L'INTERVISTA

Würth Italia: “Facciamo innovazione per dare ogni anno al mercato prodotti più evoluti”

Würth, che si occupa di vendita all’ingrosso di prodotti per la tecnologia di fissaggio ed assemblaggi, punta molto sull’innovazione tecnologica, sull’open innovation e sull’entrepreneurship. Parlano Nicola Piazza e Stefano Prosseda, rispettivamente AD e Innovation Manager di Würth Italia

Pubblicato il 31 Mag 2023

Nicola Piazza, AD Wurth Italia

Ogni anno il mercato chiede prodotti e materiali più evoluti, ogni anno la sfida è sostituire quello che non funziona più e proporre qualcosa di nuovo e migliore: stando così le cose, una grande azienda come Würth, che si occupa di vendita all’ingrosso di prodotti per la tecnologia di fissaggio ed assemblaggi, non poteva ignorare l’innovazione tecnologica. Anzi, la doveva abbracciare. E così è stato.

Nato in Germania (la sede italiana è stata aperta nel 1963) e diventato partner di riferimento per oltre 300.000 professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e dell’industria, negli ultimi decenni il gruppo ha sperimentato una serie di pratiche di innovazione e open innovation: dai laboratori di ricerca su Industria 4.0, intelligenza artificiale e mixed reality, alle call per startup. Tutto con un unico obiettivo: rispondere alle richieste dei clienti.

“Abbiamo sentito il bisogno di assorbire innovazione in un modo più snello, efficace ed efficiente – spiega a EconomyUp Nicola Piazza, AD di Würth Italia – perché  ogni anno dobbiamo proporre circa 5.000 prodotti, di cui il 70% devono essere rinnovati. Anche i materiali si evolvono, con qualità nuove e diverse. L’azienda ha interesse a trovare nuove opportunità, i fornitori anche”.

“Per noi open innovation – sottolinea Stefano Prosseda, Innovation Manager di Würth Italia – è anche un modo per collegarci con tutti coloro con i quali interagiamo: abbiamo 3.900 collaboratori, di cui circa 2.500 tecnici venditori, tre centri logistici e un numero crescente di negozi in tutta Italia, ad oggi 220. Più i tantissimi clienti, con i quali è fondamentale mantenere un rapporto costante”.

Ecco perché l’azienda con sede centrale a Künzelsau, in Germania, che dagli inizi si è sviluppata in modo esponenziale raggiungendo un fatturato di 803 milioni di euro nel 2022, ha messo in atto una serie di iniziative di innovazione e open innovation del gruppo. Vediamo come sono state declinate in Italia.

Stefano Prosseda, Innovation Manager Wurth Italia

La call

A maggio 2023 Würth Italia ha lanciato la call per startup PowerM, realizzata in partnership con LVenture Group. La challenge è rivolta a startup che hanno sviluppato tecnologie in ambito “MarTech” (marketing technologies) in due ambiti specifici di applicazione: omnicanalità e marketplace. Le startup possono candidarsi direttamente online, fino al 4 giugno al sito internet: www.powermcall.com. Sei startup saranno selezionate per presentare uno “use case” relativo all’integrazione della loro soluzione e potranno essere scelte da Würth per sviluppare un Proof of Concept (PoC). In palio, oltre a un contributo in denaro di 20.000 euro, la possibilità di collaborare con una società che oggi conta oltre 290.00 clienti B2B per un fatturato annuo superiore a 800 milioni di euro.

“Abbiamo deciso di lanciare questa call perché ci servono tecnologie veloci” afferma l’AD Piazza. “In cambio diamo a startup e scaleup la possibilità di vedere se il mercato recepisce le loro proposte. Abbiamo oltre 220 negozi in tutta Italia, siamo un ottimo termometro di mercato per capire se un’idea, una soluzione o un prodotto sia abbastanza interessante”.

L’importanza dell’omnicanalità per Würth

“La call ruota intorno al concetto di omnicanalità” prosegue Prosseda, riferendosi al concetto in base al quale il viaggio del consumatore è ormai un continuo alternarsi di esperienze online e offline da gestire e coordinare. “Tra le varie strategie di omnicanalità vogliamo aggiungere il marketplace: non solo un sito di eCommerce, ma una piattaforma sulla quale riunire i fornitori. Creeremo un portale dove i nostri clienti, attraverso un’unica piattaforma, potranno approvvigionarsi di quasi il 100% dei prodotti. Sarà un ulteriore canale distributivo che si affianca al commerciale, In questo modo aumentiamo i punti di contatto con i clienti. Per il suo sviluppo abbiamo scelto un’azienda specializzata, poi proseguiremo con gli interni. Se una startup sviluppa un prodotto o un’idea, sarà semplice testarli sulla nostra piattaforma”.

Come è strutturata la governance dell’innovazione in Würth

La call è uno degli strumenti di applicazione dell’open innovation in Würth Italia. Ma come è governata? Chi se ne occupa? Con quali esperti e quali risorse?

“Da sempre – rievoca l’AD – per noi le tecnologie sono fondamentali e il nostro reparto IT può essere considerato un’eccellenza: ci lavorano 70 persone, che si occupano di manutenere, sviluppare e apportare migliorie ai sistemi che usiamo. Da sempre abbiamo una cultura della gestione del dato molto spinta. Negli anni ‘90 avevamo i data warehouse, poi abbiamo creato un reparto che si occupa di big data e AI, composto da 7 persone impegnate nella gestione del dato e nel marketing one-to-one. Poi abbiamo il mondo del marketing digitale e del business, altre 60 persone: si occupano di gestione piattaforma, digital marketing, posizionamento motori di ricerca, social e blog, Landing page, monitoraggio di KPI. Tutto questo fa capo a uno dei tre membri della Direzione generale che si occupa di IT e eCommerce. Poi c’è il reparto di Innovation Manager, dove lavora Stefano Prosseda, che fa sempre parte della direzione generale”.

Il laboratorio di innovazione per Industria 4.0

In questo contesto è nato il Würth Innovation Hub presso il NOI Techpark di Bolzano: un campus scientifico dedicato alla ricerca e allo sviluppo di prodotti e servizi digitali e dell’industria 4.0.  La collaborazione con l’incubatore di startup innovative bolzanese consente a Würth di offrire soluzioni tecnologicamente avanzate ai propri clienti, grazie al continuo confronto con i ricercatori di centri di ricerca e università locali. Il team interno dedicato all’innovazione ha creato varie soluzioni utilizzando l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, la manutenzione da remoto con tecnologia olografica e la digitalizzazione dei processi d’acquisto.

Il Phygital hub

Per sviluppare soluzioni tecnologiche ancora più evolute, è nato il Würth Phygital Hub, progetto realizzato in collaborazione con Hevolus, azienda B2B specializzata in ricerca e sviluppo di business model innovativi per una phygital customer experience. Ha ottenuto la partnership con Microsoft.

In questo modo Würth ha sviluppato una piattaforma di prodotti/servizi con strumenti hardware e software che sfruttano la mixed reality. HoloBusiness, ad esempio, raccoglie una serie di soluzioni che spaziano dalla progettazione alla formazione, dall’assistenza fino alla presentazione e vendita di prodotti. HoloMaintenance è una piattaforma di assistenza remota che sfrutta tecnologie come la realtà mista, le videochiamate e la condivisione di immagini tramite visori per migliorare la comunicazione e velocizzare al massimo gli interventi.

Il rapporto con le startup

L’azienda non fa corporate venture capital, cioè non investe direttamente nelle startup, ma è molto attenta al mondo delle giovani realtà innovative e intrattiene collaborazioni con vari centri di riferimento per questo settore, come il Mind a Milano, LVenture a Roma e H Farm a Treviso. Un paio di volte all’anno l’azienda fa attività di pitching sulle startup più interessanti.

Un altro canale su cui punta molto è l’entrepreneurship: “I nostri 4000 collaboratori – spiega Prosseda – possono proporre idee, ne selezioniamo alcune, poi la direzione può approvare. Facciamo questi programmi anche con i fornitori. In futuro vogliamo fare qualcosa anche con i nostri clienti: sono tutti canali con cui cerchiamo di fare rete”.

I premi

Negli ultimi 10 anni sono stati intrapresi progetti importanti in questa direzione, come testimoniano gli importanti riconoscimenti del Premio Innovazione Smau conseguiti nel 2018, 2019 e 2021.

“Essere leader di mercato può comportare anche grandi rischi – sottolinea Piazza. “Se un’azienda mantiene un atteggiamento conservativo invece di evolvere, qualcuno ti passa davanti e non lo vedi. Devi continuamente ad alzare l’asticella. Non si finisce mai di aggiungere e trovare nuove. Essere leader impone di essere leader anche nell’innovazione”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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