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Energy Dome, la startup che usa la CO2 per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile

Fondata nel 2020, Energy Dome ha brevettato una CO2 battery che sfrutta l’anidride carbonica per immagazzinare l’energia elettrica proveniente dalla rete. I primi impianti in Italia e lo sviluppo internazionale

Aggiornato il 25 Ago 2023

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Per favorire la transazione sostenibile è necessario sviluppare tecnologie in grado di immagazzinare, e rendere disponibili all’occorrenza, l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Ed è proprio questo che è riuscita a fare Energy Dome, startup milanese fondata da Claudio Spadacini nel 2020, che in aprile ha chiuso un round di finanziamento di serie B da 40 milioni di euro, esteso a 55 milioni a luglio con una nuova trance da 15 milioni. 

Energy Dome ha brevettato una CO2 Battery, una tecnologia a basso costo che sfrutta l’anidride carbonica per immagazzinare l’energia elettrica proveniente dalla rete.

Un’innovazione, la prima al mondo di questo tipo, che trasforma la CO2 da nemica ad alleata nel percorso della transizione energetica e che, proprio per questo, sta ricevendo un grande interesse a livello mondiale.

Come funziona la CO2 Battery di Energy Dome

La batteria sviluppata dalla start-up è un sistema di accumulo termodinamico. In fase di carica, il sistema è in grado di assorbire l’energia elettrica dalla fonte (sia essa la rete elettrica, o un parco eolico o solare) per comprimere la CO2 contenuta all’interno di una “cupola” (o dome) a temperatura e pressione ambiente. L’anidride carbonica viene stoccata all’interno della cupola allo stato liquido e il calore generato dalla compressione viene immagazzinato.

Il calore servirà poi, in fase di scarica, per far evaporare la CO2 e azionare una turbina che produce energia elettrica. Il sistema si interfaccia direttamente con la rete elettrica, prendendo energia quando è in eccesso o a basso costo e restituirla quando ce n’è bisogno.

La batteria è caratterizzata da un’alta efficienza – restituisce alla rete elettrica il 75% dell’energia stoccata – e ha una vita utile di circa 30 anni. L’interesse che la tecnologia ha riscosso a livello mondiale deriva dai tanti vantaggi di questa tecnologia, tra cui proprio la sostenibilità di tutto il ciclo di vita della batteria, a partire dalle fasi di realizzazione.

La batteria è infatti realizzata in acciaio (che può essere infinitamente riciclato), mentre l’acqua è richiesta unicamente nella fase di riempimento del serbatorio (e non è necessario aggiungerne altra per il funzionamento della batteria). Anche la CO2, in piccola quantità, viene utilizzata unicamente nella fase iniziale di carica della batteria.

Altri vantaggi della batteria riguardano invece la sua sostenibilità economica. Per realizzare la CO2 Battery, infatti, non sono necessarie terre rare, che sono estremamente scarse in Europa. Inoltre, secondo quanto riportato dal Ceo dell’azienda, anche il costo di realizzazione dei nuovi impianti è contenuto: i primi impianti di accumulo su scala reale dovrebbero costare poco meno di 180 euro per chilowattora, ovvero circa la metà del prezzo di un sistema di accumulo di energia agli ioni di litio.

Energy Dome, le prime implementazioni in Italia

Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che il sistema sfrutta hardware già presente sul mercato e questo ha consentito all’azienda di passare velocemente alla fase di implementazione.

Nonostante la start-up sia nata poco prima della pandemia, infatti, nell’estate del 2022 era già pronto il primo impianto pilota in grado di utilizzare la CO2 per immagazzinare l’energia dalle fonti rinnovabili.

Per la sede del primo impianto è stata scelta la Sardegna (Ottana) per il suo clima ventoso e caratterizzato da numerose giornate di sole. L’impianto ha una capacità di 4 MWhn, con una potenza di 2,5 MW. I primi test svolti hanno confermato l’elevata efficienza della batteria, che ora l’azienda punta a commercializzare.

Il 2023 sarà l’anno dello sviluppo internazionale

A questo scopo, ad inizio 2023 Energy Dome ha stretto diversi accordi commerciali, tra cui un contratto con la società nazionale multi-utility A2A per la realizzazione di un primo impianto da 20MW-5h.

L’azienda ha inoltre siglato un accordo di licenza non esclusiva con Ansaldo Energia mirato alla realizzazione di progetti di accumulo energia a lunga durata in Italia, Germania, Medio Oriente e Africa.

Dopo un 2022 caratterizzato da una crescita del 250% in termini di organico, il 2023 sarà per l’azienda l’anno dell’internazionalizzazione. Il team di Energy Dome è infatti impegnato nella promozione della sua attività all’estero, anche attraverso la partecipazione a diversi appuntamenti internazionali, tra cui India Energy Week, Intersolar North America, POWERGEN, l’Energy Storage Summit di Londra, il McKinsey German Green Business Building Summit di Berlino e l’Intersolar Middle East di Dubai.

Per il breve periodo, i mercati più promettenti per l’azienda, oltre all’Italia, sono India, America Latina e Usa. Nello specifico, l’azienda punta a commercializzare la sua CO2 Battery negli Stati Uniti già a partire dal 2024.

I finanziamenti e i riconoscimenti ottenuti

Proprio per il suo alto potenziale innovativo, la CO2 Battery sta attirando un forte interesse a livello mondiale e questo ha contribuito ad aiutare Energy Dome a trovare i finanziamenti necessari ad accelerare la sua crescita.

Una prima fase di raccolta di capitali, conclusa nel 2021, ha coinvolto investitori come 360 capital, Barclays, Cdp Capital e Novum Capital Partners (già azionista di Energy Dome) per un totale di circa 25 milioni di dollari di finanziamenti.

A dicembre dello scorso anno, la start-up ha ricevuto 17,5 milioni di euro dall’acceleratore dello European Innovation Council, il programma di finanziamento europeo per identificare, finanziare e sviluppare innovazioni rivoluzionarie in aree strategiche, tra cui l’accumulo di energia.

A fine aprile 2023 ha chiuso un importante round di serie B da 40 milioni di euro. Il round ha ottenuto un’estensione a fine luglio per un totale di 55 milioni, con l’entrata nel capitale di Innovation Development Oman Investments, Vopak Ventures  e Sagana, e la rinnovata partecipazione di 360 Capital e CDP Venture Capital. Con questa operazione, CDP ha inaugurato l’operatività del suo Green Transition Fund, che utilizza le risorse stanziate dall’UE attraverso l’iniziativa NextGeneration EU con l’obiettivo di stimolare la crescita di un ecosistema di innovazione nei settori della transizione verde.

Energy Dome è stata selezionata tra le oltre mille altre aziende che hanno presentato domanda e ha ricevuto il finanziamento più consistente messo a disposizione dal programma.

Un altro riconoscimento significativo è arrivato dall’ingresso della start-up nella Cleantech for Europe’s Scale-Up Coalition, l’iniziativa sostenuta da Breakthrough Energy e fondata da Bill Gates. L’iniziativa, lanciata nell’ottobre 2022 punta a scalare e industrializzare le tecnologie per aiutare l’Europa a diventare neutrale dal punto di vista climatico, indipendente dal punto di vista energetico e competitiva.

Tra i premi vinti da Energy Dome possiamo ricordare: il Premio Sviluppo Sostenibile 2022 nella categoria Startup per il clima, il Premio Bloomberg New Energy Finance (BNEF) Pioneers 2022 e il SET Award 2023 – concorso internazionale per start-up di tutto il mondo impegnate nei temi della transizione energetica e del cambiamento climatico – per la sezione “Clean energy e Storage”.

Articolo originariamente pubblicato il 27 Apr 2023

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Michelle Crisantemi
Michelle Crisantemi

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