Il fenomeno insurtech continua ad evolversi, spinto dalla trasformazione digitale e, soprattutto, da una domanda sempre maggiore da parte del consumatore digitale. Ma ancora non basta.
Sebbene il 47% di chi ha acquistato una polizza nell’ultimo anno abbia acquistato una polizza digitale, tuttavia, questo prodotto innovativo fatica a penetrare nel mercato, ancora presidiato da soluzioni standard. Questo quanto emerge dalla ricerca di IIA – Italian Insurtech Association – “Consumatore Digitale: come evolve la propensione verso l’offerta assicurativa”, realizzata in partnership con Vite Sicure, Reale Mutua e I-arena.
Secondo la ricerca, il 73% dei consumatori si assicura rivolgendosi ancora a intermediari di fiducia, sintomo di un’offerta digitale non ancora sviluppata, che porta il consumatore a scegliere canali di vendita tradizionali, in mancanza di alternative competitive. Tuttavia, la penetrazione di polizze digitali comincia a farsi largo: quasi 1 cliente su 2 che ha comprato un’assicurazione nel 2021 ha scelto un’assicurazione digitale e di questi il 93% si dice soddisfatto del prodotto acquistato.
Il numero di consumatori interessanti ad acquistare questa tipologia di prodotti digitali, inoltre, è in sostanziale aumento: sono il 77% contro il 45% pre-pandemia.
Cosa manca per fare il salto? L’offerta non è adeguata alla domanda, nè in termini di dimensioni che di completezza: il 65% di chi ha comprato una polizza digitale ritiene che manchino sul mercato soluzioni digitali per ambiti quali salute, infortunio alla persona, viaggi e mobilità.
“La transizione digitale nel settore assicurativo sta accelerando: se a livello mondiale nel 2020 le polizze digitali rappresentavano solo il 23% del totale si stima che nel 2030 arriveranno all’80%, ma la filiera assicurativa deve essere pronta ad accogliere questo cambiamento” spiega Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA. Oggi, infatti, c’è ancora un grosso ostacolo da superare: “Sebbene sia aumentato l’acquisto di polizze digitali, i consumatori mostrano ancora un gap in termini di conoscenza dell’offerta e occorre un lavoro di divulgazione da parte di tutta la filiera assicurativa.”