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Aziende e sostenibilità: 9 modi per ottenere risultati in modo veloce

Per le azienda a caccia di sostenibilità è importante cercare i “quick wins”, cioè quei risultati che si possono raggiungere in modo veloce e a volte anche a basso costo. Ecco un elenco delle cose da fare

Pubblicato il 18 Dic 2023

Aziende e sostenibilità: l'approccio strategico

La portata del cambiamento necessario alla trasformazione del proprio business nella direzione della sostenibilità può essere così rilevante da farla apparire come una montagna invalicabile, per i costi che richiede e per le difficoltà che comporta.

Sia rispetto ai costi che alle difficoltà, spesso si tratta però di una percezione più che di una realtà, perché ci sono tante iniziative che permettono di incamminarsi verso la sostenibilità che hanno costi risibili o nulli e una bassa difficoltà di realizzazione.

Di fronte alla dimensione dell’impegno richiesto, quando questo è di grande portata e richiede tempi lunghi di concretizzazione, si può comunque subire il fatto di non vedere risultati immediati, quindi ricavare l’impressione di lavorare per nulla e per questo perdere un po’ di motivazione. Così diventa importante cercare i “quick wins”, cioè quei risultati che si possono raggiungere rapidamente e a volte anche a basso costo. Questo non esclude che questi risultati abbiano una grande portata, sia materiale che simbolica, e quindi che possano aiutare a dimostrare che il cambiamento è sia effettivamente ricercato dall’impresa che possibile. Nel caso della sostenibilità, alcuni di questi quick wins sono peraltro non solo facili da raggiungere, ma anche da individuare. Eccone una lista, che tocca sia temi di sostenibilità ambientale che di equità:

1.Sostenibilità “veloce”: acquistare energia elettrica da fonti rinnovabili

Si tratta di una misura alla portata di tutte le imprese e attuabile economicamente e in tempi rapidi, magari come primo passaggio verso l’auto produzione, che va prevista come step successivo in tutti i casi in cui sia oggettivamente fattibile.

2.Sostenibilità “veloce”: compensare le emissioni di gas serra

è chiaro che il primo obiettivo deve essere quello di ridurre le emissioni, e per questo l’acquisto di energia da fonti rinnovabili è il primo passo da compiere. Ma, tenendo conto che di strada spesso ce n’è molta da fare, mentre la si percorre un’iniziativa facilmente praticabile è quella di compensare le proprie emissioni; oggi sono sempre di più le organizzazioni che si occupano di supportare le imprese in questo impegno attraverso progetti di riforestazione, meglio se con una ricaduta sociale, e fra queste la B Corp ZEROCO2

3. Sostenibilità “veloce”: ricorrere ai principi dell’economia circolare

Questo comporta da un lato la riduzione del consumo dei materiali, degli sprechi e dei rifiuti, e dall’altro l’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili. Si tratta certamente di un tema ampio ma un’analisi fatta bene porterà sicuramente a identificare singole opportunità, piccole e grandi, che possono portare rapidamente ad un miglioramento dell’impatto. Una buona fonte di spunti per approfondire la tematica dell’economia circolare è certamente il Circular Economy Network.

Ed ecco un interessante talk di Paolo Marcesini dove trovare alcune belle suggestioni e informazioni su questo concetto.

4. Coinvolgere i fornitori in approcci sostenibili

Magari partendo dal convincere anche loro ad acquistare energia da fonti rinnovabili e dall’adozione di un indice di sostenibilità dei fornitori che favorisca la loro valutazione anche da quel punto di vista.

5. Allineare i salari per genere a parità di ruolo

Su questo punto la difficoltà consiste nel trovare un metodo oggettivo per comparare i ruoli, il che è comunque possibile attraverso le metodologie di pesatura degli stessi, che permettono di applicare un sistema di valutazione equo e trasparente; una volta che i ruoli sono comparati, il che in tanti casi può avvenire anche sulla base di logica ed intuito, non c’è ragione per cui le retribuzioni non debbano essere allineate immediatamente; certo, questo comporta un costo, ma d’altra parte il reiterare una situazione di discriminazione vuol dire continuare a farla pagare alle persone che la subiscono;

6. Attivare programmi di volontariato aziendale

Si tratta di coinvolgere il proprio staff in iniziative a supporto di organizzazioni che a livello locale cercano di risolvere problemi sociali ed ambientali; in questo caso la modalità più equa di realizzazione di un programma di questo tipo è quella di riconoscere ai collaboratori un certo numero di ore retribuite da dedicare al volontariato, a fronte dell’impegno personale a dedicare almeno un pari numero di ore alla causa che viene scelta, che comunque può essere proposta dall’impresa, magari all’interno di un portafoglio di opzioni;

7. Promuovere il car pooling

Lo si può fare dotando lo staff di una APP che permetta di organizzarsi con i colleghi per recarsi al lavoro; ad esempio, una di queste: Comovee  oppure Kinto Mobility.

8. Ridefinire il sistema premiante

Farlo per i vertici dell’azienda e più in generale per i manager, inserendo obiettivi di impatto a cui legare il riconoscimento di premi monetari.

9. Rivedere le proprie pratiche commerciali

Bisogna farlo per capire se alcune di queste possono essere considerate invasive, il che accade quando si vende ciò che non serve a chi acquista o in quantità superiore a ciò che serve, a quel punto cambiandole.

Direi che nessuna delle pratiche suggerite impone conoscenze astruse o pratiche mai frequentate dalle imprese. Al contrario, si tratta di iniziative sempre più diffuse e sulle quali, qualora ci fossero dubbi, può essere utili confrontarsi proprio con quelle imprese che le hanno già attuate e che probabilmente saranno contente di condividere quello che hanno imparato e anche ottenuto.

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Paolo Braguzzi
Paolo Braguzzi

Paolo Braguzzi è stato CEO di imprese internazionali per oltre 25 anni, in particolare nel settore della cosmetica. Oggi ricopre il ruolo di consigliere di amministrazione indipendente, è membro del Supervisory Board di B Lab Europe, del comitato esecutivo della The Good Business Academy e dell’Advisory Board di Assobenefit, oltre ad essere docente di Stakeholder Management dell’Università di Verona. Ha pubblicato con FrancoAngeli il libro “L’impresa for good. Come usare il business per creare valore umano, sociale ed ambientale”.

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