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Web Summit 2021, il diario di uno startupper fra business meeting e feste con investors

Il Web Summit di Lisbona è uno di quegli eventi leggendari a cui chiunque dovrebbe partecipare almeno una volta nella vita. Qui cerco di riportare tutte le sensazioni provate in questi giorni, il clima che stiamo respirando, l’entusiasmo dei 42.751 partecipanti di questa edizione di un evento unico in Europa

Pubblicato il 03 Nov 2021

Lisbona, Web Summit 2021

Il Web Summit è uno di quegli eventi leggendari a cui chiunque dovrebbe partecipare almeno una volta nella vita. Difficile se non impossibile trovare qualcosa di simile a livello europeo (ma possiamo probabilmente estendere il concetto anche a livello globale). Con questo breve “diario di viaggio” non mi concentrerò sui singoli interventi dei tanti, ottimi, relatori presenti all’evento, né tantomeno sulle oltre mille startup provenienti da tutto il mondo che in questi giorni stanno riempendo le strade di Lisbona. Cercherò invece di riportare a livello testuale tutte le sensazioni provate in questi due giorni, il clima che stiamo respirando, l’entusiasmo dei 42.751 partecipanti di questa edizione.

Web Summit 2021 | Day two

Web Summit 2021 | Day two

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Domenica 31 ottobre, giorno zero

Appena arrivati in aeroporto, si capisce bene il livello organizzativo dell’evento. Stand e banchetti per informazioni generali si trovano fin dall’uscita del terminal numero 1, mentre la registrazione con consegna di braccialetto e badge personalizzato si può avere direttamente giusto qualche metro più avanti, evitando così qualsiasi possibile coda all’entrata dell’evento nei giorni successivi (promessa solo in parte rispettata dato comunque l’altissimo numero di controlli, necessari, per Covid e sicurezza all’entrata che causano inevitabili code di 20-30 minuti ogni giorno).

La città, nonostante la pioggia, è come sempre bellissima. Il calore degli abitanti di Lisbona è contagioso. Appena arrivati ci rechiamo nella zona più antica di Lisbona, l’Alfama e lì incontriamo subito, per caso, due altri startupper italiani, Matteo e Niccolò di Stratega, all’interno di uno dei tanti ristoranti in cui perdersi tra i meravigliosi colori e profumi tipici della città.

Tra un Bacalhau e una Sardinha e, ovviamente, una Cerveja, si uniscono a noi altri partecipanti conosciuti su uno dei tanti gruppi WhatsApp nati nelle settimane precedenti all’evento (si ringrazia Andrea Romoli per le mille connessioni e inviti).

Diventiamo velocemente una decina di startupper in giro per Lisbona carichi quanto basta per provare a conquistare il Web Summit di Lisbona. La situazione è tanto potenzialmente interessante quanto pericolosa. Fortunatamente decidiamo di proseguire con il nostro orientamento business e finiamo in una festa di “investor” internazionali. Tra una birra e l’altra mettiamo le basi per 2-3 meeting che, nei giorni successivi (oggi, quando sto scrivendo questo articolo), si riveleranno assolutamente positivi (viva il Web Summit!).

Lunedì 1 novembre, giorno 1

Il primo giorno ufficiale del Web Summit inizia alle ore 17.00 e, fortunatamente, ci da il tempo adeguato per riprenderci dalla serata precedente, per tutti decisamente impegnativa.

La maestosità dell’evento si fa vedere in tutto il suo splendore quando entriamo nel main stage. Luci, musica e organizzazione preparata fino al minimo dettaglio guidano la cerimonia di apertura. Con tutta onestà, non il momento migliore di questi primi tre giorni, con un format piuttosto macchinoso e lento, che però raggiunge ottimi spunti di interesse con l’ingresso di due politici (sì, anche noi siamo ancora straniti da questo): il sindaco di Lisbona Carlos Moedas e il Ministro dell’Economia portoghese Pedro Siza Vieira. Ottimi spunti, grande visione che rispecchia benissimo il motivo del successo e della costante crescita di questo evento (proprio in questi minuti sono iniziate le vendite dei biglietti per l’edizione 2022, già a forte rischio sold out con 12 mesi di anticipo).

La sera, post evento, seppur motivati, non riusciamo a tenere il ritmo della sera precedente. Decidiamo di provare a entrare in eventi più tranquilli in giro per la città ma qualsiasi location è stracolma di persone ed è praticamente impossibile entrare. Finiamo allora in pink street, che nei giorni successivi scopriremo essere il piano B di qualsiasi partecipante del Web Summit quando non si riesce ad entrare in un evento ufficiale. Formiamo un’interessante gruppetto di persone con un’altra decina di imprenditori/staupper italiani. La voglia di fare party è tanta, ma la voglia di fare business/networking è ancora superiore e, fortunatamente, ci spinge a tornare in hotel moderatamente presto.

Prima di salire sul nostro Uber, riusciamo comunque a “guadagnare” qualche ulteriore invito per eventi nei giorni successivi.

Martedì 2 novembre, giorno 2

Grazie a consigli di tante startup veterane del Web Summit incontrate virtualmente nelle settimane precedenti all’evento (un grazie immenso a Aldo Comi di Soccerment per i fondamentali consigli), nei giorni scorsi avevamo fortunatamente già riempito le nostre agende di questa giornata con una decina di incontri con molti degli investor presenti qui a Lisbona per l’evento. Dobbiamo quindi svegliarci presto ed essere carichi e propositivi. Colazione abbondante, caffè e siamo pronti a spaccare il mondo.

Purtroppo pochi minuti dopo scopriamo dello sciopero della metropolitana che bloccherà completamente la città durante tutta la giornata.

Tralasciando i tanti momenti tragicomici che hanno contraddistinto il nostro arrivo al Web Summit di questa mattina (circa 70 minuti su un autobus tra salite e discese per un percorso di normalmente 15/20 minuti), ci dirigiamo nell’area dove, grazie a ICE – Italian Trade Agency, possiamo godere di una postazione nel Pavillion 4 per tutti i tre giorni della manifestazione. Il numero che ci assegnano, il 404, non potrebbe essere migliore per una startup AI cloud based.

In 2, facciamo circa 60/70 incontri in 8 ore, davvero pazzesco se rapportato a qualsiasi altro evento italiano a cui abbiamo partecipato fino ad oggi. Founder di startup appena entrate in Y Combinator che si presentano a noi in punta di piedi, investitori che vengono al nostro stand perché “hanno già sentito parlare di noi” (qui sicuramente hanno aiutato anche le nostre performance ai party di domenica sera).

Poco da dire, sembra semplicemente di sognare. Di colpo ci si ritrova in una bolla composta da più di 40mila tra le più brillanti menti in Europa. Tutto è assolutamente perfetto.

A fine giornata i piedi bruciano, la gola chiede pietà. Terminiamo questa giornata con un’intervista a una testata Tech peruviana che ci dice di “aver sentito parlare di noi”.

La serata è contraddistinta da una cena nel peggior ristorante di Lisbona, Super Mario (consiglio vivamente a tutti i lettori di andarci a mangiare quando si trovano a Lisbona, esperienza unica e decisamente “local”) e dall’invito al party privato di uno dei 6 unicorn portoghesi, Unbabel.

Finiamo a letto alle 4 di mattina, dopo aver stretto amicizia con un numero ormai diventato incalcolabile di imprenditori, startupper e investor.

Martedì 3 novembre, giorno 3 – mattino

Mentre scrivo questa prima parte di racconto, è appena iniziato il giorno 3. Proprio qualche minuto fa ho conosciuto il Direttore IT di una delle più grandi catene retail del Portogallo, con cui sono già riuscito a fissare un incontro nella prossima settimana per parlare di un grosso progetto insieme (lui ha “solo” 400 persone che riportano direttamente a lui).

Questa prima parte di “Diario” ho voluta scriverla a caldo, direttamente sui tavoli del Web Summit, per trasmettere la sensazione che tutti noi stiamo respirando in questi primi giorni, in cui tutto sembra possibile.

Nella seconda parte, a termine dell’evento, proverò a trarre qualche giudizio, ovviamente sempre soggettivo, ma a mente “fredda”. Per il momento il voto a questa esperienza è estremamente positivo e consiglio a tutti di iniziare a valutare l’acquisto di un biglietto per l’edizione 2022.

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Alex Roggero
Alex Roggero

Co-founder e CMO di Crono, startup che applica l'AI all'outbound prospecting (le azioni commerciali mirate a identificare potenziali clienti). È stato co-founder e CEO di Klondike e Chief Brand Officer di vtenext.

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