Continua a crescere una delle realtà che ha fatto (e sta facendo) la storia dell’auto a guida autonoma in Italia e nel mondo. Vislab, spinoff dell’Università di Parma acquistata dall’americana Ambarella e diventata nel 2019 la prima società autorizzata dal Ministero dei Trasporti a testare veicoli driverless su strada, annuncia che raddoppierà lo spazio del suo centro di eccellenza per la progettazione e realizzazione di sistemi di guida autonoma nel Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma.
“Il numero dei nostri ricercatori è in continua crescita, così come la flotta dei nostri veicoli autonomi – dichiara Alberto Broggi, General Manager di VisLab – e il nuovo spazio ospitato all’interno del Campus Universitario estenderà la possibilità di lavorare in stretta sinergia con l’Università stessa, che più di 10 anni fa diede origine allo spin-off VisLab”.
VisLab, la pioniera italiana (ora americana) dell’auto a guida autonoma
VisLab (abbreviazione di Vision and Intelligent Systems Laboratory) nasce nel 2009 a Parma in ambito universitario sotto la guida di Alberto Broggi, professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, per sviluppare sistemi per la visione artificiale con applicazioni nei veicoli a guida autonoma. Il suo primo prototipo è Deeva, un veicolo automatizzato dotato di sensori, microtelecamere e laser in grado di garantire una copertura sensoriale a 360 gradi intorno a tutta la vettura, che nel 2010 percorre 13mila chilometri da Parma a Shanghai.
La svolta è nel 2015, quando la statunitense Ambarella rileva VisLab per 30 milioni di dollari: l’exit italiana più ricca dell’anno, al seguito della quale i 27 ricercatori di VisLab diventano parte del team di sviluppo di Ambarella legato ai sistemi di visione avanzata, con varie applicazioni in settori che spaziano dall’automotive, alla sicurezza di internet e ai wearable device. La sede rimane però a Parma, con laboratori all’interno dell’Università che ha dato i natali alla startup.
Nel 2019, VisLab ottiene l’autorizzazione dal Ministero dei Trasporti ad eseguire la prima sperimentazione in Italia di veicoli a guida autonoma su strade pubbliche, test che viene effettuato il 27 maggio nella città di Parma.
Guida autonoma: tutto sull’americana VisLab, prima società a fare test su strada in Italia
VisLab amplia il suo centro di ricerca: i dettagli
Sarà depositato a breve il progetto esecutivo che prevede ulteriori 1000mq di superficie disposti su tre livelli per la realizzazione di spazi ufficio, nuovi laboratori e un’ampia zona garage.
Il nuovo edificio sarà connesso alla sede attuale per formare un unico corpo che ospiterà gli oltre 70 ricercatori VisLab e ospiti internazionali Ambarella, insieme a studentesse, studenti e dottorande/i che scelgono di trascorrere periodi di ricerca all’interno dell’azienda, approfondendo tematiche emergenti quali l’Intelligenza Artificiale, la Computer Vision e il Deep Learning.
Segno di rinnovato impegno e collaborazione tra l’Ateneo di Parma e la sede italiana di Ambarella, anche il secondo padiglione del Polo dell’Innovazione sarà realizzato in legno, rispettando i criteri architettonici e di piena sostenibilità già sperimentati con la prima costruzione.
Un esempio virtuoso di sinergia tra ricerca e imprenditorialità
Era il febbraio 2018 quando veniva inaugurata la sede che avrebbe ospitato i 40 dipendenti VisLab, e oggi che il gruppo è diventato più numeroso e con ancor più importanti prospettive di crescita si è dato seguito a quello che quasi cinque anni fa era solo un buon proposito: ampliare gli spazi e continuare a investire all’interno del Campus.
“Quello di VisLab – commenta il Rettore Paolo Andrei – è un caso di successo davvero da manuale: una realtà che nasce in contesto universitario e poi spicca il volo in autonomia ma mantenendo rapporti strettissimi con l’Ateneo, in una sinergia assolutamente virtuosa. Il fatto che VisLab abbia scelto di stare all’interno del Campus è davvero molto importante in quest’ottica, basti pensare alle ricadute che questa presenza ha in chiave occupazionale e anche formativa, per ricercatori e ricercatrici, studentesse e studenti”.