In Italia, a investire di più sulle startup, sono le piccole e medie imprese: l’81% delle PMI scommette finanziariamente sulle realtà imprenditoriali innovative. Sono imprese localizzate prevalentemente al Nord e che investono fuori dal settore di appartenenza nell’82% dei casi. Il dato (Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital 2021 promosso da Assolombarda e Innovup) può apparire sorprendente ma in realtà non lo è se si considera il tessuto imprenditoriale italiano, dove scarseggiano le grandi aziende e abbondano quelle di di medie e piccole dimensioni.
Tra le società italiane di medie dimensioni che stanno provando a realizzare un’attività di corporate venture capital (forma di investimento di venture capital attraverso il quale un’azienda matura e consolidata investe in un’impresa target ottenendo una quota di minoranza di capitale sociale) c’è smeup, azienda lombarda di soluzioni software e infrastrutture IT, che a gennaio 2022 ha annunciato il lancio di un fondo di CVC, s2capital. (QUI l’articolo). Obiettivo: investire in startup che focalizzano il proprio business nella diffusione dell’innovazione tecnologica nell’economia reale, con particolare attenzione al segmento B2B, mettendo a disposizione delle stesse startup le competenze e le relazioni industriali costruite in oltre 30 anni di attività.
Open innovation: smeup (software) lancia un fondo di corporate venture capital per startup
La notizia ha suscitato un interessante dibattito sui social: come può una PMI affrontare adeguatamente la gestione di un veicolo di corporate venture capital che richiede competenze specifiche? Quali sfide? Quali limiti? Per chiarire questi e altri dubbi, EconomyUp ha intervistato Silvano Lancini, Presidente di smeup. Cercando di capire innanzitutto le ragioni della scelta e poi le strategie adottate per metterla in pratica.
Perché smeup ha dunque deciso di lanciare il fondo di CVC s2capital?
È un’iniziativa per mettere ordine nelle varie operazioni di open innovation che abbiamo effettuato finora.
Come?
Abbiamo costituito un veicolo societario con una dotazione iniziale, che poi potrà crescere. Ad oggi parliamo di 1 milione di euro. Poi valuteremo se estendere questa quota. Le attività saranno gestite da due Comitati, uno focalizzato sul business e uno sull’aspetto finance. Saranno entrambi composti da persone giovani.
Cosa vuol dire “persone giovani”?
Manager interni.
Come è strutturato l’organigramma di s2capital?
Il Comitato business si esprimerà sulla sostenibilità del modello proposto dalla startup e sui temi legati alle tecnologie, il Comitato finance si occuperà invece della sostenibilità finanziaria (qual è la dotazione finanziaria, come è stato costruito il business plan ecc. ecc.).
Pensate di avere internamente le competenze necessarie per gestire un fondo di corporate venture capital?
Nel 2021 abbiamo raggiunto i 70 milioni di euro di fatturato come aggregato e arriviamo da un percorso di acquisizioni che negli ultimi anni ci hanno permesso di aggregare una quindicina di aziende nel nord e centro Italia. Riteniamo di avere una buona base di competenze per giudicare un progetto imprenditoriale.
Il fondo è già operativo?
È stato costituito prima di Natale e siamo appena partiti, per adesso siamo in ascolto e valutazione, dopodiché struttureremo al meglio il modello di ingresso in minoranza, sempre in una logica di exit. Un primo potenziale nominativo c’è già: Cargoful, una startup che offre ad aziende della logistica una piattaforma digitale per ottimizzare l’operatività della flotta, sfruttando algoritmi avanzati e di machine learning che aumentano marginalità e produttività. Con loro abbiamo instaurato una collaborazione di valore. Valuteremo l’investimento al prossimo aumento di capitale.
Cosa c’entra una società di informatica con la logistica?
Il cliente di smeup è l’azienda media italiana, che aiutiamo sempre più nel suo bisogno di trasformazione digitale. Una delle strade è quella di avvicinare le startup alle aziende. Guardiamo alle startup B2B perché è più semplice per noi poterle aiutare dal punto di vista commerciale presentandole ai nostri clienti. Siamo nel mondo B2B, quindi privilegiamo attività in cui abbiamo competenze.
Se volete favorire i vostri clienti mettendoli in contatto con le startup, perché non vi limitate a queste attività invece di creare un fondo di corporate venture capital?
Alcune startup le sosteniamo semplicemente presentandole ai nostri clienti o attraverso azioni di mentorship. Con s2capital intendiamo affiancare le startup in cui investiamo, non “sovrapporci” ad esse. Il nostro obiettivo è uscire a termine dopo aver contribuito al lancio e all’affermazione del progetto. Non vogliamo in alcun modo influire sulle scelte di tecnologia e business funzionali alla crescita del progetto. Magari la exit potrebbe essere su un nostro cliente, ma questa è solo una delle possibili opzioni che mettiamo in conto di portare al tavolo delle scelte strategiche future della startup nella quale decidiamo di investire.
Un investimento finalizzato alla sola exit, dunque.
Ci mettiamo a disposizione dei nostri clienti come un centro di competenza. Vogliamo essere sperimentatori o facilitatori, o investire insieme a loro. Intanto continuiamo nell’attività parallela, gli investimenti in startup. Oggi, infatti, abbiamo le dimensioni e la struttura per farlo. Di recente siamo entrati al 15% in The Blue Seed, una PMI innovativa che si occupa di sviluppare soluzioni applicative altamente tecnologiche esclusivamente per il mercato Retail. In questi anni, come dicevo, abbiamo acquisito una quindicina di realtà, cinque solo l’anno scorso, tra cui startup funzionali al nostro business.
Riassumendo, svolgete due attività distinte e parallele: acquisizioni o partecipazioni in startup funzionali al vostro business e corporate venture capital per investire in startup funzionali al business dei vostri clienti. Dal comunicato che avete diramato non era chiarissimo.
Mi scuso, l’ho voluto io così.