Alla responsabilità dei grandi, si unisce quella di ciascuno di noi. Perché, come diciamo raccontando della Fondazione Pensiero Solido, non esiste la tecnologia, esistono “solamente” le persone che la inventano e che l’adoperano.
Come confermano i dialoghi dei post di Tecnologia Solidale di questa prima parte dell’anno, all’origine di tutto vi è una persona che è colpita da un aspetto della realtà e si chiede: perché non provare a cambiarla in meglio? Che sia Emanuele Santi con Riding the rainbow in Lussemburgo oppure Serena Bonetti con la sua startup Takelocal a Milano, Cristina Angelillo a Bari con Marshmallow Games o Marco Camisani Calzolari e la divulgazione del digitale oppure Andrea Censoni con Startup Africa Roadtrip o Andrea Rangone con la sua formazione digitale per neet, i ragazzi che non studiano né lavorano, il risultato non cambia: la tecnologia è solidale perché vi sono donne e uomini che la usano per cambiare in meglio il presente.