L’AI dilemma: costruire il cambiamento, non esserne sommersi

La sfida che ci pone l’intelligenza artificiale di nuova generazione è aumentare la nostra umanità. Il dilemma? Costruire il cambiamento e non subirlo. È stato il tema della “maratona” promossa dalla Fondazione Pensiero Solido. Ecco come rivederla.

Pubblicato il 20 Mag 2023

intelligenza-artificiale-170308124318

È stata una maratona da far impallidire le maratone che Mentana dedica alle elezioni politiche. “Intelligenza artificiale. E noi? Sfide, opportunità, responsabilità” (clicca qui per poterla rivedere) ci ha tenuto venerdì 19 maggio per cinque ore di fila a riflettere sulla risposta da dare alla domanda posta nel titolo: e noi?

Relatori e relatrici hanno declinato in vario modo la risposta, a partire da quelle date al sondaggio “Gli italiani e l’intelligenza artificiale. Cosa ne pensano, cosa si aspettano” che la Fondazione Pensiero Solido ha chiesto di realizzare a Youtrend.

L’intelligenza artificiale generativa è una costruzione dell’uomo

Nel corso del pomeriggio, rappresentanti delle big tech e delle principali università, esperti di vari ambiti e uomini di imprese italiane già in campo con l’AI, tutti hanno convenuto su un fatto: l’intelligenza artificiale generativa e conversazionale non esiste in natura, è una costruzione dell’uomo e in quanto tale abbiamo pro quota tutti la responsabilità di saper gestire le sfide e le opportunità che essa ci presenta, come ha esplicitamente invitato a fare Guido Scorza, componente del Garante per la privacy.

La sfida? Aumentare la nostra umanità

Alla fine, come commentavamo con il direttore di EconomyUp Giovanni Iozzia, che ha guidato abilmente e acutamente la maratona, e con il filosofo del digitale Cosimo Accoto, la sfida principale che ci pone questa nuova forma di intelligenza artificiale è quella di aumentare la nostra umanità. L’Ulisse dantesco dice “fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Questo è “l’AI dilemma”: seguire l’indicazione di Dante e vivere da protagonisti il cambiamento oppure esserne trascinati e portati dove non vogliamo, incapaci di incidere in esso.
Ne parliamo anche ad Actually il podcast di Will Media che “parla del cambiamento che arriva piano piano e poi sembra sommergerci”, come dice Alessandro Tommasi introducendo la puntata. Ecco, noi il cambiamento lo vogliamo costruire, non esserne sommersi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2