L'INTERVISTA

Maurizio Cimbali, dalla tradizione delle macchine per il caffè al metaverso

Innovazione tecnologica, di prodotto, nella comunicazione: il gruppo di macchine professionali per caffè espresso con 110 anni di storia sta esplorando nuove frontiere e ora guarda al mercato nordamericano e cinese. Come spiega a EconomyUp il presidente Maurizio Cimbali con il direttore generale Enrico Bracesco

Pubblicato il 20 Ott 2022

Maurizio Cimbali, presidente del Cimbali Group

Centodieci anni di vita e ancora tanta voglia di innovare: il Gruppo Cimbali, tra i principali produttori al mondo di macchine professionali per caffè espresso, festeggia l’anniversario pensando al futuro. Perché, come spiega a EconomyUp il presidente Maurizio Cimbali, in questo settore c’è ancora tanto spazio per l’innovazione: innovazione di prodotto, ma anche innovazione nella comunicazione.

Il caffè, pur tanto caro a noi italiani, è un universo ancora da tutto scoprire in Italia come all’estero. C’è da lavorare per portare all’affermazione sul mercato dello “Specialty Coffee”, l’altissima qualità, per proporre nuovi prodotti (Cimbali ha lanciato l’anno scorso Faemina, una macchina per il caffè destinata ad uso casalingo), per agevolare un nuovo modo di gustare la bevanda nei bar e nei ristoranti. Soprattutto nei ristoranti: molti ristoratori tendono a sottovalutare la qualità del caffè servito a fine pasto, mentre alcuni si sono portati avanti, offrendo una carta dei caffè non dissimile a quella dei vini. Ma bisogna saper comunicare quanto interessante e prezioso può essere un sorso di caffè: anche per questo motivo, 10 anni fa, Cimbali ha aperto a Binasco, suo quartier generale, il MUMAC, museo d’impresa che è anche la più grande esposizione permanente dedicata alla storia e alla cultura di questo tipo di macchine nel mondo.

E poi c’è la tecnologia, che non può non essere applicata alle macchine da caffè: Cimbali ha sviluppato un Naso Elettronico (vincitore del Premio Innovazione Smau 2021), software in grado di identificare le miscele attraverso un algoritmo di Intelligenza Artificiale. E sta anche esplorando il Metaverso: nei prossimi mesi studierà come applicare la realtà aumentata per offrire un’esperienza sensoriale ai clienti.

Breve storia di Cimbali: quando i giapponesi chiesero agli italiani l’intervento in un’ora

Certamente quando Giuseppe Cimbali, nel 1912, aprì in Via Caminadella, nel centro di Milano, una piccola bottega per la lavorazione del rame, non avrebbe mai potuto immaginare questa evoluzione dello scenario tecnologico. Nel 1930 decide di acquisire un’azienda specializzata nella realizzazione di macchine espresso, con la conseguente creazione della Ditta Giuseppe Cimbali. Nei decenni successivi la famiglia si impegna nella realizzazione di macchine per caffè, che si fanno subito notare per innovazione e design. Comincia ad apparire chiaro a chi guida l’azienda che, per mantenerla viva e competitiva, occorre innovare. “In particolare – spiega Maurizio Cimbali – lo abbiamo capito alla fine degli anni ’40, quando abbiamo cominciato ad esportare le nostre macchine fuori dall’Italia. Ci siamo trovati a dover comprendere le esigenze dei vari Paesi e questo ci ha costretto a guardare le cose in modo diverso”. Un aneddoto eloquente, in questo senso, riguarda il Giappone, dove Cimbali è presente da circa 40 anni: “Ci chiesero che il servizio di assistenza fosse in grado di intervenire entro un’ora dalla richiesta del cliente. Ricordo che ci dicevano: ‘Tutto deve essere perfetto’. Un insegnamento che ci ha aiutato a progredire”.

Nel 1984 il passaggio di testimone alla terza generazione segna anche un cambio culturale nella filosofia manageriale: viene coinvolto un management esterno, accompagnato dalla supervisione famigliare. Nei decenni successivi si assiste alla costante crescita del Gruppo, anche grazie alle acquisizioni. Nel 1995 Cimbali acquisisce Faema, al tempo la principale concorrente. Nel 2005 nasce la holding e contemporaneamente avviene l’acquisizione di Casadio, azienda bolognese specializzata in macinadosatori. Nel 2017 un’altra importante acquisizione: Slayer, società americana che produce a Seattle macchine per caffè espresso dedicate agli speciality coffee, caffè di grande qualità che proviene da piccole piantagioni sparse in tutto il mondo. Nel 2019 il Gruppo incorpora Keber, azienda di Dolo (Venezia), esperta in  progettazione e produzione di macine per i marchi del settore del caffè italiano ed internazionale.

L’obiettivo post-pandemia: diventare un punto di riferimento per chiunque ama il caffè

Come per molte altre imprese, la pandemia ha segnato una battuta d’arresto nei ricavi, ma allo stesso tempo è servita da leva per procedere alla riorganizzazione aziendale.  “Il piano c’era già, i mesi di interruzione delle attività hanno in realtà contribuito ad accelerare la strategia: diventare un punto di riferimento per chiunque ama il caffè anche al di fuori di bar e ristoranti, i nostri tradizionali clienti” afferma Enrico Bracesco, Direttore Generale di Gruppo Cimbali.

Enrico Bracesco, Direttore Generale del Gruppo Cimbali
Se i ricavi, nell’anno del Covid19, sono sensibilmente calati, nel 2021 hanno registrato un aumento del 20%. Per il 2022 si stima un ulteriore balzo del 20%. Ad oggi Cimbali ha 4 stabilimenti nel Nord Italia e uno negli Stati Uniti, 2 filiali commerciali nel nostro Paese e 11 all’estero, con una rete distributiva in oltre 100 paesi. Sono circa 850 i dipendenti (90 assunti nell’ultimo anno). I ricavi superano i 200 milioni di euro. L’obiettivo per i prossimi anni è, naturalmente, riprendere un buon ritmo di crescita.

Di spazio ce n’è, perché la comunità degli appassionati di questa bevanda è in aumento in tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti fino alla Corea del Sud. Certamente la crisi energetica avrà un impatto su questa come su altre industrie, ma negli ultimi mesi l’azienda ha lavorato per cercare di reagire alla difficile situazione congiunturale, per esempio attraverso la diversificazione dei fornitori per cercare di scongiurare i blocchi nella supply chain.

Cimbali produce quattro tipi di macchine e 3 categorie di prodotto che esporta in 100 Paesi del mondo. Per il momento il mercato europeo è prevalente, ma l’obiettivo per il futuro è andare sempre più a caccia di clienti e opportunità nel Nord America e in Cina. Entrando non solo in bar e ristoranti, ma anche in uffici, hotel e – ultimo tassello della nuova strategia – nelle case delle persone. Da qui il debutto della linea home.

Cimbali e la tecnologia: il Naso elettronico, l’app e 66 brevetti

Senza dimenticare lo sviluppo tecnologico. Come accennato sopra, Cimbali ha elaborato un Naso Elettronico in grado di identificare le miscele di caffè in grani, analizzandone i composti volatili organici (i cosiddetti VOC), prelevati da una tramoggia per macinadosatori e instradati su una terna di sensori. I dati provenienti dai sensori sono poi analizzati da una rete neurale che, opportunamente addestrata, può confermare o smentire se i dati acquisiti sono appartenenti ad una miscela della quale la rete possiede già i VOC. Il progetto ha visto la collaborazione della società Nano Sensor System (NASYS), spin off dell’Università di Brescia. In sostanza il dispositivo è in grado di riconoscere provenienza del caffè, anno e mese di lavorazione, a quale tipo di lavaggio è stato sottoposto ecc. ecc. Si tratta di un prodotto di cui Cimbali ha il brevetto e che verrà commercializzato nel 2023. L’obiettivo è garantire la qualità per il consumatore finale.

Un altro esempio di utilizzo della tecnologia è rappresentato da CUP4YOU, applicazione che offre libertà nel creare e personalizzare la propria bevanda preferita. Con un semplice tocco, è possibile decidere il rapporto tra caffè e latte, l’intensità del caffè, l’emulsione del latte e molto altro. Basta quindi creare la propria ricetta, salvarla sul proprio smartphone o tablet e richiederla dalla macchina del caffè tutte le volte che si vuole, per poi, se lo si desidera, condividerla con gli amici.

L’interesse all’innovazione tecnologica è confermato dal fatto che oltre 60 addetti del reparto R&D lavorano ogni giorno per progettare e sviluppare macchine ad elevate prestazioni. Tutte le attività si svolgono in-house e si riflettono nei 66 brevetti che l’azienda possiede attualmente, 19 dei quali depositati negli ultimi tre anni. L’investimento previsto nel 2023 sullo sviluppo prodotto è oltre il 5% del fatturato.

Cimbali e la sostenibilità

Un’azienda del 2022, seppure nata 110 anni fa, non può non tener conto del trend della sostenibilità. “Siamo consapevoli – puntualizza Enrico Bracesco – che l’attività di raccolta del caffè ha un impatto sull’ambiente e sulle famiglie che vivono di questo lavoro. Per esempio la varietà arabica è fortemente colpita dai cambiamenti climatici e la carenza d’acqua costituirà un problema, perché sono coltivazioni intensive ad elevato consumo idrico”.

Per questo Cimbali si definisce l’azienda delle 4 P: Planet, People, Product, Partnership. “Pianeta perché usiamo fonti rinnovabili per un sesto del fabbisogno. People vuol dire sicurezza sul lavoro, progetti sociali e promozione della cultura con il coinvolgimento delle comunità locali. Prodotto perché gli imballi sono ecocompatibili e riciclabili. Partnership perché il rispetto per l’ambiente va portato avanti in collaborazione con altre realtà”.  Un dato significativo: l’investimento per l’ampliamento del fotovoltaico, nel 2023, sarà di 600.000 euro, prevedendo di triplicare la potenza installata per arrivare a sodisfare circa il 50% del fabbisogno energetico.

A luglio di quest’anno è stato pubblicato il primo rapporto di sostenibilità, con l’obiettivo di avere il primo bilancio nel 2023.

La prossima sfida di Cimbali è il Metaverso. Per il momento sta conducendo uno “studio esplorativo” per il quale si prevede una durata di 36 mesi. Attraverso l’uso della realtà aumentata si vuole dare al cliente una percezione sensoriale. Dopo quattro generazioni di macchine che fanno il caffè “tradizionale”, è venuto il momento di gustarlo anche nella realtà virtuale.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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