LA STARTUP

Novac, l’innovazione italiana per le batterie elettriche più sicure e facili da smaltire

Fondata da quattro under 30 della facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Novac sviluppa supercondensatori allo stato solido per batterie elettriche più eco-sostenibili. Ecco come funzionano

Pubblicato il 08 Feb 2022

Il team Novac

Arriva un’innovazione tutta italiana per le batterie elettriche. Fondata da quattro giovani ex studenti della facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, la startup Novac sviluppa supercondensatori allo stato solido e modellabili – un prodotto hi-tech capace di prolungare la vita utile delle batterie, con applicazioni nell’industria automotive, aerospaziale, droni, micromobilità e imbarcazioni elettriche.

Come nasce Novac

Novac Supercap viene costituita ufficialmente nel 2020 a Modena, fondata da quattro under 30, ex studenti della facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia: il CEO Matteo Bertocchi è stato studente di Ingegneria del Veicolo, il COO Loris Bruzzi di Electronics Engineering, il CIO Alessandro Fabbri di Ingegneria del Veicolo e il CTO Aldo Girimonte di Ingegneria dei Materiali.

Si incontrano proprio in Università, dove nel 2018 lavorano insieme al progetto TACC (Training for Automotive Companies Creation) per la creazione di un progetto innovativo nel settore automotive. È qui che nasce l’idea per un sistema capace di ottimizzare le prestazioni e la durata di vita delle batterie elettriche.

Il progetto ottiene presto i primi riconoscimenti, tra cui il secondo posto alla Start Cup Emilia Romagna 2019 e la Top 4 nella Categoria Industrial del PNI – Premio nazionale per l’innovazione 2019, e nel 2021 la startup viene scelta per accedere al percorso di accelerazione del Motor Valley Accelerator, organizzato da Plug&Play e CDP Venture Capital.

Come funziona la tecnologia

Novac lavora per sviluppare particolari supercondensatori allo stato solido e modellabili, basati su tecnologia proprietaria.

Il supercondensatore – un accumulatore che contiene meno energia rispetto ad una batteria ma si carica e scarica molto più velocemente – è un sistema di accumulo di energia innovativo che ha il vantaggio di rilasciare tutta la sua potenza in pochi secondi a differenza di una classica batteria. Oggi è una tecnologia ancora poco usata a causa del costo elevato e di problemi legati al liquido contenuto, che non permette di lavorare ad alte temperature e li rende potenzialmente molto pericolosi.

“Abbiamo dunque studiato un materiale solido innovativo per ovviare a tutti questi problemi” spiega Matteo Bertocchi in un’intervista per la Gazzetta di Modena, “realizzando un supercondensatore completamente allo stato solido, con la possibilità di essere modellato su superfici e volumi anche irregolari, che sia in grado di lavorare integrandosi con le normali batterie a temperature elevate e soprattutto, che sia sicuro in caso di danneggiamento”

L’assenza di liquido, infatti, evita rischi di fuoriuscite, esplosioni ed evaporazioni che spesso rendono i supercondensatori inutilizzabili.

Le batterie realizzate con i suoi supercondensatori di Novac saranno non solo più performanti, ma anche più eco-sostenibili.

“Pensiamo che l’impiego di materiali allo stato solido possa risolvere anche uno dei più grandi problemi che ci si presenta quotidianamente, lo smaltimento e riciclo dei sistemi esausti che ad oggi facciamo ancora molta fatica a smaltire per via dei liquidi pericolosi che contengono”.

Novac, a che punto siamo?

Al momento, la startup sta lavorando per realizzare il suo primo prototipo, e già suscita l’interesse del mercato. “Abbiamo  ricevuto diverse proposte di partnership da molti costruttori di supercar per arrivare ad un co-sviluppo del nostro sistema.” La tecnologia si rivolge a segmenti di alta fascia, con applicazioni possibili nell’industria delle hypercar elettriche o ibride, nel settore aerospaziale e delle imbarcazioni elettriche, o ancora per la produzione di monopattini, e-bike, scooter e droni a batterie. Un mercato che, secondo le stime della startup, potrebbe arrivare a valere 2,4 miliardi di euro.

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Maura Valentini
Maura Valentini

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