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Metaverso: che cos’è, come si accede, a cosa serve



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Esiste già davvero il Metaverso? O è solo un mix tra realtà virtuale, aumentata, blockchain e altre tecnologie? E cosa si può fare nel Metaverso? Qui l’approfondimento

Aggiornato il 22 lug 2024



METAVERSO
Metaverso

Metaverse, in italiano “metaverso”, è un mondo virtuale, per lo più ancora ipotetico, al quale si può accedere da una particolare tecnologia di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). L’idea è quella di creare una sorta di Internet di livello superiore, sovrapposto al mondo fisico. Le persone collegate al metaverso fanno parte del mondo fisico, ma possono vedere e interagire con cose che gli altri non vedono, perché appartengono a un mondo virtuale.

Non esiste ancora un’unica definizione del metaverso sulla quale gli esperti siano tutti concordi. Qualcuno ha ipotizzato che il metaverso possa stare alla realtà virtuale come gli attuali smartphone stanno ai primi, rozzi modelli di cellulari degli anni ’90.

Tuttavia Meta, che ha scommesso per prima sul Metaverso circa tre anni fa, starebbe riducendo il budget destinato a questa attività, secondo quanto riportato dai media a luglio 2024. I tagli riguarderebbero la sua divisione hardware Reality Labs, che produce i visori VR, e sarebbero pari a circa il 20% tra quest’anno e il 2026.

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Metaverso: un concetto ancora da definire

Il vero e proprio Metaverso è un concetto ancora tutto da definire: ad oggi sono presenti 212 diversi mondi virtuali, ma non esiste ancora l’universo digitale pienamente interoperabile. Eppure, è già esplosa l’attenzione delle aziende: si contano 445 progetti a livello internazionale nei diversi mondi, con sperimentazioni in particolare nel Retail (37%) e nell’Entertainment (27%).

Quello dell’Extended Reality è un mercato ben avviato in Italia, con 231 progetti attivi dal 2020 ad oggi, dice una ricerca dell’Osservatorio Realtà Aumentata & Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano. Molte aziende stanno già utilizzando, nella gestione dei consumatori o nei processi aziendali, tecnologie in grado di arricchire il mondo reale con elementi digitali o di creare ambienti o esperienze virtuali.

Secondo lo studio The Corporate Hitchhiker’s Guide to the Metaverse, il Metaverso varrà fino a 400 miliardi di dollari già entro i prossimi 3 anni. Stando al report “Web 3.0: Metaverso e NFT”, realizzato da EY in collaborazione con il Centro di Ricerca in Strategic Change di Luiss Guido Carli, nel prossimo decennio è prevista una crescita considerevole dell’impatto del metaverso sul portafoglio dei servizi e prodotti offerti: oltre il 40% degli intervistati ritiene che i ricavi saliranno del 40%. Il 30% delle aziende italiane ed estere ha già investito o intende investire nell’adozione delle principali tecnologie emergenti, tra cui il metaverso; il 25% intende farlo nel corso del 2023. Tuttavia, secondo il 64% degli intervistati, i governi dovrebbero ulteriormente regolamentare il mercato, in quanto la normativa vigente non risulta essere completamente adeguata a rispondere ai diversi scenari abilitati dal Web 3.0.

Che cos’è il Metaverso

Il Metaverso rappresenta un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile, composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi. Questa la definizione che ne dà lOsservatorio Extended Reality & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano.

Cathy Hackl, futurista tecnologica ed esperta di metaverso, intervistata da McKinsey Digital afferma: “Tendo ad avere una visione piuttosto ampia di cosa sia il metaverso. Credo che sia una convergenza delle nostre vite fisiche e digitali. Sono i nostri stili di vita digitali, che abbiamo vissuto al telefono o al computer, che raggiungono lentamente le nostre vite fisiche. Il Metaverso è abilitato da molte tecnologie diverse, come AR (realtà aumentata) e VR (realtà virtuale), che sono quelle a cui la maggior parte delle persone tende a pensare. Ma non sono gli unici punti di ingresso. C’è anche la blockchain, che è una grande componente, c’è il 5G, c’è l’edge computing e molte altre tecnologie. Per me – prosegue Hackl – il metaverso riguarda anche la nostra identità e la proprietà digitale. Si tratta di una nuova estensione della creatività umana, in qualche modo. Ma non accadrà che un giorno ci sveglieremo ed esclameremo: ‘Il metaverso è qui!’. Sarà un’evoluzione”.

Chi è il “proprietario” del Metaverso?

Non esiste un unico Metaverso, ma i Metaversi. Non esiste dunque nessuno che possa dire di “possederlo”. Tuttavia a inaugurare ufficialmente la nuova era è stato Mark Zuckerberg: “Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per Internet, ed è anche un nuovo capitolo per la nostra azienda”, ha detto il fondatore e CEO di Facebook il 28 ottobre 2021, annunciando il metaverse e Meta, il nuovo nome di Facebook. Un termine che deriva dalla parola greca che significa “oltre”. “D’ora in poi, saremo metaverse-first, non Facebook-first. Ciò significa che nel tempo non avrai bisogno di un account Facebook per utilizzare i nostri altri servizi”, ha scritto Zuckerberg nella lettera ai founders.

Come si entra nel Metaverso

Come entrare nel Metaverso di Meta-Facebook

Al momento il metaverso di Meta non è ancora accessibile da tutti i Paesi del mondo e l’applicazione Horizon Worlds, punto di partenza della strategia della compagnia, è in fase di sviluppo. Tuttavia per entrare in questo tipo di Metaverso è necessario l’uso di un visore VR, nello specifico il Quest 2 sviluppato internamente da Oculus (di proprietà di Meta).

Dal 2 febbraio 2024 è in vendita nei negozi americani di Apple Vision Pro, il visore per realtà mista (aumentata e virtuale) da 3.499 dollari. “Vision Pro è un dispositivo rivoluzionario, anni avanti rispetto ai suoi concorrenti” ha assicurato il CEO di Apple, Tim Cook. Tuttavia diverse persone avrebbero restituito gli Apple Vision Pro dopo l’acquisto, dal momento che la società permette il rimborso entro 14 giorni. Come riferisce The Verge, alcuni lo ritengono poco confortevole e troppo pesante. Mark Zuckerberg ha pubblicato un post su Instagram in cui parla del visore della concorrente Apple, dicendo: “Il nostro è migliore, punto”.

Come entrare in Decentraland

Decentraland è un mondo creato da Ethereum dove gli utenti possono camminare, incontrare altri utenti, creare edifici virtuali e molto altro. Tutti gli elementi virtuali di Decentraland possono essere acquistati con una criptovaluta chiamata MANA. Per accedere, è necessario recarsi sul sito ufficiale di Decentraland, cliccare sul pulsante Get Started e selezionare Play using your wallet se si ha un wallet crypto . Un wallet è un portafoglio digitale per criptovalute reso unico da un codice alfanumerico. Per avere un assaggio dell’esperienza, è sufficiente scegliere Play as guest. Non è per il momento necessario l’uso di un visore.

Come entrare in Sandbox

The Sandbox è un Metaverso su blockchain, dove i creatori di contenuti possono monetizzare i propri asset realizzati, sviluppare e giocare senza la necessità di conoscere linguaggi di programmazione, per poi mettere tutto in vendita tramite il marketplace interno. I suoi avatar hanno uno stile visivo a blocchi come Minecraft e possono costruire, possedere e monetizzare utilizzando NFT e SAND. Sandbox ha anche stretto una partnership con oltre 165 marchi per creare gli avatar nel mondo virtuale di personaggi famosi come Snoop Dog e The Walkind Dead. La piattaforma Sandbox non è ancora disponibile ma in attesa si può visitare il sito e interagire con la community.

COME APRIRE UN NEGOZIO NEL METAVERSO

COME PORTARE UN BRAND NEL METAVERSO

Cosa si può fare nel Metaverso

Secondo Gartner, entro il 2026, il 25% delle persone passerà almeno un’ora al giorno nel Metaverso, per lavorare, fare shopping, per istruzione, social media e intrattenimento. A differenza dell’attuale realtà virtuale, utilizzata principalmente per i giochi, questo nuovo mondo virtuale potrebbe essere utilizzato praticamente per qualsiasi cosa: lavoro, concerti, viaggi, cinema. O semplicemente, come surrogato dell’uscire di casa per incontrare altre persone. Come? Con un avatar 3D, una rappresentazione digitale noi stessi.

– Acquistare capi di abbigliamento e beni virtuali

Varie realtà del fashion e del luxury stanno cominciando ad investire nella realtà virtuale. Balenciaga vende “skin” su Fortnite, Gucci ha messo in vendita una borsa solo virtuale e ha già lanciato le sfilate virtuali; Dolce&Gabbana ha ottenuto 5,7 milioni dalla vendita di 9 Non-Fungible-Token, Nike ha deciso di vendere scarpe “virtuali”. Sulla stessa linea troviamo Adidas e Benetton. Ray-Ban e Luxottica hanno creato un modello di occhiali che permette di inquadrare e scattare fotografie oppure fare video da condividere in tempo reale sui social. Tutto grazie a una telecamera invisibile posizionata all’interno della montatura. Un piccolo passo verso il metaverso. Secondo Morgan Stanley, per il settore moda e lusso, gli introiti derivanti dalla realtà virtuale potrebbero ammontare, entro il 2030, a 50 miliardi di dollari (circa 44 miliardi di euro).

QUI ALCUNI ESEMPI DI METAVERSO APPLICATO AL MONDO DEL RETAIL

Wallmart, gigante statunitense della grande distribuzione, ha depositato il 30 dicembre 2021, presso l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti, diversi nuovi marchi che, sostengono i media specializzati, indicherebbero la sua intenzione di produrre e vendere beni virtuali, tra cui elettronica, decorazioni per la casa, giocattoli, articoli sportivi e prodotti per la cura personale.

-Visitare aree espositive

Randstad Italia, prima agenzia per il lavoro ad aver aperto lo scorso novembre uno spazio nel Metaverso della blockchain company Coderblock, da settembre 2023 ha aperto il Talent Space anche ad altre importanti realtà imprenditoriali italiane. Sono sbarcati negli spazi virtuali forniti da Randstad, infatti, anche Agos, Gruppo Enercom, Silea, Prysmian Group, Gruppo Tea, grazie ad un tavolo di lavoro dell’Osservatorio Startup Thinking della School of Management del Politecnico di Milano, con lo scopo di esplorare le possibilità di questa nuova frontiera tecnologica nella creazione di esperienze personalizzate per gli utenti.

Presso gli spazi virtuali messi a disposizione da Randstad, i visitatori avranno l’opportunità di esplorare un’area expo che ospita stand personalizzati dei partner, offrendo loro la possibilità di interagire direttamente con tutti i brand. Questa sperimentazione si inserisce in un contesto in cui la realtà immersiva sta guadagnando terreno nel mondo del lavoro, offrendo un’esperienza coinvolgente e interattiva per attirare e coinvolgere nuovi talenti.

– Acquistare terreni

Carrefour ha acquistato un terreno dell’equivalente di 36 ettari di superficie nel mondo virtuale del videogioco Sandbox. Creato dallo studio francese Pixowl, Sandbox consente a privati e imprese di diventare proprietari di terreni e di sfruttarli a proprio piacimento. Secondo i dati della piattaforma OpenSea, la transazione è costata al gruppo 120 unità della criptovaluta Ethereum, poco meno di 300 mila euro. La direttrice della trasformazione digitale di Carrefour ha affermato che su questo territorio virtuale si potrebbero organizzare “eventi o lanci di prodotti. La stessa scelta è stata fatta da Warner Music e Coca Cola. Quest’ultima ha addirittura creato una collezione digitale dei suoi prodotti più iconici.

– Comprare case

Il funzionamento del mercato immobiliare nel metaverso è basato sui parcel, gli appezzamenti o lotti di terra messi a disposizione da ogni piattaforma. Gli utenti possono quindi comprare un appezzamento per poi costruirvi un immobile. Proprio come nel mondo reale, poi, le operazioni di compravendita possono essere gestite da veri e propri agenti o broker immobiliari che operano nel metaverso: secondo Cnbc, attualmente circa 12 compagnie a livello globale stanno operando come agenti immobiliari nel metaverso, ma il numero è in continua crescita. Un esempio tra tutti è Metaverse Property, che sul suo sito si definisce “la prima compagnia al mondo per il settore immobiliare virtuale”.

– Organizzare eventi

Sono già numerosi gli eventi – sfilate, meeting, grando convegni – che si sono svolti e si stanno svolgendo sul Metaverso. Solo per citare un esempio, a marzo 2022 Würth Italia ha annunciato di avere sviluppato il proprio Metaverso per offrire ai clienti la possibilità di vivere una esperienza immersiva visitando i numerosi servizi e prodotti dell’azienda. Wverse, il Metaverso di Würth realizzato con Hevolus, è un luogo virtuale nel quale è possibile incontrare e accompagnare i propri clienti per sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’azienda, attiva sul mercato dal 1963 e ad oggi partner di riferimento per 280.000 professionisti nel mondo dell’automotive, dell’artigianato, dell’edilizia e dell’industria. All’interno del Metaverso sarà possibile effettuare meeting, svolgere attività di formazione a clienti e collaboratori, interagire a distanza per la presentazione di prodotti e per la condivisione di progetti ed impianti.

Coderblock, pmi innovativa di Palermo specializzata nella creazione di esperienze virtuali immersive, ha realizzato una prima versione del proprio metaverso. Durante la presentazione, i visitatori del Coderblock Metaverse hanno avuto la possibilità di navigare con il proprio avatar alla scoperta della prima città virtuale tra strade, uffici, sale convegni, negozi e centri commerciali.

-Fare formazione

Il Metaverso si sta rivelando uno strumento valido per diverse tipologie di formazione. Per esempio Terna, azienda che gestisce circa 75mila chilometri di linee ad alta e altissima tensione e circa 900 stazioni su tutto il territorio nazionale, utilizza le tecnologie che attengono al Metaverso per le attività di sviluppo, manutenzione e monitoraggio delle infrastrutture. Grazie all’evoluzione tecnologica del gaming e alla conseguente maturità degli avatar di ultima definizione, è possibile riprodurre ambienti realistici che aiutano le persone sia nei movimenti sia nel riconoscimento di oggetti, favorendone il percorso formativo in piena sicurezza. È possibile accedere a oggetti da remoto, dalle diverse sedi territoriali sparse per il Paese o anche da smart working.

A luglio 2022 Philip Kotler, il padre del marketing moderno, ha scelto Olimaint come partner per la creazione della prima business school nel Metaverso. La sede fa parte di un più ampio progetto che vede il debutto in Italia della business school di Kotler, che si chiama KCBS (Kotler-i Carboni Business School of Impact Marketing) e, fondata insieme a Weevo, società Benefit impegnata nel marketing digitale, ha l’obiettivo di traghettare le imprese italiane verso il marketing sostenibile e virtuoso.

C’è anche una startup che fa formazione in questo innovativo universo. Co-fondata a Bari nel 2019 da Nicola Bonerba e Katherina Ufnarovskaia, la startup Augmented.City nel 2021 ha avviato un progetto innovativo in alcune scuole della città: usare il metaverso per motivare gli studenti, bambini e ragazzi fino ai 14 anni.

-Creare progetti sperimentali

A inizio 2022 Hyundai Motor Company ha svelato il suo nuovo concetto di Metamobility, crasi tra Metaverso e mobilità. Dopo aver annunciato a settembre 2021 Hyundai Mobility Adventure, uno spazio metaverse dove gli utenti possono sperimentare i prodotti avanzati di Hyundai Motor e le soluzioni di mobilità del futuro, il Gruppo ha deciso di scendere più in profondità. Ha dunque deciso di allargare il ruolo della mobilità alla realtà virtuale (VR), consentendo in definitiva alle persone di superare i limiti fisici del movimento nel tempo e nello spazio.

BMW, per la sua nuova linea di produzione di veicoli elettrici, ha effettuato per sei mesi una simulazione costruendo auto virtuali in scala uno-a-uno nel metaverso, prima di realizzare effettivamente il layout finale per la fabbrica. Nel corso di quei sei mesi il design è cambiato di quasi il 30% rispetto all’originale. L’azienda tedesca non ha rivelato pubblicamente quanto fosse più efficiente, ma ha detto che circa il 30% di quella che pensavano fosse la migliore fabbrica del mondo il primo giorno della simulazione doveva cambiare nel processo. In effetti, perché non esercitarsi prima nel metaverso, dove a basso costo puoi fare le cose all’infinito, facendo accadere anche ciò che nella realtà sarebbe impossibile?

In effetti, molti progettisti stanno sperimentando nuovi prodotti e servizi in ambienti di tipo metaverso, per capire come si relazionano con il mondo fisico, prima di farli scontrare con la realtà. Durante la pandemia è risultato di grande utilità poter avere sale di progettazione di tipo metaverso su Internet, alle quali tutti, dai clienti ai componenti di un team, potevano accedere da remoto sperimentando la qualità di Zoom in 3-D. Insomma, con il metaverso le persone sono poste in grado di fare lavori di progettazione ingegneristica in modo altamente produttivo, senza dover prendere un aereo per incontrarsi.

Metaverso: quale sarà il futuro?

Il metaverso si propone di offrire una versione ordinata e razionalizzata del mondo, per sua natura caotico. Siamo ancora alle prime fasi; l’evoluzione del metaverso sarà disputata tra i colossi della tecnologia nel prossimo decennio, o forse anche di più. Ma ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.

Brent Mittelstadt, un ricercatore senior in etica dei dati presso l’Oxford Internet Institute, ritiene che il potenziale impatto sociale del metaverso sia tutt’altro che certo. “Se diventasse dirompente, ad esempio conducendo le persone ad andare ad appuntamenti virtuali anziché incontrarsi, sarebbe molto difficile dire quale effetto avrebbe sulla natura delle relazioni, nello stesso modo in cui era difficile prevedere l’impatto che i social media avrebbero avuto quando se ne parlava solo come un’idea”.

Mittelstadt vede nel metaverso principalmente un modo per Facebook per fare più soldi. “Se riesce a farti passare molto tempo lì, sta raggiungendo il suo obiettivo di raccogliere più dati e monetizzarli. Avrebbe più fonti di dati di quelle attualmente esistenti che vengono combinate e incanalate attraverso questa cosa che è il metaverso”.

È sempre difficile fare previsioni quando si parla di tecnologie, e anche i migliori possono sbagliare. Come accadde a Paul Krugman, economista, premio Nobel ed editorialista del New York Times, che nel 1998 affermava: “Entro il 2005, diventerà chiaro che l’impatto di Internet sull’economia non sarà stato maggiore di quello del fax”.

Non resta che attendere per vedere quale sorte spetterà al metaverso che sta suscitando tanto interesse.

Quanto varrà il Metaverso

Ulteriore tema di attenzione è la crescita del mercato dei metaversi prevista per i prossimi anni: BCG stima un valore tra i 250 e i 400 miliardi di dollari entro il 2025. Il mercato è principalmente composto da 4 elementi: l’economia degli asset virtuali, per cui un numero crescente di beni virtuali sarà creato da singoli utenti e scambiato tra utenti e aziende (si prevede che il valore delle transazioni per gli asset virtuali, data la loro volatilità, sarà compreso tra 150 e 300 miliardi di dollari entro il 2025); il mercato di hardware e software di realtà aumentata, virtuale e mista (AR/VR/MR) che, da quasi 50 miliardi di dollari, sarà equamente suddiviso tra acquirenti consumer e entreprise per il 2025, a testimonianza dei vantaggi in termini di produttività derivanti dall’aumento dell’AR/VR; infine, dall’infrastruttura di rete e cloud, e dalle infrastrutture informatiche e di comunicazione.

Quando si affermerà pienamente il Metaverso

Una visione più orientata al marketing è quella rilasciata sempre a McKinsey Digital da Matt Ball, uno dei principali esperti di “metaversi”, investitore e scrittore. “Assisteremo a due fasi. Per prima cosa vedremo più marchi, più investimenti, più fusioni e acquisizioni e più utenti in tutto ciò che riguarda il rendering in 3D e in tempo reale. Queste sono tendenze che vanno avanti da diversi decenni e non c’è motivo di credere che il tempo trascorso online, il numero di smartphone in uso e la criticità del digitale per la nostra economia si invertiranno. Allo stesso tempo – aggiunge Ball – dovremo aspettarci una sorta di contraccolpo al metaverso come tema, come caso di investimento e come punto di priorità degli azionisti, perché la narrativa, almeno nella mia prospettiva, ha superato i prodotti e i ricavi che vediamo ora. Le aziende, naturalmente, devono investire molto prima che arrivino entrate e prodotti. Bill Gates ha affermato di credere che nei prossimi due o tre anni la maggior parte degli incontri avverrà nel metaverso. La realtà è che ci vorrà un decennio o più perché ciò accada”.

Nella realtà, il 5 maggio 2022 il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e Mark Zuckerberg si sono incontrati a Palazzo Chigi e hanno parlato anche di metaverso. Secondo un portavoce di Meta: “Nell’incontro di oggi abbiamo confermato la nostra collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile”.

In precedenza, Zuckerberg aveva incontrato, a Milano, anche alcuni dei principali Ceo della moda e del lusso, settore che sta puntando molto sul metaverso, tra i quali Lorenzo Bertelli (Prada), Diego Della Valle (Tod’s), Renzo Rosso (OTB – Diesel), Brunello Cucinelli, Remo Ruffini (Moncler), Marco Gobetti (Ferragamo), Federico Marchetti e Geoffroy Lefebvre (YNAP – Yoox Net A Porter).

Il concetto di metaverso, però, non è nuovo: il termine è stato coniato dallo scrittore Neal Stephenson nel 1992, nel suo romanzo di fantascienza del Snow Crash, ambientato in un futuro prossimo in cui il mondo virtuale e il mondo fisico sono indissolubilmente interconnessi.

Nella fantasia di Stephenson, il metaverso è immaginato come una immensa sfera nera di 65.536 km di circonferenza, tagliata in due all’altezza dell’equatore da una strada percorribile anche su una monorotaia, che ha 256 stazioni, ognuna a 256 km di distanza. Su questa sfera ogni persona può realizzare in 3D ciò che desidera: negozi, uffici, locali pubblici e altro, il tutto visitabile dagli altri utenti.

Facebook e il metaverso: prima l’entusiasmo, poi 21,3 miliardi di perdite

Facebook ha fatto della costruzione del metaverso una delle sue priorità, tanto che ha investito 50 milioni di dollari nel finanziamento di gruppi senza scopo di lucro per aiutare a “costruire il metaverso in modo responsabile”, anche se esprime la convinzione che questa idea impiegherà 10-15 anni per avverarsi. Al momento del lancio del Metaverso nel 2021, ha annunciato che per svilupparlo avrebbe assunto 10mila persone in Europa.

In un’intervista apparsa su The Verge, il fondatore di Facebook lo ha descritto come “il successore di Internet mobile“, una sorta di “Internet incarnato, in cui invece di visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.

In Facebook è stato creato un nuovo team appositamente dedicato allo sviluppo del metaverso. Il team fa parte della divisione di realtà virtuale Reality Labs, guidata da Andrew ‘Boz’ Bosworth, l’autore delle cuffie Oculus, ed è composto da specialisti di Instagram, Facebook Gaming (videogiochi) e della stessa Oculus.

Ma a luglio 2023 Meta ha comunicato che la sua divisione Reality Labs, che sviluppa tecnologie di realtà virtuale e realtà aumentata necessarie per alimentare il metaverso, ha registrato una perdita operativa di 3,7 miliardi di dollari. Il trend è costantemente negativo. L’anno precedente, l’unità Reality Labs di Meta ha perso un totale di 13,7 miliardi di dollari, generando 2,16 miliardi di entrate, che sono guidate in parte dalle vendite dell’azienda di visori VR a marchio Quest. Reality Labs ha perso 3,99 miliardi di dollari durante il primo trimestre. Questo porta le sue perdite totali a circa 21,3 miliardi di dollari dall’inizio del 2022.

A luglio 2024, secondo quanto riportato da The Information, Meta avrebbe deciso di ridurre il budget per la sua divisione hardware Reality Labs, che produce i suoi visori VR: un taglio di circa il 20% tra quest’anno e il 2026. Questo non significa che l’azienda stia interrompendo le sue innovazioni in realtà virtuale e aumentata: la società prevede di rilasciare nuovi visori Quest e occhiali AR nei prossimi tre anni. La riduzione dei costi presso Reality Labs è invece destinata a mettere sotto controllo le spese apparentemente fuori controllo della divisione.

Metaverso e Venture Capital

Il quadro degli investimenti di venture capital nel Metaverso è fotografato nel recente report “Vertical Snapshot: The Metaverse” di PitchBook. Al primo semestre 2o22, lo studio rileva oltre 12.000 investitori e quasi 10.000 deal, per un totale raccolto di 115,5 miliardi di dollari. La più ampia fetta di investimenti spetta al Nord America, seguita dall’Asia, con l’Europa al terzo posto.

QUI UN APPROFONDIMENTO

Quali tecnologie per il Metaverso

Il metaverso è al centro della Technology Vision di Accenture, lo studio annuale che ha l’obiettivo di individuare i più importanti trend tecnologici che caratterizzeranno il business nei prossimi anni e che rappresenteranno l’elemento di disruption nello sviluppo tecnologico delle aziende. Il nuovo report afferma che il “continuum del metaverso”, fatto di mondi, realtà e modelli di business potenziati digitalmente, sta ridefinendo il modo in cui il mondo opera e interagisce. Stando al report Accenture Technology Vision 2022 “Incontriamoci nel metaverso. Il continuum tra tecnologia ed experience che dà nuova forma al business”, le aziende sono già avviate verso un modo nuovo di operare, poiché le tecnologie, tra cui realtà estesa, blockchain, digital twin e edge computing, stanno convergendo per dare nuova forma alle esperienze umane. Accenture ha intervistato oltre 4.600 leader aziendali e tecnologici di 23 settori distribuiti in 35 Paesi; il 71% dei dirigenti ritiene che il metaverso avrà un impatto positivo sulla propria organizzazione e il 42% ritiene che sarà rivoluzionario o trasformativo.

Le critiche: il rischio “sicurezza” e la questione delle risorse

Non tutti sono convinti della validità, dell’efficacia e della fattibilità di un mondo-Metaverso. Ad esempio Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook che a ottobre ha rivelato che Facebook dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza degli utenti e programma i suoi algoritmi per promuovere contenuti divisivi. La Haugen è preoccupata per la capacità di Meta di controllare ciò che viene pubblicato nel mondo virtuale. In una intervista alla CBS ha dichiarato che gli stessi problemi che ha denunciato si potrebbero ripetere nella realtà virtuale del metaverse. “Facebook non ha effettivamente pensato alla sicurezza fin dalla progettazione”, ha detto.

Secondo la Haugen, piattaforme come TikTok, dove una piccola parte dei contenuti genera la maggior parte delle visualizzazioni, sono più facili da moderare rispetto al modello più distribuito di Facebook. Negli spazi virtuali in cui Meta scommette in grande, moderare i contenuti, rimuovere la disinformazione e tracciare i trasgressori sarà una sfida, perché le interazioni non vengono registrate.

Tony Fadell, l’ingegnere che ha contribuito a inventare l’iPhone, ha fondato Nest e ora gestisce una società di investimento che ha sostenuto più di 200 startup, non usa mezzi termini per giudicare il metaverso, preoccupato che l’aumento degli investimenti in questa tecnologia toglierà fondi alle tecnologie in favore del clima. “Il metaverso è una scelta falsa. È un diversivo di risorse. O sei parte del problema o parte della soluzione. Se investi nel metaverso sei parte del problema”, sostiene Fadell.

Quali sviluppi per la realtà virtuale

Una realtà virtuale, dunque. Qualcosa di non certamente nuovo. La sua nascita, infatti, risale agli anni ’80, a opera dello scienziato informatico Jaron Lanier, con la sua azienda VPL Research, acronimo di Virtual Programming Languages. A oltre trent’anni di distanza, però, la realtà virtuale (VR) e aumentata (AR) di qualsiasi tipo non si sono affermate come si prevedeva. Oculus VR, il visore per la realtà virtuale realizzato dalla omonima società acquisita da Facebook nel 2014, è rimasto niente più che un gadget, perlomeno a livello consumer. La realtà virtuale sembrava dover essere il futuro tecno-utopico. Ma, come ha recentemente notato Paul Skallas, l’autore della piattaforma per newsletter Substack, “Nel 2000 ti dicevano che la realtà virtuale era sul punto di esplodere, che avrebbe cambiato tutto. È il 2020: dov’è?”.

La realtà virtuale – e insieme l’AR – si sono imbattute in un grosso scoglio: la consuetudine delle persone a relazionarsi fisicamente. Anziché nella quotidianità, quindi, VR e AR si sono affermate maggiormente nell’industria.

Quali società sono interessate

Facebook ha investito molto nella realtà virtuale attraverso i suoi visori Oculus, rendendoli più economici dei rivali, forse anche in perdita secondo alcuni analisti. Sta anche creando app VR per i social e per il lavoro, comprese app che interagiscono con il mondo reale. Nelle intenzioni del colosso tech, però, il metaverso “non sarà costruito da un giorno all’altro da una singola azienda”.

Quali altre aziende potrebbero essere interessate? Epic Games, che produce Fortnite, gioco multipiattaforma free to play, potrebbe essere una di quelle. I giochi multiplayer online condividono i mondi interattivi da decenni; non sono il metaverso, ma hanno diverse idee in comune. Negli ultimi anni, Fortnite ha ampliato il suo prodotto, ospitando concerti, eventi del brand e altro ancora all’interno del proprio mondo digitale. Ciò ha mostrato a molti ciò che è possibile fare con la realtà virtuale e ha messo sotto i riflettori la visione del metaverso.

Altri giochi si stanno avvicinando a un’idea del metaverso. Roblox, ad esempio, è una piattaforma per migliaia di singoli giochi collegati all’ecosistema più ampio.

Unity, una piattaforma di sviluppo 3D, sta investendo in “gemelli digitali“, copie digitali del mondo reale, e la società di hardware grafico Nvidia sta realizzando il suo Omniverse, che viene descritto come “una piattaforma per connettere mondi virtuali 3D”.

Dentsu Italia ha presentato “dentsu gaming”, soluzione integrata dedicata all’industry dei videogiochi: dal mobile al metaverso.

Metaverso, non solo videogame

Il metaverso è quindi solo una forma evoluta e sofisticata di videogame? No, anche se le idee su cosa potrebbe essere sono molte e diverse, la maggior parte di esse vede al centro l’interazione umana e sociale.

Ancora Facebook ha sperimentato un’app per riunioni VR chiamata Workplace e uno spazio sociale chiamato Horizons, che utilizzano entrambi sistemi di avatar. Il posto di lavoro del futuro di Facebook prefigura riunioni in realtà virtuale in cui le persone utilizzino dei personal computer.

Un’altra app VR, VRChat, è interamente incentrata sull’incontrarsi online e chattare, senza alcun obiettivo o scopo diverso dall’esplorazione degli ambienti e dall’incontro con le persone.

Altre applicazioni aspettano solo di essere scoperte.

Il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha dichiarato di recente al Washington Post che immagina un futuro in cui una casa automobilistica, per pubblicizzare un nuovo modello “lascerà la sua auto nel mondo digitale in tempo reale e chiunque sarà in grado di guidarla”.

Allo stesso modo, quando faremo shopping online proveremo i vestiti in una realtà digitale, ossia virtuale, prima di ordinare quelli che ci arriveranno nel mondo reale.

Appare ormai chiaro che stiamo assistendo alla nascita del “metaverse marketing”, come lo ha definito la rivista Forbes.

Metaverso e formazione

Il laboratorio per il metaverso: Metaverse Marketing Lab

Inaugurato a fine giugno 2022, Metaverse Marketing Lab è un progetto del Politecnico di Milano con UPA e UNA (le associazioni che rappresentano inserzionisti e agenzie pubblicitarie). Si avvale inoltre della collaborazione de Il Salotto di Milano e della tecnologia di SimCoVR.

Guidato da Lucio Lamberti, Ordinario di Omnichannel Marketing Management al Politecnico, il suo obiettivo è far conoscere lo stato dell’arte e tracciare le evoluzioni del mercato del metaverso, diffondere le buone pratiche e analizzare il comportamento del consumatore nella relazione con le esperienze di realtà immersiva, virtuale e aumentata.

Metaverso: l’acceleratore

A giugno 2022 è nato Metaverse 4 Finance Accelerator, il primo programma italiano di accelerazione – promosso dal gruppo Sella e realizzato dal proprio Venture Incubator dpixel con il supporto di OGR Torino – che punta a individuare e sostenere la crescita delle startup nazionali e internazionali per lo sviluppo di soluzioni e tecnologie innovative, economicamente sostenibili, inclusive e sicure, nell’ambito del metaverso applicato alla finanza.

(Articolo aggiornato al 22/07/2024)

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