L'INTERVISTA

Vincenzo Russi: in Italia si può fare deep tech, con e-Novia abbiamo creato un gruppo industriale di robotica

“e-Novia ha definito il suo campo di gioco e la strategia”, dice Vincenzo Russi, CEO del gruppo di società focalizzato sulla robotica collaborativa e veicolare, che racconta il modello di sviuppo. E perché la partita del deep tech è importante per tutto il Paese

Pubblicato il 30 Mar 2022

Vincenzo Russi, CEO e-Novia

«Siamo entrati in una nuova fase: da Fabbrica di Imprese a Gruppo industriale che opera nel deep tech e nella robotica» dice Vincenzo Russi, CEO e co-Founder di e-Novia. E, per celebrare la svolta, è arrivato subito un primato mondiale: il record di velocità per un’auto a guida autonoma conquistato a Las Vegas insieme al Team PoliMOVE durante la finale della Indy Autonomous Challenge al CES 2022, quasi 300 chilometri l’ora.

Al di là del dato da Guinness, c’è la dimostrazione che anche in Italia si può fare “tecnologia profonda”, sviluppare innovazione spinta e portarla sul mercato. In questa intervista a EconomyUp Vincenzo Russi racconta la nuova fase di e-Novia e il modello che la guida.

Come si arriva a un record mondiale ad alto contenuto hi-tech?

Negli anni, le competenze sviluppate all’interno del nostro ecosistema che si avvale della partnership strategica con università, centri di ricerca, corporate italiane e internazionali, hanno consentito la realizzazione di un’ampia gamma di veicoli autonomi, che oggi sono in grado di interagire con l’ambiente circostante con velocità e in situazioni molto diverse. Non solo la Dallara AV-21 che si si è classificata prima alla Indy Autonomous Challenge, ma anche il nostro drone di terra che si muove con agilità in spazi chiusi e aperti, rivoluzionando il mondo delle consegne di ultimo miglio; o il nostro robot autonomo che si sposta tra i filari dei vigneti in condizioni ambientali e meteorologiche avverse; o come la nostra piattaforma autonoma per i veicoli professionali.

Noi, oggi, possediamo la tecnologia per gestire veicoli autonomi che si muovono dai 3 a 300 chilometri orari. Questi risultati non si ottengono in poco tempo, neanche in California. Sono il frutto del lavoro di persone che fanno questo mestiere da decenni, come i colleghi del PoliMOVE con cui siamo scesi in pista a Las Vegas.

Un'immagine della Indy Autonomous Challenge a Las Vegas
e-Novia ha compiuto sette anni. È stata più volte fra le 1000 Europe’s Fastest Growing Companies del Financial Times ed è finita persino sul ledwall del Nasdaq. Che cosa cambia con la nuova fase?

e-Novia ha definito il suo campo di gioco e la strategia di gioco. La chance per l’Europa, e anche per l’Italia, è di fare evolvere la sua cultura imprenditoriale, innovare il suo tessuto industriale. Quindi, noi abbiamo dimostrato che la partita si può giocare nel deep tech e, in questa nuova fase, trasferiamo la nostra capacità di generare imprese in un progetto industriale che realizza asset industriali tangibili e già operativi sul mercato.

Allora vediamo prima il campo di gioco: qual è?

Siamo un gruppo industriale focalizzato sulla robotica collaborativa e veicolare per la mobilità del futuro, ma lavorando nel presente. e-Novia ha società con propri prodotti, partner, distributori, clienti. Siamo passati dall’invenzione all’innovazione, che significa che abbiamo trovato un mercato che non solo riconosce il valore dell’invenzione, ma che è anche disposto a pagarla. Il nostro percorso, iniziato sette anni fa, ci ha permesso di costruire una posizione di vantaggio che oggi si consolida con una strategia industriale di forte focalizzazione su otto prodotti, già lanciati su mercati ad alto potenziale. A questo si unisce una grande capacità di innovazione costante, di studio e di anticipazione delle tecnologie del futuro. Le nostre imprese operano nella robotica veicolare e collaborativa: dai freni intelligenti ai telai digitali per la robotizzazione dei veicoli, dai robot-fattorini ai device per la digitalizzazione del tatto.

Si va oltre quindi la Fabbrica di Imprese che è stata e-Novia?

Questa nuova fase è un’evoluzione di quel modello, che oggi prevede una nuova valorizzazione anche del processo di fabbrica. Dobbiamo continuare a generare innovazione per le nostre imprese che sono già sul mercato, ma anche per contribuire alla nascita di nuove, che possano dare concretezza alla nostra visione di mobilità del futuro. Per questo, stiamo investendo nelle opportunità legate all’idrogeno, non solo come fonte di energia alternativa, ma come fonte di innovazione per creare sistemi e modelli che guardano alle energie sostenibili.

Definito il campo da gioco, con quale strategia giocate la partita?

Nella mobilità ci sono frontiere ancora tutte da esplorare. Con le nostre tecnologie trasversali contribuiamo a disegnare un nuovo modo di intendere la mobilità. Una mobilità costituita da elementi “attivi” legati ai veicoli, con soluzioni meccatroniche integrate per il controllo delle prestazioni dei veicoli, la sicurezza e la robotizzazione. E anche una mobilità composta da elementi “passivi” legati alle infrastrutture, che si avvale di dispositivi digitali per il monitoraggio di installazioni quali ponti, guard rail, sistemi di protezione stradale e componenti delle moderne Smart City. Un’altra frontiera è quella della guida autonoma sulle diverse dimensioni, che coinvolgerà anche i droni d’aria e subacquei. Non possiamo parlare di mobilità del futuro, quindi, se non studiando e realizzando veicoli che si muovono in dimensioni diverse da quelle tradizionali. e-Novia è un Gruppo industriale che tutte queste cose le sta facendo e lo confermano le otto imprese che costituiscono il nostro nucleo strategico.

Quali sono le otto imprese focus?

Blimp, Blubrake, e-Shock, Hiride, Smart Robots, Weart, Y.Share e Yape. Tutte hanno un loro governo di impresa focalizzato al raggiungimento degli obiettivi di business, sono già sul mercato con prodotti e clienti e contribuiscono alla strategia industriale del Gruppo. Sono tutte fortemente concentrate sulla robotica nelle sue diverse applicazioni: dal primo freno ABS per e-bike al robot-fattorino, dallo sharing peer to peer alla touch digitalization fino alla piattaforma per la robotizzazione di autoveicoli.

La nuova fase ha comportato una riorganizzazione del gruppo?

Sì, adesso il Gruppo è organizzato attorno a tre grandi aree: la Platform, che offre servizi qualificati per il Gruppo stesso e le sue società; il Factory Studio, che offre servizi di innovazione alle imprese e che sviluppa proprietà intellettuale e nuovi prodotti; la Tech Strategy, che offre servizi di strategia tecnologica sia per le nostre imprese, sia per i nostri clienti.

Quindi lavorate anche per l’innovazione dei vostri clienti?

Sì, certo. Abbiamo clienti che vogliono utilizzare le tecnologie delle nostre imprese anche in ambiti diversi da quello per cui erano state originariamente pensate. È un modello che richiede a ciascuno di noi una forte focalizzazione sui propri obiettivi, perché dobbiamo lavorare contemporaneamente per le nostre imprese, le imprese clienti e per le nuove che riusciremo a generare. E rimane un modello molto efficace.

Chiudiamo con qualche numero. Come è andato il 2021?

Oggi e-Novia è una società in forte crescita, che ha concluso il 2021 con un fatturato superiore a quello registrato nel periodo pre-pandemia e sempre con EBITDA adjusted positivo. Nel 2021, le otto imprese focus hanno generato ricavi per 4 milioni e 300.000 euro e ordini per più di 13 milioni. L’obiettivo di queste imprese per il 2022 è superare i 10 milioni di ricavi e oltre 20 milioni di ordini.

C’è ancora in programma la quotazione?

Il collocamento resta un progetto aperto. Le quotazioni, così come le raccolte di capitali o l’ingresso di nuovi investitori, non sono né un punto di partenza né un punto di arrivo, ma un punto di equilibrio. Un equilibrio che riguarda il rapporto con gli azionisti, con gli investitori e con tutti gli attori che partecipano al progetto della società. Stiamo valutando opportunità a livello europeo, per avviare una raccolta di capitali che sostenga questa seconda fase e che consenta di dare maggiore rilevanza internazionale al nostro moderno progetto industriale, che sta dimostrando il suo valore tanto nei risultati economici quanto nel riconoscimento del mercato.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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