Sono 1,9 miliardi di euro i fondi stanziati dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per l’acquisto di autobus elettrici e a idrogeno nei grandi Comuni. Una misura che mira a incentivare la mobilità sostenibile, ovvero il modo di muoversi legato al concetto di sostenibilità territoriale e orientato, quindi, verso la riduzione dei rischi di inquinamento, la salvaguardia della salute e dello spazio pubblico come bene comune, e verso il risparmio energetico. Bus elettrici e a idrogeno possono contribuire a questi scopi.
PNRR: quanti fondi per le infrastrutture sostenibili e la transizione ecologica
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo ricordiamo, fornisce un quadro strategico di riforme da avviare da qui al 2027 per investire 750 miliardi di euro in arrivo dall’Europa e ripartiti tra i diversi Stati membri. È un programma di oltre 260 pagine di riforme per accedere alle risorse economiche del Next Generation EU, e stabilisce come e dove queste risorse saranno impiegate. Le riforme e i relativi investimenti sono raggruppati in 6 Missioni.
QUI UN’ANALISI SUL PNRR E SULLA SUA DESTINAZIONE
I fondi destinati a bus elettrici e ibridi fanno parte del più ambio bacino di risorse destinate dal PNRR per la transizione ecologica e per la dotazione di infrastrutture sostenibili: si tratta di circa 57 miliardi di euro da stanziare, che sono di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), guidato da Enrico Giovannini. Molte delle risorse assegnate dal Mims a questi scopi sono territorializzate, ovvero sono fondi assegnati alle Regioni oppure a enti locali perché sviluppino progetti di propria competenza o li assegnino a altri soggetti attuatori.
I fondi possono essere dedicati alla riqualificazione dei porti, al potenziamento delle linee ferroviarie regionali, agli interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana e al rafforzamento delle strutture idriche. E infine anche del rinnovo degli autobus in chiave ecologica.
Come sono distribuiti i fondi del PNRR per i bus elettrici in Italia
Al primo posto tra i destinatari, riporta Open Polis elaborando dati del Mims, c’è la Lombardia, che da sola ha ricevuto oltre 310 milioni di euro per l’acquisto di autobus elettrici o a idrogeno (il 16,3% dei finanziamenti totali) e il Lazio, con 298 milioni di euro (per il 15,6%).
Seguono la Sicilia (con 223 milioni, equivalenti all’11,6% del totale), il Piemonte (196 milioni per il 10,3%) e la Campania (186 milioni per il 9,7% dei fondi totali). La quota più ridotta è per le Regioni più piccole e con meno centri abitati, come la Valle d’Aosta e le province autonome del Trentino-Alto Adige.
Prima del PNRR, nel 2019, era Cagliari la città italiana con il numero più elevato di autobus a basse emissioni in rapporto alla popolazione residente: 158 ogni 100mila abitanti. La seguivano Trieste (134,2) e Firenze (125,4). Agli ultimi posti due città siciliane, Messina e Palermo, con rispettivamente 30,7 e 35,4 autobus a basse emissioni ogni 100mila abitanti.
Mobilità elettrica in Italia: la necessità degli incentivi
In Italia i trasporti sono al momento il primo settore per emissioni di gas a effetto serra (104 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2018, per il 93% dovuti alla mobilità su strada), mentre nel mondo sono “solo” il secondo (8,2 miliardi di tonnellate su 49, +79% dal 1990). Non stupisce, dunque, che per incentivare la mobilità sostenibile le istituzioni puntino sui veicoli elettrici.
Al 2021 in Italia, in base ai dati dello Smart Mobility Report 2021, circolavano 200.000 auto elettriche, il doppio di quelle che si contavano nel 2020, di cui circa 60.000 immatricolate nel 2020, quasi il triplo (+251%) del 2019 e il 4,3% delle immatricolazioni totali. Solo tra gennaio e settembre 2021 se ne sono aggiunte 100.000, con una crescita impressionante soprattutto se rapportata alle performance non brillanti del mercato dell’automotive. Le auto elettriche nel 2020 sono state comprate in particolare al Nord (67%), seguito dal Centro (26%) e dal Sud (7%), con una distribuzione regionale molto eterogenea che rispecchia, tra le altre cose, il diverso grado di diffusione delle infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico e degli incentivi locali all’acquisto o all’utilizzo dei veicoli elettrici.