LA STORIA

Tuc, la startup che rivoluziona l’auto con l’USB della mobilità

Fondata a Torino nel 2018, TUC ha presentato una piattaforma che si propone come USB della mobilità e che ha attirato investitori come Luca di Montezemolo. La racconta il CEO Ludovico Campana, co-fondatore con Sergio Pininfarina

Pubblicato il 29 Giu 2022

TUC technology

Tuc, startup co-fondata ufficialmente a Torino nel 2018 partendo da un’intuizione dell’attuale CEO Ludovico Campana e da Sergio Pininfarina (figlio di Andrea e nipote del famoso designer), ha presentato per la prima volta dal vivo il 15 giugno Tuc.technology – la tecnologia del futuro che modifica il concetto stesso di auto –  al Viva Technology di Parigi: la kermesse più importante in Europa dedicata a tecnologie e innovazione.

Tuc ha esposto la sua soluzione nel padiglione Discovery, il più prestigioso dell’evento in quanto accoglie tutte le nuove tecnologie che cambieranno paradigmi con soluzioni concrete. Tuc.technology – infrastruttura semplice ma rivoluzionaria che razionalizza ed incrementa l’intero sistema elettronico dei veicoli abilitandoli a digitalizzazione, personalizzazione e modularità, trasformando il concetto di veicolo da definito a definibile – è senza dubbio tra queste.

Che cos’è Tuc.Technology, l’USB della mobilità

La soluzione unisce in un sistema integrato hardware/software in grado di abilitare modularità e cost reduction all’interno di veicoli con diverse tecnologie brevettate: un connettore digitale/strutturale Plug&Play “Tuc.plug” (l’usb della mobilità), un super computer connesso al cloud “Tuc.brain” (il cervello pensante del sistema) e un network di alimentazione e connessione dati che crea un sistema di rete altamente digitalizzato e connesso “Tuc.network”.

In particolare, il connettore modulare e Plug&Play Tuc-plug è implementabile in fase progettuale o di restyling nel telaio dei principali mezzi di trasporto: permette di avere un plug tecnologico dove – con un solo gesto – è possibile ancorare in sicurezza, alimentare e connettere qualsiasi componente costituente l’interno del veicolo, dai sedili alle plance, dai display ai devices realizzati ad hoc, così da rendere l’esperienza della mobilità su misura per ciascun utente.

Nel 2023 in programma l’industrializzazione

Per TUC si tratta di un’altra tappa importante, dopo la presentazione in anteprima digitale nel 2020 della tecnologia frutto di anni di ricerca e sviluppo, con l’obiettivo “di vendere in modalità standard su licenza un unico connettore per tutti i costruttori di veicoli” sempre più vicino.

Come chiarito dal CEO, dal 2020 ad oggi la tecnologia TUC 2.0 è stata totalmente ripensata e migliorata tramite un sofisticato processo di ricerca e sviluppo, e includerà diverse novità. Questo passaggio per TUC aprirà infatti “una nuova fase nel Q1 del 2023, quando la tecnologia TUC 3.0 verrà presentata nella sua versione industrializzata alla quale seguirà la vendita della licenza brevettata in 140 Paesi di TUC.technology che determinerà l’uscita dalla ‘fase startup’. Attualmente – spiega Campana – sono in corso interlocuzioni per studi di fattibilità con i costruttori visto lo stato molto avanzato del progetto”.

Una tecnologia che diventerà prodotto realizzata in tempi brevissimi per una startup, rispettando le tempistiche e gli step previsti dal business plan originale. In questa fase di industrializzazione, inoltre, sono previsti aumenti di capitale ai quali TUC sta lavorando. Con un percorso che, per visione e innovatività dell’idea iniziale, è perfetto esempio di come una società innovativa possa rivoluzionare un settore ancorato a dinamiche consolidate negli anni qual è l’automotive.

Le origini di Tuc

Ludovico Campana è un designer e come tale nella sua interpretazione della professione, sin dall’inizio degli studi si pone come obiettivo il “progettare e risolvere i problemi delle persone nella loro quotidianità”. Terminato il percorso accademico – ricco di premi e riconoscimenti, Campana inizia subito a lavorare come designer di automobili.

Un percorso durato “diversi anni per ‘toccare con mano’ cosa vuol dire realizzare soluzioni di mobilità innovative e provare a creare qualcosa che avesse valore”. Un “designer anomalo” per sua stessa ammissione, per nulla intenzionato “a creare la nuova generazione di un determinato modello, puntando invece a cambiare un paradigma consolidato per migliorare grazie a innovazioni in senso stretto”.

Resosi conto che la carriera intrapresa non combacia con le ambizioni e la personale interpretazione del lavoro di un designer per l’automotive, nel 2017 Campana abbandona la propria “comfort zone decidendo di fare qualcosa di veramente innovativo nella stessa industria, con un progetto enorme percepito in quel momento come ‘visionario’ e ‘da Silicon Valley’, ma che il presente conferma realizzabile e proiettato verso il futuro”, in grado rivoluzionare concretamente la produzione di veicoli.

L’incontro tra Ludovico Campana e Sergio Pininfarina

Dopo aver capito “cosa serviva davvero”, forte anche degli studi per interesse personale e accademico in sociologia utili a condurre studi per comprenderlo ponendosi domande senza trovare risposte, dall’incontro con Sergio Pininfarina nasce TUC, startup innovativa costituita ufficialmente a maggio del 2018 a Torino.

“TUC si è subito posta come mission la semplificazione dei sistemi”, sottolinea il co-fondatore e attuale CEO, “eliminando la complessità delle auto di oggi che non hanno più senso. Si è sempre migliorato partendo dal presupposto di auto concepite per spostarsi da un luogo ad un altro, ma quello che serve – adesso e in futuro – è altro”.

“In un percorso complicato come creare un’impresa – aggiunge Campana – ho avuto la fortuna di trovare un compagno di viaggio con le stesse idee, proponendo un progetto disruptive nel settore. Un progetto nato per fare qualcosa di grande: cambiare il paradigma di auto da concetto definito a concetto che verrà definito con un semplice gesto grazie a una soluzione applicabile concretamente”.

La selezione del team e i primi step del progetto

Dopo aver creato un team interdisciplinare, la cui selezione è stata fondamentale al pari della creazione di un ambiente di lavoro dove tutti vivono il progetto come un traguardo raggiungibile e lavorano insieme in modo da essere allineati rispetto ai progressi fatti da altre divisioni, parte da zero lo sviluppo di una soluzione visionaria. Incubata in I3P – Politecnico di Torino, nel 2020 per TUC arriva il momento di svelare la versione pre-industrializzata della tecnologia sviluppata in meno di due anni: TUC.technology.

Tuc.Technology e i soci famosi (a partire da Montezemolo)

Per farlo – dopo un aumento di capitale necessario visti i grandi sforzi economici richiesti con ingressi in società di figure di spicco del settore automotive (e non solo) tra cui Amedeo Felisa, Ingegnere ed ex CEO Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, Francesca Masiero, AVM Gestioni e molti altri – TUC decide di partecipare ai più importanti eventi dedicati all’automotive. La presentazione, nelle intenzioni, si dovrebbe tenere presso la Nuvola Lavazza di Torino con oltre mille invitati confermati per poi partecipare, ad esempio, al Salone dell’automobile di Ginevra.

Come racconta con orgoglio Campana “improvvisamente arrivò lo stop agli eventi dal vivo causa pandemia”. Superato il momento di sconforto, consapevole che un giorno “perso” per una startup equivale a un mese di lavoro di una corporate, TUC – realtà deeptech più che automotive in senso stretto – organizza e propone una Digital Word Premier in streaming per presentare TUC.Technology.

Le chiavi del percorso di Tuc

Il primo traguardo di un “progetto sulla carta bello, ma difficile da far capire alle aziende”, come racconta oggi Campana non è semplice: “Il rischio per realizzare il primo prototipo e far capire cosa facciamo attirando gli investitori e i talenti era grande, ma la velocità del processo ha avuto tempistiche davvero brevi”.

Dopo altri due anni di sviluppo, sottolinea il CEO di TUC, la tecnologia “ora è brevettata in 140 paesi, con la società entrata nella fase di industrializzazione grazie allo sviluppo di una tecnologia molto sofisticata in meno di cinque anni. La società attrae talenti – altro elemento di orgoglio – con CV di manager di top player mondiali che continuano ad arrivare, e aziende prestigiose coinvolte nel progetto”.

Per realizzare componenti Plug&Play Tuc ha stretto diversi accordi di collaborazione con società tra cui Stabelt, Chicco e Lavazza, oltre ad Amet, Intel, Cisco e TIM per le componenti tecnologiche.

“Se professionisti che conoscono il mercato vogliono venire da te – aggiunge Campana – significa che la strada intrapresa è quella giusta. Questo è stato importante in tutto il percorso, ed è un discorso che a mio avviso vale per tutte le startup a prescindere dal settore in cui operano”.

I vantaggi per costruttori e clienti finali

La soluzione di TUC trasforma quindi con un progetto realmente innovativo e sforzi da corporate il processo di realizzazione dei veicoli, consentendo ai costruttori di “risparmiare” circa quattro ore nella costruzione. Tempi che, se moltiplicati per centinaia di migliaia di veicoli, implicano evidentemente un enorme velocizzazione del processo, offrendo inoltre una soluzione avveniristica per la personalizzazione dei “nuovi strumenti di mobilità”.

I costruttori di auto e componenti, come sottolinea Campana, “sono legati a logiche nelle quali il costruttore si rivolge al top player per rispondere a nuove necessità. In questo, TUC è diventata un interlocutore credibile seguendo esattamente gli step previsti nel business plan originale”. Aggiungendo come “l’Italia ti mette davanti tutti i muri possibili, ma ‘girandoli’ in chiave positiva come muri da abbattere, una volta superato l’ultimo si arriva alla certezza che l’idea iniziale era valida”.

Un progetto partito da zero, o “un foglio bianco” come dice il CEO di TUC, che oltre all’ingresso di soci importanti a confermare la validità del progetto e la componente innovativa e rivoluzionaria per il settore, “si è rivelato azzeccato, con un’architettura che venderemo su licenza ai vari costruttori, sempre più interessati alla nostra soluzione”.

“La sofisticazione complica il lavoro, ma la fatica più grande è stata far passare un messaggio talmente semplice da risultare incomprensibile. Installare un sedile con un gesto dando alimentazione, dati e strutturalità in sicurezza è la vera rivoluzione. Per un privato vuol dire compiere una rivoluzione che consiste nel gesto di decidere cosa vuole all’interno di un veicolo”, rammenta Campana.

Per le imprese, invece, significa “comprare flotte di auto da personalizzare in un secondo momento, ad esempio per esigenze dettate da disabilità. TUC, avendo un connettore standard universale – esattamente come una presa USB – riesce ad accogliere il sedile di un disabile. TUC.technology una soluzione ‘umana’ che mette in condizione di rispondere a milioni di variabili, creando applicazioni su misura all’interno di un sistema standardizzato semplicemente nonostante le complessità dei veicoli”.

Un po’ quello che accade con gli smartphone ma più complicato, poiché permette di estrarre dalle interfacce un mondo che deve essere applicato nello spazio visto che si tratta di veicoli in cui si vive, con precise regole ergonomiche e di vivibilità.

Tuc, l’innovazione per cambiare il paradigma automotive

Il mercato attuale è limitato a logiche nelle quali invece contano le dimensioni e la bellezza di nuove interfacce che si ‘perdono per strada’ dopo poche settimane di utilizzo. “TUC è un mezzo (investendo in tecnologie hardware e software integrato) e non un fine deciso da altri, permettendo così di abilitare strategie di business per i costruttori che hanno bisogno di semplificazione, tecnologia, personalizzazione, e soprattutto revenues. Perché – afferma il CEO – costruire un veicolo oggi costa e questo si riflette sul prezzo di mercato: TUC.technology è una soluzione che abbatte i costi di produzione”.

La commercializzazione di TUC.technology nella sua versione definitiva, prevista per il Q1del 2023 segnerà una svolta per il settore, frutto di un progetto made in Italy partito da un’iniziativa imprenditoriale innovativa. Elemento chiave per non patire le conseguenze della pandemia, con gli investimenti che si sono focalizzati su innovazione vera e propria e non su miglioramenti tecnologici di soluzioni già esistenti.

A riprova che, anche in Italia, le startup hanno le carte in regola per fare la differenza e cambiare paradigmi dell’automotive con soluzione davvero innovative, come conferma quanto fatto da TUC: rivoluzionare il concetto di mobilità e veicoli all’interno di un settore che ha una lunga tradizione e prassi consolidate. Questo grazie a intuizione, creatività, dedizione e perseveranza: un discorso che vale, più in generale, per tutto l’ecosistema delle realtà innovative – italiane e non – a prescindere dall’ambito in cui operano.

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Federico Bandirali
Federico Bandirali

Giornalista pubblicista dal 2014 e growth hacker dal 2017 con master presso Talent Garden, durante gli studi in comunicazione ho iniziato a collaborare con testate cartacee generaliste dal 2006. Dopo aver scritto articoli in diversi ambiti (cronaca, politica, esteri, economia e sport) e abbandonato il cartaceo, mi sono sempre più focalizzato su tecnologia e innovazione, branded journalism e storytelling aziendale. Nel 2016 ho scritto un libro: una case history relativa alla partnership tra Intesa Sanpaolo ed Expo Milano 2015 poi ripresa da atenei statunitensi.

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