“Il digital wellbeing è il benessere in relazione al digitale. Si tratta di riuscire a usare la tecnologia in modo sano e consapevole, senza che essa diventi un ostacolo alla nostra felicità e al nostro benessere.”
Alessio Carciofi, ben trovato. Dal 2017 tu lavori per favorire un uso equilibrato del digitale nella vita personale e in quella aziendale. Una missione impossibile?
“Sono oramai dieci anni che ci lavoro. L’interesse cresce sempre di più, perché sempre più persone e manager si rendono conto della necessità di ridisegnare il proprio rapporto con la tecnologia, per concentrarsi su ciò che conta davvero.”
Al riguardo hai appena pubblicato un nuovo libro “Wellbeing. Il futuro umano e digitale del benessere”.
“Il libro parla del benessere, un tema che è sempre più importante nella nostra società. Viviamo in un mondo che ci vuole sempre più iperconnessi, veloci ed efficienti, e questo può portare a stress, fatica mentale e mancanza di tempo. Il libro vuole fornire gli strumenti per ritrovare un equilibrio nella propria vita, sia nella dimensione privata sia in quella lavorativa.”
L’aggiunta dell’aggettivo “umano” accanto a digitale significa un ampliamento dell’orizzonte?
“Come tu sai bene, umano e digitale devono stare insieme…”
…Simul stabunt, simul cadent, direbbero gli antichi romani.
“Proprio così. Non dobbiamo mai stancarci di ribadire che la tecnologia, il digitale, sono strumenti e non fini. Devono servirci, non dobbiamo finire con l’essere noi al loro servizio.”
Questo è poco ma sicuro, anche se dobbiamo essere capaci di resistere al fatto che essi sono costruiti per catturare la nostra attenzione e farci passare più tempo possibile in essi. Penso per esempio ai social e alla “economia dell’attenzione”.
“Siamo chiamati a esercitare un di più di attenzione, proprio per evitare di disperderla e quindi di sprecare tempo ed energie. L’obiettivo è usare tecnologia e digitale essendo soddisfatti, non sfatti.”
A proposito di attenzione, quali sono i principali temi che affronti nel libro?
“Parlo del futuro del lavoro con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, della bufala del multitasking, del pericolo del micromanagement e del wellbeing washing. Tratto anche della gestione del tempo e delle energie, e della necessità di riposare per essere più performanti.”
Nel libro offri anche 21 consigli per vivere con serenità il digitale. Quale ritieni sono alcuni dei più importanti?
“Uno dei consigli più importanti è quello di stabilire dei limiti al nostro uso della tecnologia. Dobbiamo imparare a staccare la spina e a dedicare del tempo a noi stessi, alla nostra famiglia e agli amici. Un altro consiglio importante è quello di prestare attenzione alla nostra salute digitale…”
Salute digitale?
“Dobbiamo prenderci cura dei nostri occhi e della nostra postura e non solo della nostra concentrazione. Un uso non equilibrato del digitale ha anche ricadute fisiche.”
Un approccio olistico che mi sembra la postura più adatta per affrontare la questione. Un ultimo spunto. Hai scritto il libro pensando a qualcuno in particolare?
“Ho sempre davanti a me alcune persone e alcune situazioni di squilibrio che ho incontrato in questi anni. Sono di sprone all’intenzione di fare in modo che sempre più persone siano e diventino interessate al benessere, sia a livello personale che aziendale. Penso a manager, responsabili delle risorse umane, dipendenti, lavoratori autonomi e a chiunque voglia migliorare la propria vita.”