L’Italia è ancora in recessione? Puntiamo sul turismo. Scommettere sulle bellezze del nostro Paese è la soluzione che mette sempre d’accordo tutti. Vivere di rendita però non si può più. Nel dopoguerra eravamo il Paese più visitato al mondo, oggi siamo quinti per arrivi internazionali dietro Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina, con 47,7 milioni di visitatori.
Eravamo i più bravi in un mercato turistico globale piuttosto piccolo. Ora che il settore ha superato il miliardo di viaggiatori, con le classi medie dei Paesi emergenti come Cina, India, Russia e Brasile che premono sull’offerta, avere il Colosseo e gli Uffizi non è più sufficiente. Certo, la base è buona: siamo il primo Paese dell’Eurozona per numero di pernottamenti di turisti extraeuropei, con 54 milioni di notti all’anno. E la spesa quotidiana media di chi visita l’Italia ha superato i 100 euro al giorno.
I ritardi però non mancano. E non siamo indietro solo su infrastrutture e qualità dell’accoglienza, ma anche in un campo che mai come oggi può fare la differenza: il digitale. La quota di turismo in ingresso che proviene dal web è del 26% contro una media Ue del 49%. Certo i primi tentativi di sfruttare internet e nuove tecnologie per attrarre più visitatori sono stati quanto meno discutibili. Dal “pliiiizzzz” di Rutelli e dalla decina di milioni spesi ogni volta per rilanciare con poco successo il portale Italia.it, di miglioramenti però ce ne sono stati.
Per cominciare, il turismo online nel frattempo è diventato il primo comparto dell’ecommerce in Italia, con 5 miliardi di euro. E poi il mondo dell’innovazione e delle startup ha cominciato a puntare forte sul comparto. Una novità che potrebbe avere effetti positivi è l’introduzione di una nuova tipologia di startup innovativa: la startup turismo, disciplinata dalla legge di conversione (n. 106 del 29 luglio 2014) del “Decreto Cultura e Turismo” (83/2014) emanato il 31 maggio dello scorso anno.
Questa norma prevede che possono essere considerate “startup innovative” anche le “società che abbiano come oggetto sociale la promozione dell’offerta turistica nazionale attraverso l’uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali, in particolare, agendo attraverso la predisposizione di servizi rivolti alle imprese turistiche”.
Su EconomyUp abbiamo raccontato alcune iniziative imprenditoriali interessanti nate in Italia per sviluppare il turismo attraverso l’innovazione e le tecnologie digitali.
Tripitaly: per fare business il turismo ha bisogno del digitale
Una delle novità che promette di rivoluzionare il settore è Tripitaly, un portale lanciato da Uvet insieme a Digital Magics e Confturismo per aiutare i turisti stranieri a pianificare la loro vacanza in Italia.Secondo Luca Patanè, presidente di Uvet e di Confturismo, “le tecnologie digitali e le startup rappresentano fattor chiave per lo sviluppo del settore turistico e un’importante fonte di ricavi per le imprese”.
Map2App, la nostra mappa tra Italia e Silicon Valley
Da Bologna a San Francisco e ritorno: è la storia di Pietro Ferraris, cofondatore di una startup che ha sviluppato un sistema innovativo di guide e mappe per esplorare una città seguendo un tema. Per esempio, si può visitare la New York raccontata dai film di Woody Allen o fare un tour delle case infestate dai fantasmi di New Orleans. Per questo progetto, Ferraris ha persino convinto un amico a lasciare l’Ente Spaziale Europeo per una nuova impresa.
Gastromama, la startup per invitare i turisti a pranzo
L’impresa fondata dallo sviluppatore Daniele Di Gregorio con la moglie Daniela Furlan ha realizzato una piattaforma che permette a chi viene in Italia di gustare i piatti della tradizione gastronomica tricolore direttamente a casa delle famiglie del posto. I fondatori raccontano che “l’idea è venuta leggendo che i brasiliani, quando tornano nella loro patria, dicono spesso di essere delusi dalla cucina italiana”.
Cosa faccio in vacanza? Ci pensa Musement
C’è gia chi vende online biglietti aerei, alloggi e pranzi? Ecco allora che la piattaforma fondata nel 2013 da quattro ex manager propone un sistema per pianificare le esperienze da fare in viaggio. Con un fatturato di più di un milione di euro e 22 Paesi serviti, il servizio punta in alto. “Vogliamo diventare il leader globale di questo verticale, come Expedia per i voli”, dice il ceo Petazzi.
La storia di successo di Bravofly e i consigli per startupper del fondatore
Fabio Cannavale, a capo di Bravofly Rumbo Group, racconta il percorso della sua ex startup (una nota piattaforma online per prenotare i biglietti aerei) appena approdata in Borsa e spiega agli aspiranti imprenditori che non è possibile fare le cose benino. O un’impresa è perfetta o non vale niente. “Ho detto ai miei di non stare a guardare l’andamento del titolo. Contano i risultati a medio termine”.
Startup Turismo, dal settore turistico parte l’associazionismo delle nuove imprese
Stefano Ceci ha fondato un gruppo verticale dedicato alle nuove imprese turistiche che vorrebbe far confluire in Italia Startup. “Abbiamo esigenze diverse ma serve una visione di sistema”. Dopo un’esperienza nell’amministrazione pubblica, ha deciso di puntare sull’innovazione nell’industria turistica creando la prima associazione di categoria, Startup Turismo.