IL CASO

Dentro la crisi di Casavo, che licenzia e cambia modello di business

Dalla crescita alla ricerca della sostenibilità economica: il CEO di Casavo Giorgio Tinacci ha annunciato che la scaleup taglierà il 30% dei dipendenti e sposterà il focus dall’instant buying alla piattaforma di servizi immobiliari. La notizia, i commenti, le prospettive

Pubblicato il 14 Feb 2023

Giorgio Tinacci, Founder e CEO di Casavo

Arrivano i primi licenziamenti di una scaleup italiana: Casavo ha annunciato che taglierà il 30% dei suoi dipendenti, il che significa all’incirca un centinaio di persone.

Quello dei grandi licenziamenti nelle aziende innovative è un fenomeno che aveva per ora toccato perlopiù lo scenario internazionale, dalle startup alla crisi delle big tech, come Economyup ha raccontato in questo articolo.

Oltre ai licenziamenti, Casavo ha dichiarato che ridimensionerà il progetto iBuying e si focalizzerà sui suoi mercati core, spostando il focus dalla crescita alla profittabilità.

La notizia: Casavo taglia il 30% dei dipendenti

La notizia dei licenziamenti in Casavo è stata data tramite una lettera ai dipendenti dal founder e CEO Giorgio Tinacci, che ha riportato i punti chiave anche su un post Linkedin. Queste le sue parole:

Le reazioni all’annuncio

Tra i commenti di supporto per la trasparenza e l’impegno a trovare un nuovo collocamento ai membri del team che non potranno rimanere, non sono mancate le reazioni negative al post, specialmente per la scelta di imputare la decisione a fattori esterni quali l’andamento di mercato.

“You (the management) should not only admit the responsibility for the decision, but mainly for the root causes that led to it, instead of solely pointing the finger on external factors” si legge nel commento che ha attirato maggiore attenzione.

Senz’altro la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno considerando l’andamento positivo di Casavo, che a luglio dell’anno scorso aveva ricevuto un grosso segno di fiducia dal mercato, con un round da record di 400 milioni tra equity e credito.

La storia di Casavo

Fondata da Giorgio Tinacci nel 2017, Casavo ha portato in Italia il servizio di instant buying immobiliare. Nel 2020 aveva già raccolto 100 milioni di euro e ha fatto parlare di sé con l’acquisto della startup di realtà virtuale Realisti.co per integrare la tecnologia nella sua piattaforma.

Nel suo quinto anno di vita fa un grosso salto in avanti grazie alla spinta di un investitore del calibro di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann, che in primavera l’aveva scelta per il suo primo investimento in Italia del fondo Seed in un round da 200 milioni tra equity e debito.

E la sua crescita non accenna a fermarsi: arriva a luglio 2022 il megaround di 100 milioni di investimento, un record europeo, accompagnato da una linea di credito di altri 300 da parte di un gruppo di banche che include Intesa Sanpaolo, l’israeliana Viola Credit, Goldman Sachs e il gestore D.E. Shaw per sostenere l’espansione europea. Espansione che comincia dalla Francia pochi mesi dopo, con la proptech locale Proprioo che viene acquisita da Casavo.

Un caso interessante di scaleup cresciuta in fretta, con obiettivi ambiziosi e il pieno supporto degli investitori ma, come ha spiegato lo stesso Tinacci, ha bisogno ora di “raggiungere l’auto sostenibilità finanziaria il prima possibile.”

Per farlo, oltre a ridimensionare il team Casavo cambia ora modello di business: sposterà la il focus dall’instant buying alla sua piattaforma di servizi immobiliari, ma ancora non ci sono dettagli su quali saranno questi servizi.

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Redazione EconomyUp
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