open Innovation Outpost

Che c’entra il Giappone, potreste chiedere. Al nostro Scaleup Summit il più grande contingente è rappresentato dalle aziende giapponesi (oltre una ventina supportate coordinate da Japan External Trade Organization – JETRO, la loro ICE/TA).

Non è una coincidenza. Il Giappone è il Paese con il maggior numero di innovation outpost: delle aziende con una presenza di innovazione sulla East Coast circa 4 su 10 sono giapponesi. Lo è anche in Silicon Valley ma con una quota minore (2 su dieci).

Il che significa che il Giappone non solo stabilmente presidia le più grandi finestre di innovazione, ma lo fa anche – da buon first mover – anticipando tempi. Altra lezione da imparare in un paese che si muove sempre piuttosto in ritardo.

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