Come la migliore serie televisiva, Enea Tech non manca di riservare colpi di scena. A un anno dal suo insediamento, secondo il Corriere della Sera Marco Baccanti avrebbe già concluso la sua esperienza di direttore generale della Fondazione nata per sostenere il trasferimento tecnologico e diventata poi, almeno nelle intenzioni, un centro di finanziamento per il biotech italiano.
Secondo quanto risulta a EconomyUp ci sarebbe già il suo successore, anzi una “successora”: Maria Cristina Porta, che faceva già parte del consiglio d’amministrazione di Enea Tech e Biomedical, come dice la nuova ragione sociale voluta da Giancarlo Giorgetti quando era ministro dello Sviluppo Economico.
Chi è Maria Cristina Porta che guiderà Enea tech e Biomedical
Maria Cristina Porta era entrata in consiglio nel gennaio 2022, con Sergio Abrignani, Paolo Boaretti e Marco Baccanti e ha sempre avuto ottimi rapporti con Giorgetti, oggi ministro del Tesoro: dicono i bene informati che può capitare di vederli a Varese conversare davanti a un caffé. Per assumere il suo nuovo incarico, la Porta si sarebbe già dimessa da ComeNext, l’incubatore d’impresa dove ha lavorato per nove anni ed è stata Head of incubation and open innovation. Quindi una professionista che conosce bene le startup e le logiche del loro sviluppo.
Un anno dopo l’inizio del nuovo corso, segnato dalla presidenza di Giovanni Tria, si ricomincia e non è ancora chiaro perché e come. Nelle voci che rimbalzano fra Milano e Roma si parla di un atto di spoil system legato al cambio di Governo, ma anche di un nuovo cambio di visione e di missione come spesso capita nella nostra leadership politica, ma c’è anche chi non esclude possibili difficoltà di inserimento di Marco Baccanti, un manager abituato a logiche e metodi internazionali, nelle dinamiche dei palazzi romani. Resta il fatto che un altro anno è andato via e i 750 milioni che Enea Tech avrebbe potuto scaricare sull’ecosistema italiano dell’innovazione con un importante effetto leva sono rimasti fermi.
L’infanzia difficile di Enea Tech
Istituita nel maggio 2020 e operativa da novembre dello stesso anno, Enea Tech nasce con il Decreto Rilancio e muore con il Decreto Sostegni bis, trasformata in Enea Biomedical Tech. È la stagione caratterizzata dalla guida di Salvo Mizzi, che aveva avviato un importante lavoro di scouting di opportunità per finanziare imprese provenienti dal mondo della ricerca. Ma non ci fu il tempo per completare il lavoro avviato.
Con una mossa a sorpresa, in uno dei diversi interventi del Governo dopo la pandemia vengono cambiati nome, squadra, missione. Certamente non per una valutazione di quanto fatto a quel punto, visto che i 500 milioni di dotazione erano rimasti lì. Ma nel frattempo era cambiato il titolare del MInistero dello Sviluppo Economico, che controlla EneaTech: da Patuanelli a Giorgetti.
Che cosa dovrebbe fare Enea Tech e Biomedical
ENEA Tech e Biomedical è una fondazione di diritto privato vigilata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che gestisce il “Fondo per il Trasferimento Tecnologico” e il “Fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico” con una dotazione iniziale di 750 milioni di euro.
La Fondazione ha lo scopo di promuovere sul territorio nazionale il potenziamento della ricerca, lo sviluppo e la riconversione industriale del settore biomedicale ed investimenti ed iniziative in materia di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico a favore di startup e PMI innovative che operano sul territorio italiano nelle filiere dell’economia verde e circolare, dell’information technology, dell’agri-tech e del deep-tech.
Enea Tech e Biomedical ha così ricevuto l’importante mandato di investire nel settore biomedicale per realizzare poli nazionali per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini rafforzando, lungo tutta la filiera produttiva, le infrastrutture di ricerca, sperimentazione e produzione, come era stato previsto dal decreto Sostegni bis. Si tratta di una misura introdotta su volontà del ministro Giorgetti per favorire, sia in termini di capacità produttiva sia di trasferimento tecnologico, la collaborazione e la sinergia tra l’industria farmaceutica e i centri di ricerca presenti nel nostro Paese.
Chi è Marco Baccanti
Marco Baccanti è recentemente rientrato in Italia dopo una lunga carriera internazionale ai vertici di organizzazioni specializzate nello sviluppo economico e nel trasferimento tecnologico nel settore delle Scienze della Vita.
Laureato in Chimica industriale a Milano, Baccanti ha studiato management presso la Duke University per poi intraprendere una carriera internazionale.
Già direttore di Technogym e del parco scientifico San Raffaele, è stato direttore esecutivo della zona franca DuBiotech di Dubai ed è rientrato in Italia dopo sette anni in Australia, dove è stato amministratore delegato dell’Agenzia per lo sviluppo economico per le scienze della vita del governo dello stato del Sud Australia e poi CEO della società Trajan Nutrition fino alla recente quotazione in borsa del gruppo.