In Francia presto con Younited si potranno rateizzare online anche acquisti fino a a 50mila euro. “Perché allora non comprare così l’auto o un pezzo importante per l’arredamento di casa?” si domanda Tommaso Gamaleri, Ceo Europe della scaleup francese cresciuta con il credito istantaneo. È l’evoluzione “bancaria” del BNPL, il buy now pay later, una delle tendenze forti dell’innovazione nell’industria dei servizi finanziari. E sarà una rivoluzione per il mondo del credito al consumo fino a oggi presidiato dai tradizionali istituti di credito con società dedicate che, però, non sembrano aver colto la svolta digitale del servizio.
Younited è una new bank con licenza francese dal 2011, che dal 2016 ha cominciato la scalata europea: Spagna, Portogallo, Italia, Germania. “Younited ormai fa il 55% del suo business fuori dalla Francia, l’Italia pesa un quarto, poi vengono Spagna Portogallo e Germnaia. Abbiamo il 60% del mercato del credito istantaneo”, dice Gamaleri, 44 anni, manager che arriva dall’ecommerce e dall’insurtech, che ci tiene a sottolineare come Younited, che permette di arrivare fino a 72 rate, parte dove finisce il BNPL, che è basato su una ratezione breve (mediamente tre rate) e importi bassi.
“Se fra 2010 e 2020 c’è stata la trasformazione degli acquisti, la decade 2020-2030 sarà quella della rivoluzione della finanza”, sostiene con convinzione Gamaleri. “C’è un’accelerazione importante e lo confermano i nostri dati”. Nel 2021 per Younited il GMV (Gross Merchandise Value, il valore loro del venduto, quindi in questo caso le somme erogate) è cresciuto di oltre il 140%, con 1,2 miliardi di euro con ricavi per 150 milioni. Quest’anno la società, che ha appena fatto un rebranding (prima si chiamava Younited Credit ora solo Younited, il logo prima era blue e arancione ora è Parma, cioè un tono di lilla) prevede di raggiungere il traguardo di 5 miliardi di prestiti e un milione di clienti.
Gamaleri è entrato in Younited per seguire il lancio italiano e, come spesso accade ai manager italiani nelle fintech europee, è stato chiamate a coordinare le attività in Europa. Durante la nostra conversazione online alle sue spalle si possono leggere le parole d’ordine della banca: No limit, Innovate or die, Make it simple, Faster is better, Act as an entrepreneur. Un bel programma di innovazione continua per conquistare uno spazio di mercato che non manca.
“La parte diretta di finanziamenti online ha tassi di penetrazione ancora bassi rispetto alla Gran Bretagna dove siamo ormai all’80%: in Germania siamo attorno al 37%, in Italia e Portogallo questa percentuale scende al 10%”, ricorda Gamaleri. “Ma la predisposizione al digitale sta cambiando e sta crescendo e noi dobbiamo valutarla indipendentemente dal canale”.
Che cosa significa fare credito online indipendentemente dal canale? “Younited ha fatto partnership con player come Microsoft o Apple per portare l’instant credit nei punti di vendita fisici, dove vai per comprare un computer o una Xbox. Questo significa che diamo soluzioni sia sull’ecommerce sia nel retail. Chi compra un prodotto trova il finanziamento in pochi passaggi e ottiene una risposta istantanea. Su questo fronte c’è molto da fare e molto faremo nei prossimi mesi”.
Come (quasi) tutte le challenger bank Younited non genera ancora profitti (“Nel 2022 perderemo 28 m,ilioni di euro investendo sulla crescita”), ma si sta giò preparando a un nuovo round di finanziamento nel 2022 dopo quello di 170 milioni di dollari nel 2021 e in prospettivo c’è il collocamento in Borsa, ma dopo il 2025. Non potrebbe accadere in Italia…
“C’è da comprendere un business plan a 10 anni, sono importanti gli investitori che non solo apportano capitali ma comprendono il progetto industriale eti seguono per un paio di decenni. Younited ha già fatto otto aumenti di capitale e ne farà ancora altri perché abbiamo shareholder che ci seguiranno fino al 2030” osserva Gamaleri che nella finanza trova il punto debole del sistema italiano dell’innovazione, che frequenta e conosce bene anche come mentor di startup. “A livello imprenditoriale e industriale abbiamo competenze superiori rispetto alla media europea e lo vedo tutti i giorni seguendo direttamente cinque Paesi. Quando ci mettimao a fare impresa, abbiamo una marcia in più. Ma la parte finanziaria è ancora un problema serio. Stiamo recuperando lo so, ma non dovremmo stare ancora dietro la Spagna”